Dentro

85 Hutton

Il mistero per cui le donne ci mettano ore a prepararsi persiste, e Maya non fa eccezione. E' entrata in quel bagno da più di un'ora sbattendo la porta e non ne è ancora uscita, eppure il vestito che indosserà stasera è davvero poco complicato oltre che succinto.

Cerca di concentrarsi sulle carte che ha in mano, guarda l'orologio nervoso. Non vuole arrivare in ritardo, anzi. E' fondamentale che arrivino prima possibile, più tempo hanno più il loro sopralluogo avrà uno scopo.

Si alza in piedi per andare a bussare alla porta nell'attimo in cui questa si apre.

'Vorrei capire perché devo sempre indossare vestiti del genere!'

Prorompe Maya, appoggiandosi al muro di schiena con fare provocante e sexy.

'Che dici, cono abbastanza zoccola?'

Lo apostrofa ironica.

James è troppo emozionato per rispondere, per un attimo vorrebbe tenercela tutta la sera attaccata a quel muro, sollevarle il vestito fino alla vita, spalancarle le gambe e sperimentare di persona se è abbastanza zoccola per i suoi gusti dissoluti.

In un attimo tutti i buoni propositi d'indifferenza finiscono a gambe all' aria, vuole solo strapparle quel vestito rosso di dosso e rimanere almeno una settimana tra le sue gambe, chiuso con lei in quella camera d'albergo. Lasciando il mondo fuori.

Deglutisce per recuperare un po' di autocontrollo.

'Me lo hai insegnato tu : più una donna è sexy, più un uomo è portato a sottovalutarla.'

Maya si stacca dal muro e gli punta contro la borsetta strizzandogli un occhio.

'Con te ha funzionato, Hutton.'

Poi si volta e cammina ancheggiando su quei sandali da delirio fino alla porta che apre per lui.

'Siamo pronti?'

Lui la raggiunge e appoggia una mano sulla porta, all' altezza del suo viso, per tenerla spalancata. Con l'altra indica il corridoio deserto.

'Prima le signore.'

Vorrebbe ribattere che sì, ha funzionato.

La prima volta.

Ma lui tende ad imparare dai propri errori e non ha nessuna intenzione di sottovalutarla ancora, ma poi decide di tenerselo per se. 

Fissa quel perfetto culo a cuore che si allontana lungo il corridoio e si ripromette che riuscirà a domarla. Prima o poi quella donna sarà sua, corpo, anima e cervello.

Sua e di nessun altro.