Capitolo 14

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Era mattina, in camera mia era tutto tranquillo e pacifico, finalmente era domenica.
Drin, drin, drin
"Chi cavolo mi chiama alle 7 di domenica mattina" dissi con la voce ancora impastata dal sonno.
Senza neanche vedere chi fosse aprii la chiamata.
"Che vuoi?" chiesi in maniera non tanto educata.
"Molto professionale signorina Alessia, complimenti" disse l'uomo che mi aveva chiamata.
Merda Bang Pd, era il mio primo giorno di lavoro.
"Scusi, non ho visto chi mi aveva chiamata e ho risposto maleducatamente" mi scusai,sperai di essere stata credibile.
"Non é importante ora, alle 8.15 devi essere qua alla Bighit e alle 8.30 partirai con i ragazzi per fare un servizio fotografico" disse Bang Pd mentre io cercavo di assimilare il più possibile, visto che di prima mattina la mia intelligenza non spicca così tanto.
"Dobbiamo andare molto lontani?" chiesi io.
"No non tanto, forse a due orette da Seoul.
Mi raccomando vestiti in modo decente e devi stare attenta che vada tutto bene con il servizio"mi istruii Hitman Bang.
" Ah e non dimenticarti di fare le valige al più presto così ti potrai trasferire dai ragazzi"aggiunse poi.
" OK capo, buonagiornata"dissi prima di chiudere la chiamata.
Mi alzai molto lentamente dal letto, presi solo l'intimo dall'armadio ed entrai a fare una doccia.
Uscita dal bagno mi vestii.
Misi un paio di Jeans blu a vita alta con un golfino rosso.
Poi indossai le Dr Martens nere e il cappotto nero.
Mi asciugai i capelli e li lasciai sciolti.
Misi un filo di trucco, presi la mia borsa, il telefono e le cuffiette per poi uscire di casa.
Presi un taxi ed arrivai alla Bighit alle 8.07.
Appena entrai, tutti mi fissavano in modo strano ma non ci feci caso.
Presi l'ascensore ed andai nell'area riservata ai bts.
"Buongiorno Alessia" mi salutarono tutti i ragazzi tranne Jungkook.
Mi poteva almeno salutare.
Abbassai lo sguardo delusa dal suo comportamento.
Jin accorgendosene gli diede un pugno sul braccio e Jungkook così mi salutò.
"Giorno principessa, sei contenta ora? Ti piace così tanto avere attenzioni vero?" disse in modo molto cattivo.
Non so per quale motivo i miei occhi iniziarono a pizzicare e mi faceva male il cuore.
"Non voglio litigare con te" dissi con voce ormai stanca.
Si avvicinò al mio viso e fece incontrare i nostri occhi.
"Io invece si" mi strizzò il naso con due dita prima di sedersi dov'era prima.
Non gli parlai più fino a quando non fu momento di partire.
Mi alzai e dissi:" É ora di andare!".
Ci dirigemmo verso le auto della compagnia.
Controllai in che auto dovevano salire i ragazzi.
Jin con Jimin
Tae con Hobi
Namjoon con Suga
Io con Jungkook.
Quanto odio la mia vita.
Mi avvicinai ai ragazzi dicendoli con chi dovevano stare e in che macchina.
Jungkook sbuffò.
"Sempre con te, non é che hai modificato gli ordini per stare vicino a me?" mi chiese poi.
"Non lo farei mai, poi non sentirti così speciale" risposi mentre cercavo di slegare le mie cuffie.
Salimmo dentro alla macchina.
Jungkook continuava a fissarmi mentre io cercavo di slegare ancora le mie cuffie, che ormai erano più incasinate del labirinto di Cnosso.
Jungkook a quel punto si stressò e disse:"Da qua ci penso io".
Gli passai le cuffie e in pochi secondi riuscì a sciogliere i nodi che si erano creati.
"Ci voleva tanto?" disse mentre mi passava le cuffiette.
Non gli risposi e iniziai ad ascoltare musica.
Senza neanche accorgermene mi addormentai e misi la mia testa sulla spalla di Jungkook.
Mi svegliai con il maknae che apriva e chiudeva le mie palpebre con le mani.
" Principessa alzati la tua testa pesa" mi disse quella frase cattiva con un tono di voce però gentile.
"Non é vero la mia testa non pesa" risposi io alzandomi lentamente.
"Oh mio dio, cosa é successo ai tuoi capelli?" mi chiese Jungkook ridendo per il mio aspetto buffo.
"Sembri un albero" continuò ridendo.
Gli stavano venendo le lacrime agli occhi.
Gli tirai uno schiaffetto sul braccio.
"Smettila, per caso hai un elastico?" gli chiesi visto che dovevo sistemare "l'albero" che avevo in testa.
"Si, tieni" disse passandomi un elastico.
Mi feci una coda però vidi una faccia di disapprovazione da parte di Jungkook.
"Lascia faccio io" mi disse prendendo l'elastico.
"Girati" mi ordinò poi.
Feci come mi disse.
Iniziò a prendermi gentilmente i capelli con una mano.
Li toccava con tanta delicatezza come se avesse paura di farmi male.
"Ecco fatto" disse appena finì il lavoro.
"Ora non sei più un albero" aggiunse poi.
Sorrisi a quella sua ultima affermazione.
Mi girai e continuai a guardare fuori dal finestrino.
La giornata era particolarmente bella.
Era autunno e le foglie erano già cadute tutte, lasciando gli alberi spogli delle loro barriere.
Il sole mischiato a quel tipico venticello autunnale creava un'armonia perfetta.
Mi girai a guadare il ragazzo che avevo affianco.
Era semplicemente incredibile e bellissimo.
I suoi lunghi capelli neri in contrasto con la sua pelle bianca come il latte.
Le labbra erano sempre le sue labbra.
Chissà di cosa sapevano?
Forse di mare, forse di fragola.
La mascella mascolina e tagliente e quei nei che appartenevano solo a lui.
Le sue mani sono stupende, così belle e così uniche.
Per me lui era come una mezzaluna, perché sono sicura che dietro quelle battute e prese per il culo c'era qualcun altro.
Lo chiamo mezzaluna perché le mezzelune non si fanno mai vedere completamente, una parte di loro rimane nell'oscurità.
Solo chi é fortunato può vedere la luna piena ed io lo volevo così tanto.
C'era qualcosa in lui che mi mandava in casino il cuore e il cervello, anzi ogni cosa dentro di me andava in tilt appena lui mi toccava o mi guardava.
Non sono mai stata una persona attenta ai dettagli ma con lui era diverso, notavo tutto e la cosa che mi confondeva ancora di più é che guardavo anche i difetti e li trovavo così dannatamente perfetti.
Lui era la mia mezzaluna.
E nei momenti in cui abbassava la guardia e si lasciava osservare io riuscivo a vedere la luna piena.

Non lasciare la mia manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora