97 Ygor

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Bussano alla porta.

Ygor ha dato preciso ordine di non disturbarlo, sebbene si alzi tutte le mattine molto presto. Guarda l'orologio infastidito, sono le 7,29, possibile che ci sia già bisogno di lui?

Scende dal letto enorme dove due ragazze dormono tra le lenzuola sgualcite, il giorno prima è stata una giornata di merda, ha dovuto sfogarsi in un qualche modo.

Spalanca la porta.

'Capo, abbiamo un problema.'

Ygor fulmina con lo sguardo Alexej, sa che non gli piace essere disubbidito e lui dei suoi tirapiedi è il meno stupido. Capisce subito che è qualcosa di grave.

'Sentiamo.'

Quello gli porge un fascio di quotidiani.

'E' già tutto on line' puntualizza impassibile.

Ne prende in mano uno e legge il titolo a caratteri cubitali. Lo lascia cadere per terra.

'Merda!'

Ne prende un altro, e poi un altro e un altro ancora. Ovunque c'è il suo nome legato a quella maledetta pietra. Impreca in russo.

'Come cazzo ha fatto ad uscire la notizia! Gli faccio causa...a quella maledetta agenzia, scommetto che sono stati loro! Non soli si sono fatti rubare quella pietra del cazzo... ora anche questo. Ma loro non hanno idea di chi hanno come cliente.'

Rientra in camera e prende il telefono in mano, poi si volta verso Alexej fermo sulla porta.

'Scendo a fare colazione e delle telefonate. Dì a Victor di buttare giù dal letto il mio avvocato e portalo qui, immediatamente, e fai sparire queste due troie dalla mia camera, non le voglio trovare al mio ritorno!'

Lo supera furibondo e scende le scale fino al piano di sotto dove si dirige a passo di marcia verso la stanza da pranzo, il tavolo è già imbandito con la colazione. Una cameriera si avvicina con lo sguardo basso per chiedergli cosa desidera, ma lui non la fa neanche parlare.

'Portami del cafè! Cosa stai lì impalata, muoviti!!'

Quella si volta sui suoi passi, terrorizzata.

'Vadim! Dove diavolo sei?'

Un uomo alto e ben piazzato si materializza senza troppa premura. E' vestito con un completo impeccabile, elegante e costoso. Resta immobile sulla porta.

'Siediti. Dobbiamo parlare.'

Quello esegue senza dire una parola.

'Hai visto i giornali? Vogliono sputtanarmi, è chiaro. Ma io non posso permettere che accada. Non adesso, a un passo dal fidanzamento con Mara. Abbiamo già fissato la data, non posso permettere che i suoi genitori le facciano cambiare idea, mi serve quella pietra. Ti sei fatto dare le informazioni dall'agenzia che ha ritirato il diamante?'

Quello annuisce.

'Stanno collaborando. Hanno già sguinzagliato i loro investigatori per capire cosa sia successo. I nostri uomini sono partiti ieri e sono già a Nassau. Legalmente gli abbiamo messo alle calcagna Sasha, mi ha assicurato che non hanno scampo, dovranno rifonderti il valore della merca.'

Ygor sbatte una mano sulla tavola con tanta violenza da far tintinnare le stoviglie, Vadim resta impassibile. Seduto al suo fianco.

'Non è abbastanza! Non più!! Se non avessero pubblicato la notizia sul giornale mi sarei accontentato di riavere indietro i miei soldi, e comunque sarebbe stato un problema... ma con quello che hanno pubblicato i giornali? Devo riavere quella pietra e devo riaverla adesso. Non abbiamo tempo, il fidanzamento è tra meno di 10 giorni.... Non ho nessuna intenzione di finire sulla bocca di tutti come il coglione che è riuscito a farsi rubare il Taylor Burton!!'

Quello lo guarda impassibile.

'Può smentire i roumors. Pubblicare che il furto non è stato da imputare alla sua organizzazione...'

Ygor sbatte di nuovo la mano sulla tavola.

'Non posso, maledizione! E sai perché.. perché il furto è da imputare alla mia organizzazione. Siamo noi che ci siamo rivolti a loro, siamo noi che li abbiamo pagati, siamo noi che abbiamo scelto l'interlocutore sbagliato.... Certo, se la notizia non fosse diventata pubblica, avrei potuto far passare tutto sotto silenzio, recuperare i miei soldi ed in qualche modo trovare qualche altro gioiello sensazionale da regalare alla mia futura sposa. Ma non posso e sai perché? Perché non c'è più tempo maledizione!! Perché i giornali hanno già scritto a caratteri cubitali che la pietra l'ho io. E presto Robert Mouawad confermerà di aver venduto dopo 42 anni la pietra... non dirà a chi ovviamente , ma sarà difficile intuirlo?'

Quello scuote la testa.

'No.'

Ygor sbatte di nuovo la mano sulla tavola.

'Asattamente , cazzo! Quindi oggi tu prendi un volo per Nassau e ti assicuri che la nostra squadra laggiù faccia un buon lavoro. Voglio che scopriate chi è stato. Chi è riuscito a fregare la mia pietra del cazzo e che me la riportiate in tempo per i festeggiamenti. Chiaro?'

'Chiaro.'

Vadim è già in piedi, pronto per eseguire l' ordine.

'Vadim!'

Quello si volta, gli occhi azzurri e glaciali puntati in quelli del suo interlocutore.

'Non mi interessa se dovrai uccide, seviziare o torturare qualcuno, riportami la mia pietra. Sono stato chiaro?'

Vadim fa un secco cenno di assenso, poi si volta ed esce dalla stanza.

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