Capitolo 40

668 24 20
                                    

Furono due ore magiche in cui vidi sette ragazzi vivere il loro sogno.
Non c'è cosa più genuina dei loro occhi mentre si esibiscono, li guardi e l'unica cosa che vedi è l'amore e la gratitudine che provano verso gli Army.
Durante quel concerto piansi, risi, ballai, saltai e mi innamorai di nuovo di quei ragazzi ma un po' di più.
Erano pronti a festeggiare per la serata mentre io ero sdraita sul mio letto d'hotel ad annoiarmi.
Presi la scatola dove c'erano i ricordi che appartenevano a me e a Jungkook.
Fuori la scatola Jungkook ci aveva disegnato un soldatino che veniva ucciso,e di fianco ci aveva scritto:"La causa della sua morte é Alessia col ciclo"
Sorrisi e pensai quanto idiota e dolce fosse allo stesso tempo.
La prima cosa che c'era, era la polaroid che avevamo scattato nel parco dell'ospedale.
Sorrisi vedendo la frase che Jk ci aveva scritto sopra.
Poi un foglio con disegnata sopra una ragazza vestita in modo ridicolo.
Mi scese una lacrima vedendomi raffigurata.
Poi c'era una collanina che Jungkook mi aveva regalato per la festa della donna.
É per ultima una lettera, che il maknae mi aveva dato il giorno del mio compleanno, ma io non l'avevo mai letta.
Ero arrabbiata con lui quando me la diede e l'avevo messa la dentro dimenticandomene completamente.
Era anche un po' stroppicciata.
La aprì lentamente ed inziai a leggerla.
Ti amo così tanto.
Sono qua a guardarti mentre sorridi.
Ogni volta che quel sorriso appare sul tuo volto assaggio un po' di paradiso.
Ti amo perché sei testarda e se ti entra un'idea in testa non te la toglie nessuno.
Ti amo quando rimani imbambolata come una bambina a guardare l'alba come se con lei nascessero nuove speranze, nuovi sogni.
Io non rimango mai a guardare l'alba perché tutta la sua bellezza si riflette in te, tu sei la mia speranza.
Tu scrivi sul mio cuore tutti i giorni.
Quando ti guardi allo specchio, delusa dal tuo aspetto, vorrei che ti guardassi col mio cuore.
Quando ti metti a parlare dei tuoi difetti, ritenendoli la tua rovina, sappi che per me tutti quei difetti sono perfetti.
Ti amo quando ti metti a ballare per tutta la casa in pigiama e poi quando ti accorgi che ti sto guardando il tuo viso diventa rosso, e sei così tenera.
Quando stiamo a guardare il tramonto e tu lo fissi con la speranza che con lui vadano via paure e problemi.
Le notti passate a condividere sogni per poi accorgerci che l'unico sogno che conta davvero siamo noi due.
Le notti passate a guardarci negli occhi e lasciando che le nostre anime si unissero.
I pomeriggi passati a passeggiare nei parchi e ad innamorarci di nuovo però ogni volta un po' di più.
Con questa lettera volevo descrivere il nostro amore, ma non basterebbe, perché passerei tutta una vita a parlare di questo infinito.
Ti amo
E tu principessa mi ami?
Un enorme sorriso si era formato sul mio volto, contornato da lacrime di gioia e amore.
"Si ti amo" risposi sussurrando.
Le mie lacrime inziarono a cadere sulla lettera, facendo scogliere l'inchiostro.
Quanto fortunata sono ad averlo conosciuto, quanto fortunata sono ad amarlo.
In quel momento entrò Jungkook con una bottiglia di champagne in mano e ridendo.
"Amore, cosa fai?" era un po' sbronzo,si sedette sul letto accarezzandomi la testa dolcemente e guardandomi con un sorriso da ebete e con gli occhi di uno che ha bevuto qualche bicchiere in più.
"Perché piangi?" chiese in una voce minuscola, facendo il labruccio.
Scossi la testa, continuando a piangere e a sorridere allo stesso tempo.
"Ti amo tanto" dissi dandogli un leggero bacio a stampo.
"Non aspettarti che ti risponda - io di più - sennò si formerà una conversazione infinita" affermò facendomi ridere, solo lui poteva dire una cosa del genere.
Ci fu un minuto di silenzio e poi lui prese la polaroid in mano.
Il suo viso iniziò a diventare tutto rosso e non era colpa dell'alcol.
Si fece sprofondare nel cuscino.
Gli acarezzai la schiena e gli diedi un bacino sulla guancia.
"Che hai?" chiesi continuando a far vagare la mia mano tra i suoi capelli.
"Mi vergogno di quello che ho scritto, sono troppo sdolcinato a volte" le sue orecchie erano rosse.
Risi sonoramente alla sua affermazione, sembrava un bambino piccolo.
"Be' é vero, a volte mi fai venire il diabete" dissi ironica per vedere la sua reazione.
Lui in risposta mise il broncio mentre teneva stretto al petto il mio cuscino.
Gli diedi un bacio sulle labbra che lui approfondì chiedendomi l'accesso con la lingua.
Mi sdraiai sotto di lui, mentre lui mi acarezzava il seno dolcemente.
Mi staccai lentamente dalle sue labbra e sorrisi vedendolo confuso dalla mia azione.
Iniziai a passare il mio dito su tutto il suo viso, che era a un palmo dal mio.
Lui mi studiava con i suoi occhi scuri e profondi, mentre io disegnavo linee immaginarie sulla sua bocca.
Mi avvicinai di nuovo facendo ripartire il nostro bacio come se non si fosse mai interrotto.
Strinsi la sua maglietta a maniche corte bianca in due pugni per avvicinare il ragazzo di più a me.
"Ti amo" disse tra un bacio all'altro.
"Ma proprio tanto" continuò poi.
Andammo avanti così per un po' finché non ci addormentammo uno abbracciato all'altro e con le mani intrecciate.
La mattina dopo
Mi svegliai con Bang Pd che ci fissava mentre dormivamo.
Aprii gli occhi lentamente e vedendo chi avevo davanti mi alzai all'improvviso e diedi un colpetto a Jungkook in modo che anche lui si svegliasse.
Il maknae urlò per il dolore del pugno, dato non volutamente così forte.
"Si può sapere che h-" si fermò quando vide Bang Pd.
"OH cazzo" affermò guardandomi disperato.
L'uomo si avvicinò al bordo del letto.
"Ora torniamo in Corea" fu l'unica cosa che disse prima di alzarsi ed uscire dalla stanza.
Io e Jungkook ci alzammo e ci vestimmo nel silenzio più totale.
Avevamo paura, tanta paura.

Dopo tante ore di viaggio tornammo in Corea, e io andai subito in studio con Bang Pd

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo tante ore di viaggio tornammo in Corea, e io andai subito in studio con Bang Pd.
Jungkook's POV
Alessia stava parlando con Bang Pd da ormai cinquantasei minuti e non ho mai avuto mai così tanta paura come in quell' arco di tempo.
Non volevo che ci separassero un'altra volta, lei era tanto fragile e solo il pensiero che le facessero del male mi distruggeva.
La amo così tanto che non voglio che la sua mente la faccia sentire così inutile e sbagliata, senza che lei sappia che è la cosa più giusta che mi sia mai successa.
Vorrei farle battere il cuore forte e farle capire che lei è il mio posto felice.
Voglio che sia la mia compagna di vita e voglio che i nostri figli abbiano i suoi occhi.
Voglio continuare a litigare con lei e parlare fino a notte tarda.
Voglio semplicemente amarla.

Finalmente uscì da quella stanza, aveva due occhiaie tremende sotto agli occhi, era stanchissima, tra il lavoro e la scuola non si fermava un secondo.
Le sue lentiggini si vedevano più del solito quel giorno e le sue labbra erano rosse.
I capelli erano sciolti, aveva una maglietta a maniche corte bianche e dei jeans azzurri.
La abbracciai forte e gli diedi un bacio sui capelli, mi tranquillizzai sentendo il profumo alla pesca,dovuto allo shampoo buonissimo che usava.
Presi il suo visino tra le mani e la baciai.
In quel bacio misi tutto l'amore che potevo, per farle capire che io ci sono sempre per lei.
"Allora?" chiesi ansioso.
"Non ha tirato nemmeno fuori l'argomento" rispose sorridendo debolmente.
Non mi conviceva per niente,lei diceva una cosa ma i suoi occhi un' altra.
"Sicura?" chiesi titubante.
Annuì e sorrise ,poi intrecciò le nostre mani e mi portò fuori dall'agenzia.
"Andiamo a mangiare un gelato e poi a fare una passeggiata?" chiese una volta sopra la macchina.
"Tutto quello che vuoi amore" risposi io sorridendo.
Il viaggio d'andata fu abbastanza tranquillo ed era strano.
Non era da noi non parlare.
Prendemmo un gelato e passeggiammo.
Lei non lo sapeva ma a me piaceva un sacco fotografarla o registrarla.
Lo facevo mentre lei non guardava, per riprenderla in tutta la sua bellezza e naturalezza.
Tornammo a casa con lo stesso silenzio di quando eravamo arrivati.
Io e i ragazzi ricevettimo una chiamata d'urgenza della bighit ed andammo via.
Alessia rimase a casa perché doveva studiare.
Ritornammo a casa due ore dopo.
Mi sedetti sul divano distrutto.
Jin hyung andò sopra a chiamare Alessia ma l'unica cosa che sentimmo furono le urla del maggiore.
Fui l'ultimo ad entrare in quella camera, e il cuore mi si fermò.
Spostai i miei hyung che erano in lacrime.
Mi abbassai con le lacrime che non smettevano di scendere e inziai ad urlare.
"Amore, rispondimi" dissi al corpo ormai senza vita di Alessia.
I suoi polsi erano insanguinati e il suo cuore non batteva più.
L'amore della mia vita e la mia ragione non c'erano più.
"AMORE RISPONDIMI" urlai circa dieci volte prima che Namjoon Hyung mi prendesse e spostasse dal corpo della mia principessa mentre i paramedici la coprivano con un sacco nero.
Ero così sconvolto che non mi ero accorto che era venuta l'ambulanza.
Sentii un dolore al cuore indescrivibile,una parte di me era appena morta.
Mi liberai da Namjoon hyung e abbracciai il corpo di Alessia.
"Amore alzati ti prego" dissi con un filo di voce.
"Io ti amo" continuai poi sussurrando, ma non ci fu molto da fare.
Alessia era morta.

Non lasciare la mia manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora