Capitolo 28

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Mi svegliai con un forte mal di pancia e la testa che scoppiava.
Chiusi gli occhi per cinque minuti, ma poi un dolore tremendo mi svegliò e ebbi la sensazione di essere bagnata.
Mi alzai e volevo urlare.
Avevo sporcato il letto di Jungkook di sangue e lui non se ne era neanche accorto.
Chiusi gli occhi e con la vergogna negli occhi lo svegliai.
"Jk ho fatto un guaio, non uccidermi" dissi a bassa voce accarezzandogli la testa.
Non mi rispose,lo stronzo continuava a dormire.
Perdonatemi ma il ciclo mi fa venire molti sbalzi d'umore.
"Stronzetto alzati" gli strizzai un capezzolo, a quel punto lui si alzò con una faccia dolorante.
"SEI PAZZA PER CASO?" chiese coprendosi il petto con le mani.
"Non ti alzavi" affermai incrociando le mani al petto.
Si schiaffeggiò la fronte con la mano e sbiancò appena vide le coperte sporche di sangue.
"T-tu stai b-bene vero?" chiese con una voce spaventosamente calma.
Sorrisi per la sua faccia, sembrava un bambino piccolo.
"No ora morirò dissanguata" gli strizzai le guance come se fossi una sua vecchia zia.
"Oh mio dio, ora chiamo il medico" si impanicò e si alzò dal letto cercando il suo telefono.
Si vedeva che aveva vissuto con maschi tutta la sua vita.
Mi alzai dal letto e gli misi una mano sulla spalla.
"Jungkook" lo chiamai.
"Ora chiamo il medico" mi ignorò mettendosi la maglietta.
"Jungkook" lo richiamai una seconda volta.
"Dove cazzo é il mio telefono" mi ignorò di nuovo, e fu una mossa pericolosa visto che ero una ragazza con le mestruazioni.
"JUNGKOOK, PER L'AMORE DI DIO VUOI ASCOLTARMI E SMETTERLA DI ANDARE IN GIRO COME UNA TROTTOLA" urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
Si zittì e mi guardò con occhi attenti.
"Ho solo il ciclo" dissi girandomi per uscire dalla stanza.

A colazione
Uscì dalla mia stanza, mi ero messa un paio di leggins e una felpa di Jungkook e per finire le vans.
I ragazzi stavano mangiando.
Avevo un aspetto orribile ed ero arrabbiata senza un motivo preciso.
"Buongiorno" dissero tutti sincronizzati e con un sorriso stampato in volto.
Jungkook, invece, evitava il mio sguardo come se fossi satana.
Mi sedetti vicino a lui e cercai di fare contatto visivo ma visto che non mi degnava di uno sguardo mi incazzai.
"Smettila di fare il bambino e guardami" affermai iniziando a mangiare i miei cereali.
"Scusa se tu mi hai aggredito senza un motivo stamattina" disse facendomi incazzare.
"No non ti ho aggredito senza un motivo, adesso stai attento perché ho dei cereali e posso benissimo soffocarti" mi avvicinai a lui con il cucchiaio.
"Namjoon hyung, Alessia mi minaccia" si lamentò.
"Basta litigare" affermò il leader.
Zittimo tutti all'ordine del più grande.
Gli mimai un "Ti uccido" e mi alzai dal mio posto con in mano la biografia di Wundt.
(Questo è l'outfit di Jk)

Alla BighitStavo guardando i ragazzi registrare le loro canzoni e mi venne in mente un pensiero

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Alla Bighit
Stavo guardando i ragazzi registrare le loro canzoni e mi venne in mente un pensiero.
Loro ci mettono talmente tanto amore e nelle canzoni che fanno ci mettono un pezzo di loro.
A volte ho paura che non tutte le Army riescano ad ascoltare veramente le canzoni dei bts.
Quando dico ascoltarle veramente, significa che devono leggere tra le righe e chiedersi il perché di una determinata frase, perché hanno proprio deciso di scriverla così.
Ho sempre pensato che essere Army vere sia per pochi.
Le loro canzoni bisogna viverle e bisogna ascoltarle col cuore perché ogni canzone che loro fanno costituisce quel pezzo di arte fantastico che sono i bts.
Sono sette ragazzi e ognuno di loro nel proprio singolo é l'artista che crea la magia dei bangtan.
Ognuno di loro collabora a dipingere il bellissimo quadro che sono.
Non penso di aver mai conosciuto artisti come loro.
Creano un legame talmente profondo con i loro fan.
Attraverso le loro canzoni mi sento ascoltata e a casa, mi tengono la mano nella dura battaglia dell'accettazione di me stessa.
É come se mi dicessero:"Stronza amati perché la fuori non c'è nessuno che lo farà meglio di te"
E fu così che divennero il mio gruppo preferito.
E fu così che divennero la mia famiglia ancora prima di conoscerli.

Non lasciare la mia manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora