30. La realtà

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Inizia l'incontro ed io mi sistemo meglio sulla sedia un po' innervosita, ma non so precisamente da cosa. Mi astengo con fatica dal mangiarmi le unghie. Thomas si accorge del mio corpo irrequieto, mi posa una mano sulla spalla e sussurra, «Vuoi andare un po' fuori?»
«No, sto bene!» Però mi esprimo troppo velocemente per fargli credere che sia realmente così,
«Dai ti accompagno io...» In risposta annuisco. L'aria ormai si è fatta pesante e carica di tabacco in questo locale.

Usciamo fuori da quel buco sotterraneo, scorgo la Maserati di Michael e la rabbia s'impadronisce della mia mente,
«C'è una persona con cui devo parlare, ti raggiungo dopo dentro». In questo modo congedo Tom, lui annuisce e un po' mi sorprendo del suo improvviso cambiamento di carattere: se lo avessi mandato via in quel modo qualche giorno fa, me ne sarei pentita amaramente.

Apro la portiera e mi accomodo sul sedile in pelle, gli occhi di Mike si posano su di me, mentre io abbasso lo sguardo non riuscendo a sostenere il suo.
«Non vi avevo detto di non venire qui?» Esordisco dopo svariati minuti in cui un silenzio assordante ci avvolge, «Sì, lo avevi ordinato, ma dato che hai anche detto di fare finta che tu non fossi mai venuta, non ti abbiamo dato ascolto... Poi Nick deve svolgere gli incontri fino all'inizio dell'estate, quindi anche se avessimo voluto tenerci alla larga da questi posti, non sarebbe stato possibile».
«Va bene, troverò qualche modo per svincolarlo da quest'impegno». Lui annuisce e poi nuovamente il silenzio ci abbraccia forte. Il suo sguardo mi rende irrequieta, lui ha capito che c'è molto di più sotto, infatti c'è. Però non ne dovrei fare parola con nessuno. Alzo lo sguardo e subito i suoi occhi mi costringono silenziosamente a svuotare il sacco. Senza che io abbia scelto nulla, ammetto tutto non riuscendo a tenere serrate le labbra. 
«Okay, prometti di non fare domande o interruzioni, ti comprendo perfettamente se sarai leggermente sconvolto al termine della mia dichiarazione, va bene?» Dopo un suo breve assenso, inizio a parlare «Non sono venuta con piacere qui, però c'è anche da dire che nessuno mi ha costretto... Insomma, è una decisione che ho preso a malincuore, però dietro a tutto questo c'è un beneficio, ma solo se tutto andrà come da programma. Io sono l'esca della polizia». Mi blocco appena i suoi occhi si spalancano, tuttavia non proferisce parola e gli sono grata per questo, continuo «Ho capito che se non avessi fatto nulla di avventato, non avrei potuto liberarmi di loro. Con quest'ultimi non intendo solo le persone che stanno in questo buco, ma anche il capo precedente, quello che ha fatto fuori Belle. Certe cose non le dimentico e non lo fanno nemmeno loro. Ormai ci sto dentro da troppi anni e quando entri a far parte di questi giochetti, non rimani in vita a lungo. Io ci tengo, ma non tanto alla mia, quanto alla vostra sopravvivenza; so che se io mi ribellassi, prenderanno voi come soggetti da far soffrire e dovunque proviate a scappare, vi troveranno sempre, prima o poi. Ora se vuoi, puoi parlare». 
«Quindi tu capisci il sistema e poi lo sveli ai poliziotti che organizzeranno un'irruzione e loro verranno sbattuti in prigione?» Annuisco, ma lui scuote la testa preoccupato e poi confessa «Non mi piace per niente tutto ciò, è molto rischioso per te e non si ha la certezza che tutto ciò si concluda bene, insomma, se non fosse così, tu potresti essere costretta a stare per sempre con loro, oppure non durare abbastanza per vedere la missione conclusa». Gli sorrido e poi sussurro,
«Sono disposta a rischiare e non perché non ho nulla da perdere; ma perché anche se tutto andava più o meno bene, dentro di me sapevo che a ogni secondo loro potevano entrare dalla porta e sconvolgere la mia vita. Io non riuscivo a godermi fino a fondo le cose belle perché non sapevo quanto tempo sarebbero durate prima che loro mi chiamassero a sé». 
«Capisco» è l'unica cosa che riesce a dire prima che la portiera si spalanchi facendomi voltare di scatto, vedo Nick e mi costringo a non sorridere. Lui con gli occhi di ghiaccio, duri e imperscrutabili, come vera acqua congelata, chiede con tono severo e sprezzante «Che ci fai qui? Non dovevi avere più niente a che fare con noi!» Io annuisco e scendo dalla macchina. Mentre Michael mette in moto, con lo sguardo gli dico di mantenere la massima segretezza riguardo a quel che gli ho confidato. Lui annuisce e le sue labbra sottili si increspano in un piccolo e breve sorriso.

Non scrivere mai la parola fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora