3 Maya

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Maya sa bene che se qualcosa è andato storto potrebbe arrivare alla stazione di San Diego, scendere dal treno e trovare gli agenti ad aspettarla.

E' una possibilità.

Se avesse preso un volo ci avrebbe messo solo poche ore a sbarazzarsi di tutto, ma non poteva rischiare con il valore della refurtiva che si porta a presso.

Ormai mancano pochi minuti all'arrivo.

Ha tenuto d'occhio tramite il suo portatile internet e gli articoli dei giornali di Boston, il furto non è stato pubblicizzato. Come immaginava.

L'albergo avrà messo la cosa a tacere e di solito anche l'assicurazione preferisce lavorare evitando il clamore dei media. Questo non significa che non siano già sulle sue tracce, continua a pensare a cosa potrebbe essere andato storto, ripassando passo passo l'operazione.

Non le viene in mente nulla.

Da anni lavora coprendo tutte le tracce.

Sono lontani i tempi in cui faceva la borseggiatrice, colpiva a caso, senza pianificare. Ha capito anni prima che così il margine di rischio era troppo alto, e per chi come lei decide di fare del furto un occupazione a tempo pieno, è fondamentale circoscrive le possibilità di essere colta con le mani nel sacco.

La galera non l'attrae. Affatto.

Sente la voce meccanica annunciare l'arrivo alla stazione di San Diego. Impugna il trolley e si dirige verso le porte scorrevoli: è il momento della verità.

Alle 23,35 di un anonimo mercoledì, la stazione è praticamente deserta.

Maya attraversa il binario, dirigendosi verso l'uscita, sale sul primo taxi disponibile e dà l'indirizzo di un albergo. Entra, aspetta nella reception 30 minuti, poi esce e prende un altro taxi, scende davanti a un appartamento che ha prenotato settimane prima tramite airbnb, con un account di una sua amica.

A piano terra c'è un negozio di alimentari aperto 24 ore su 24, entra e chiede all'indiamo alla cassa le chiavi dell'appartamento dando il riferimento della prenotazione. Quello tira fuori il mazzo da un cassetto e gliele porge senza fare domande. Acquista anche un cellulare usa e getta, visto che c'è.

Quando entra nell'appartamento e si chiude la porta alle spalle fa un sospiro di sollievo.

Si guarda intorno, alla ricerca della password per l'wifi che trova su una cartolina di ben venuto.

Tira fuori il portatile dal trolley e verifica tramite un account criptato che il suo profilo su bitcoin sia in ordine. E' il metodo più sicuro e rapido per farsi pagare, la mattina dopo s'incontreranno da Poppy un baretto nel bel mezzo del Balboa Park. Lei consegnerà la collana in cambio del codice con cui le verranno accreditati 3 milioni di dollari.

Sa bene che la collana ne vale 7, e che probabilmente smembrata e vendute le pietre singolarmente molte di più, ma non è il suo lavoro occuparsi di riciclaggio, preferisce avere soldi puliti.

Nel pomeriggio ha un appuntamento con un ricettatore di fiducia a cui venderà anello e bracciale, quelli sono pezzi standard, meno pregiati . Sicuramente meno rischiosi da piazzare e non riconoscibili. Probabilmente le frutteranno 400.000 dollari in contanti, forse qualcosa in più.

E' la parte del suo lavoro che le piace meno, trattare con quella feccia è sempre rischioso. Ma a San Diego ha un contatto affidabile, manda un messaggio dal cellulare usa e getta al numero dell'uomo che dovrà incontrare nel pomeriggio con i dettagli delle pietre, chiedendogli se è tutto confermato.

Quando riceve la conferma, spenge il telefono. Chiude il computer e cerca di dormire.

Non c'è verso.

E' troppo agitata.

Deve scaricare un po' di tensione oppure il giorno dopo sarà una corda di violino.

C'è un solo modo.

Sostituisce le sneakers con i sandali dal tacco vertiginoso, leva la maglietta e la felpa e indossa un camicetta nera scollata, i jeans attillati possono andare. E' minuta ma ha una terza abbondante, e con un paio di scarpe col tacco il suo metro e sessantaquattro arriva a un metro e settanta sei, abbastanza da non passare inosservata.

Sciogli i capelli lunghi e li lascia liberi sulle spalle, si trucca gli occhi per accentuarne il colore, sa che dopo le tette sono il suo punto forte: blu cerchiati di nero, con due lunghe ciglia da bambola evidenziate da un pesante strato di mascara.

Può andare.

Conosce a San Diego un bar ben frequentato dove spera di riuscire a trovare quello che cerca, chiama un taxi e mezz'ora dopo è lì.

Non ci vuole molto perché venga notata da tre uomini in giacca e cravatta, probabilmente lì per una cena di lavoro ormai terminata. Avranno dieci anni più di lei, ma non è un problema. Hanno un chiaro accento del Texas probabilmente sono ospiti di qualche hotel per una trasferta di lavoro.

Le offrono da bere, chiedendole cosa fa nella vita.

Sa che molti si arrapano sentendole dire che è una studentessa, per qualche arcano , inspiegabile motivo. Dimostra meno dei suoi 26 anni e probabilmente anche questo per alcuni è eccitante.

Bene, stasera ha bisogno di divertirsi.

Li soppesa con lo sguardo, uno dei tre non è male. Lineamenti piacevoli , alto , spalle larghe, chiaramente fa attività fisica. Spera solo che siano muscoli veri e non frutto di polverine e steroidi, se è così la serata sarà poco divertente. La resistenza è essenziale per quanto la riguarda, non viene in due secondi e spesso le scopate da una botta e via sono alquanto deludenti di per sé.

Il brivido del rischio è quello che solitamente la eccita.

Andarsene via con uno sconosciuto.

Più grande di lei, più forte.

Tutto può accadere.

Qui non ci sono rischi calcolati, non sai con chi hai a che fare: un padre di famiglia? Un mansueto impiegato che trascorre in ufficio le sue giornate? Un dirigente impietoso che affronta la concorrenza col coltello tra i denti? Un vizioso? Un perverso? Un fidanzato infedele? Un solitario frequentatore di night? Un sadico?

Niente di quello che viene detto prima conta.

Quando entri in camera con lui e ti chiudi la porta alle spalle, tutto può accadere.

Per lei che ha sempre la situazione sotto controllo nella vita vera , lasciarsi andare all'imprevisto è un modo per allentare la tensione. Sa che è pericolosamente stupido, sa che assolutamente poco professionale, sa che è rischioso oltre ogni ragionevole percentuale ma stasera ha bisogno di perdere il controllo.

Sentire il cuore che accelera i battiti, le mani sudate, il dubbio di non aver fatto la mossa migliore ... è stanca di sentirsi un automa, un robot, programmato per non fallire.

Meglio qui che sul lavoro, si ripete.

Meglio qui che nella vita vera.

Cosa potrà mai accadere?

Beve l'ultimo shot alla goccia e si fa portare fuori dallo sconosciuto di turno.

Il dado è tratto.

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