Capitolo 31

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Era passato un mese da quando avevo visto Jungkook.
Ogni tanto gli altri mi venivano a trovare ma essendo molto occupati non più di tanto.
Ero arrabbiata con lui, mi faceva dichiarazioni d'amore e poi spariva così.
Stavo iniziando a sentirmi come un oggetto per lui e la cosa mi faceva stare male.
Gli avevo scritto messaggi in cui gli raccontavo quello che mi succedeva ma lui leggeva e basta non rispondeva mai nemmeno alle mie chiamate.
Non so se lo stesse facendo per non farmi passare problemi con la bighit oppure perché non provava più interesse nei miei confronti.
Da quando non lavoravo più con i bts avevo trovato un lavoro da cameriera in un ristorante molto famoso di Seoul e mi ero concentrata sullo studio per non pensare alla mia vita di merda.
Era lunedì sera e mi stavo preparando per andare a lavorare.
Mi misi l'uniforme che era composta da una camicia bianca e jeans neri e un semplice grembiule che partiva dalla vita e si fermava poco sopra al ginocchio.
Mi feci una treccia laterale e mi misi un po' di trucco.
Arrivai in ristorante ed erano circa le otto di sera.
Non c'era molta gente per fortuna.
Stavo parlando con la mia collega Sarang quando si creò un bisbiglio generale appena entrarono sette ragazzi che io conoscevo molto bene.
Mi abbassai velocemente dietro al bancone del bar.
Non mi potevano vedere in queste condizioni, oltretutto non gli avevo detto che lavoravo in questo posto.
Volevo vedere Jungkook ma non qui dove dovevamo far finta di essere due perfetti estranei.
Porca troia Jk era bellissimo.
E mi mancava tanto.
(É vestito così)

Sarang mi guardava stranita

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Sarang mi guardava stranita.
"Alessia alzati, i bts sono qua cosa fai?" mi rimproverò guardando i ragazzi davanti a lei con le scintille negli occhi.
"Sono abbastanza carina?" mi chiese sistemandosi i capelli, io annuì mentre ero ancora per terra.
"Sarang ti prego li puoi servire tu, io ho ansia non voglio" la pregai insistentemente, facendole il labruccio.
Stava per rispondermi quando il mio capo venne lì e parlò al posto della mia collega.
"No non li servirà Sarang lo farai tu, e alzati da lì, pago una cameriera non un cane" disse acido mentre mi faceva segno con gli occhi di alzarmi.
Mi misi in piedi lentamente e cercai di non affogare nella vergogna.
La mia faccia sembrava una tela dipinta di rosso e le mie gambe iniziarono a tremare quando quattordici occhi mi guardavano ad ogni movimento.
Andai verso i miei vecchi coinquilini, che intanto sie erano già seduti, e ad occhi chiusi pregai dio che si fossero dimenticati di me.
Il mio capo e Sarang mi fissavano dal bancone e i bangtan dal loro posto.
Cos'è questa storia pensai tra me e me.
Nessuno mi ha mai cagato in vita mia e adesso tutti questi occhi addosso.
Era così bello essere invisibili.
Avevo già pianificato di morire da sola in qualche angolo buio dopo una vita passata a piangere e ad ubriacarmi.
Con questa mentalità sarei morta vergin- a no aspetta quella me l'aveva già tolta Jungkook.
Che vita di merda.
Mi bloccai arrivata al tavolo dei ragazzi.
"Buonasera e benvenuti da Delizie di chi gioisce, cosa vi posso portare?" cercai di forzare un sorriso.
Ma tutti i ragazzi davanti a me inziarono a ridere.
Avevano una capacità di mettermi in inbarazzo notevole quanto il trash che gira nella tv italiana.
Volevo sparire ma sono così sfigata che l'unica cosa che feci fu arrossire.
"Perché fai finta di non conscerci?" chiese Hobi asciugandosi la lacrimuccia che gli era venuta perché aveva riso troppo.
"Non è che faccio finta, sono a lavoro devo essere professionale, e adesso prima che il mio capo mi soffocchi con dei noodles cosa volete?" affermai sorridendo visto che il proprietario del ristorante mi fissava.
Annuirono e iniziarono a dirmi cosa volevano.
"Allora cosa mi raccontate di nuovo?" chiesi dopo essermi sciolta un po'.
"Be'.... Sai Kookie si è fidanzato" disse Tae spezzandomi il cuore.
Rimasi in silenzio, Jungkook mi guardava.
Ecco perché non mi aveva risposto e nemmeno cercato, aveva un'altra.
La bighit non voleva me come sua fidanzata perché non ero abbastanza, probabilmente avranno pensato  fosse meglio una modella o un'idol.
"É Kim Yu-mi, lei e Kook escono insieme più o meno da un mese" continuò Tae, osservando la mia reazione.
Lo sapevo che a Jk piacessero le più grandi, ma non pensavo di così tanto, lui e Yumi avevano sette anni di differenza.
"Sono felice per te" dissi guardando il ragazzo che amo.
Mi allontanai e sentì le lacrime scendere.
Dissi a Sarang che dovevo andare in bagno e corsi via.
Avevo il cuore spezzato, l'equilibrio che avevo cercato di tenere si era rotto.
Ero un fiume di lacrime e dolore.
Perché amare fa così male?
Misi il viso tra le mani e le lacrime non smettevano di scendere.
Mi sentivo male, sembrava che il cuore si stesse fermando come se l'unica ragione per cui avesse battuto fosse andata via per sempre.
Bussarono alla porta in quel momento.
"Alessia, sono venuti altri clienti e il capo ha detto che devi occupartene tu" disse Sarang con una voce dolce e confortante.
Mi alzai sistemai il grembiule e mi asciugai le lacrime.
Aprì la porta e sfoggiai uno dei miei sorrisi più falsi alla ragazza davanti a me.
Andai in sala e Jungkook non mi toglieva gli occhi di dosso così decisi di far finta di stare bene per non fargli capire di stare di merda.
Le persone che dovevo servire erano un gruppo di venti uomini, molto maleducati che volevano solo ubriacarsi.
Mi avvicinai a quei barbari e con un sorriso innocente chiesi cosa volevano.
Ridevano e facevano battutine, ma io volevo essere professionale quindi non risposi.
Uno di loro, un signore sulla quarantina, continuava a guardarmi le tette e la cosa mi metteva a disagio così non mi trattenni più.
"I miei occhi sono qua su" dissi all'uomo guardone.
"Calmati puttanella, lo sai che hai delle belle tette, chissà cosa ci fai" affermò facendomi incazzare e non poco.
Facendo un respiro profondo dissi con una voce leggiadra:"Io mi chiedo cosa tu faccia col tuo cervello visto che ora non mi sembra tu lo stia utilizzando"
L'uomo si alzò per fronteggiarmi e alzò una mano per tirarmi uno schiaffo.
Chiusi gli occhi per ricevere il colpo che non arrivò mai.
C'era Jk davanti a me ma non riuscivo a vederlo in viso.
Le sue spalle erano tese e i muscoli del suo braccio erano molto tesi mentre stritolavano quello dell'uomo.
Uno di loro mi tirò una pacca sul culo.
Ero sconvolta, non feci nemmeno in tempo a capire che l'uomo era a terra con un Jungkook incazzato davanti a me che mi faceva da scudo.
Sembrava molto teso.
Si avvicinò il resto dei bts.
Yoongi mi prese una mano e mi portò dietro di loro.
"Prova ancora a toccarla e sei morto" digrignò i denti Jungkook per la rabbia.
"OH il ragazzino che si trucca e fa la femminuccia mi sta minacciando per una puttanella qualunque" disse l'uomo sorridendo mentre si puliva il sangue sul labbro.
"Oh l'uomo che sa chi sono  ed io non so nemmeno come si chiami, pensa di ferirci con le sue frasi da persona senza dignità che ha vissuto una vita misera e senza senso come la sua sola esistenza" affermò Yoongi con una calma paurosa.
A quel punto il barbaro tirò un pugno a Jungkook, il resto dei bts e il branco di uomini iniziarono una rissa senza precedenti.
Cercai di tirare Jungkook via da lì prendendolo per un braccio ma lui non si spostava.
Venne anche il mio capo che fermò tutti, nel casino generale sentì una mano prendermi e guidarmi verso i bagni.
Era Jungkook.
Chiuse la porta del bagno e si scaraventò verso di me, baciandomi molto violentemente.
Non ricambiai perché non capivo cosa stesse succedendo.
Lo spostai da me e toccandomi le labbra lo guardai male.
"Perché?" fu l'unica cosa che dissi con le lacrime che minacciavano di uscire.
Sospirò e si tolse il cappellino che aveva per poi passarsi una mano tra i capelli.
"Tu sei mia, nessuno ti deve toccare" affermò lasciandomi sconvolta.
"Io sono tua? MA STAI SCHERZANDO PER CASO, SEI FIDANZATO ORA, NON SONO UN OGGETTO CHE PUOI USARE QUANDO VUOI TU" urlai gesticlando, facendo uscire la mia anima da italiana fuori.
Presi un lungo respiro per calmarmi e mi innervosì ancora di più quando vidi che il ragazzo davanti a me stava sorridendo.
Perché cazzo rideva.
Prendendo il rotolo di carta igienica di fianco a me lo minacciai:"Ora dovrei soffocarti con questa ma...."
".. Ma mi ami" finì lui la mia frase.
Feci una faccia strana e affermai:"Io amarti, pfff cosa dici, se mi permetti vado a farmi soffocare con i noodles dal mio capo" poi uscì  fuori dal bagno correndo via.
Sarang venne verso di me e mi abbracciò forte seguita dai bangtan.
"Alessia, mi sono preoccupata un sacco, non ti dovevo lasciare servire quegli uomini da sola" disse la ragazza ancora attaccata a me.
La spostai delicatamente e gli sorrisi.
Stavo per parlare quando mi accorsi che i ragazzi erano tutti in disordine a causa della rissa.
Proteggendomi avevano dimostrato di tenerci a me e non gli avrei mai ringraziati abbastanza.
Vennerò ad abbracciarmi tutti in gruppo e non so per quale motivo scoppiai in lacrime e sussurai un "grazie"
Sarang si avvicinò e mi richiamò battendo il dito ripetutamente sulla mia spalla.
Mi girai.
"Bene, te lo dico ora così non dovrai piangere due volte, be' sei stata licenziata" disse chiudendo gli occhi per paura  della mia reazione,ma io non dissi niente, mi allontanai facendo il dito medio al mio capo e uscì dalla porta.
Non sarei entrata mai più in quel posto.

Non lasciare la mia manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora