Sasha:
Ho appena lasciato la casa di Michael, guardo dritto avanti a me, poi un suv con i finestrini oscurati si ferma, salgo e l'autista mi annuncia che ci vogliono meno di dieci minuti per arrivare a destinazione. Osservo con attenzione ogni particolare, anche se pochi sono nitidi a causa del buio.«Siamo arrivati» annuncia il conducente. Fisso davanti a me e noto una villa maestosissima.
Esco dall'auto e qualcuno mi offre una mano, alzo gli occhi e vedo Thomas, sorrido e l'afferro con decisione.
«A cosa devo la tua presenza qui?» Chiede sospettoso, «Mi sono accorta che in realtà abbiamo molte cose in comune». Lui sorride, mettendo in mostra i denti d'oro, «Parliamone con un bicchiere in mano» propone. Io annuisco seguendolo all'interno di quella struttura che d'ora in poi sarebbe stata casa mia.«Continua quel che stavi dicendo» m'incalza, «Sono venuta perché voglio essere qualcosa di più di una semplice pugile, salire in classifica... Poi ovviamente voglio stare con te».
«La tua determinazione deve essere premiata, tuttavia dobbiamo vedere cosa ne pensa mio padre, sai quanti hanno provato ad ingannarci? Beh, non me lo ricordo, ma il custode del cimitero sì, perché ora si trovano tutti lì». Mi guarda, ma non batto ciglio, così continua «Stasera a cena ne parleremo, segui la cameriera, ti ho fatto preparare una stanza di sopra».
Fuori alla porta c'è un uomo enorme, ma non ci do molto peso. La signora che mi ha condotto nella camera mi informa che la cena è tra un quarto d'ora, dopo averla congedata mi ripasso il trucco e mi spruzzo un po' di profumo.
Vicino alla scalinata che conduce nella sala da pranzo, vedo Thomas. Lui si avvicina mi accompagna fino al tavolo e mi accosta la sedia, «Grazie» gli sussurro. La servitù abbassa lo sguardo quando passa il capo, si siede e solo dopo aver finito la cena discutiamo sulle mie pretese.
«Thomas mi ha già informato, per me va bene, ma dovrai guadagnarti il rispetto per poi poter avere qualcuno su cui comandare!»
«Non vi deluderò».
«Sarà meglio per te!» Ammesso ciò, il capo se ne va.Thomas mi accompagna nella mia stanza, appena vedo che lui si allontana chiedo «Non dormi con me?» Lui sorride, ritorna indietro, accarezza il mio collo e sibila mordendomi il lobo dell'orecchio «Meglio non correre, poi due giorni fa non ti piaceva molto la mia presenza...»
Confesso «E' vero, però poi ho capito che appartengo a questo mondo e tu potresti insegnarmi a non inciampare». Lui ride, annuisce e si volta, fa un passo, ma si ferma, mi guarda da sopra la spalla e domanda «Di chi ti fidi?» Puntualizzo «Ho imparato a non fidarmi di nessuno, spero che non la prenderai sul personale...» Lui sorride e poi se ne va. Sono stata sincera perché Tom è furbo e capisce quando gli si mente.
Entro nella stanza e noto due telecamere, però faccio finta di nulla. Apro l'armadio e mi sorprendo nel notare che è colmo di vestiti costosi. Indosso una sottoveste e mi adagio sul letto freddo.Sono le cinque, scendo in sala da pranzo e vedo Thomas fumare, lui appena si accorge della mia presenza si alza e mi sussurra avvicinandosi, «Ti sono piaciuti i vestiti? Come mai ti sei alzata così presto?» Lo guardo da sopra la spalla, ma non mi sono accorta della sua vicinanza, la mia guancia sfiora il suo naso e sorridiamo, «Non sono abituata a dormire in un altro letto, è freddo». Mi osserva e suggerisce «Perché non lo riscaldiamo insieme?» Annuisco sorridendo, ci baciamo da sopra la spalla e poi lui mi prende per mano e mi accompagna nella stanza. Mi stendo e lui fa lo stesso, ci osserviamo da lontano e poi, pian piano, ci avviciniamo sempre di più, fino a che io non poso la testa sul suo petto.
«Thomas, quando io ieri ti ho detto se potevamo dormire insieme, intendevo questo».
«Quindi tu non vuoi l'avventura di una notte e basta?»
«No, perché tu si?» Chiedo facendo dei cerchietti con il dito sul suo petto magro.
«Non pensavo che volessi avere a che fare con me da come mi hai parlato al telefono, da come mi trattavi non credevo di poter ottenere da te altro che astio, invece mi sbagliavo».
«Ti ci devi abituare, io sono lunatica. Tuttavia, quando amo una persona, sono disposta a tutto se lei me lo chiedesse» lui sorride e poi chiude gli occhi addormentandosi.Qualcuno mi sfiora la spalla e io mi sveglio di scatto,
«Non volevo spaventarti, sono le nove dobbiamo alzarci» sorrido e mi sollevo. Lui esce dalla porta affermando che sarebbe andato in camera a cambiarsi e che appena sarei stata pronta, sarei dovuta andare di sotto in sala pranzo.
Jeans stretti, top scollato, rossetto rosso e capelli raccolti in una treccia francese. Scendo le scale e ci sono già Thomas e il capo.
Dopo aver finito di fare colazione, Tom mi dice di dirigermi nel suo ufficio, ci vado e trovo altre tre persone. «Oggi andrete a rubare per la città: orologi, anelli...» Seguo le altre persone, fino a che uno di loro guida un SUV e ci conduce in zone diverse della città.Thomas:
Oramai la sera sta calando e tra un po' dovrei rivedere Sasha. Sento bussare al mio ufficio,
«Avanti!» Ed ecco che appaiono i miei borseggiatori. Ognuno poggia il bottino sulla mia scrivania, vedo tre mucchietti consistenti, ma il quarto manca, così alzo gli occhi incrociando quelli di Sasha, lei caccia dalle tasche tre orologi d'argento, un Rolex, due solitari e una fedina.Sasha:
Tom fa uscire tutti dalla stanza, poi si alza dalla sedia e mi viene vicino molto lentamente,
«Sei l'ultima arrivata, ma anche colei che per il momento ha reso di più. Ti stai impegnando». Mi volto nella sua direzione e dichiaro con fermezza «Non sono abituata ad arrivare seconda, almeno che non ci sia un valido motivo». Lui annuisce e sta per chiudere con un bacio la nostra distanza quando una cameriera bussa alla porta e afferma che sono le sei. Corrugo le sopracciglia non capendo cosa dovrebbe importarci dell'orario, lui sorride e confessa «Stasera mio padre ha voluto organizzare un incontro». Io abbasso lo sguardo e farfuglio un «Capito, vado a prepararmi» ma Thomas mi trattiene per un braccio e chiarisce «Io non voglio che tu combatta, voglio che ti sieda vicino a me». Mi compare un sorriso in volto e lui lo cancella nel modo più tenero che io conosca: baciandomi.Indosso un vestito di pelle corto e scollato che trovo nell'armadio, poi infilo le scarpe con un tacco vertiginoso e una pelliccia bianca, la stessa che indossavo la sera in cui ho lascito tutto quello che era sicuro...
Appena mi vede arrivare si avvicina, mi squadra dalla testa ai piedi e poi esordisce «Vorrei toglierti quel rossetto dalle labbra a forza di baci e...» Mi sposto mentre sta parlando, mi avvicino a una persona che mai avrei voluto vedere in quel posto. «Che ci fai qui!?» Esclamo a Nick, lui mi osserva con disprezzo, «Devo combattere! Non sono venuto per te, ormai abbiamo chiuso!» Con tono calmo e saldo dichiaro «Non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello che tu potessi trovarti qui per me, ci si vede!» Detto ciò, gli volto le spalle e raggiungo Thomas che siede vicino al capo. Mi indica una sedia ed io mi accomodo, poi mi offre da bere uno Scotch che butto subito giù. Vedere Nicolas un po' mi ha destabilizzato, questo lo devo ammettere.
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...