Capitolo 59

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Mi svegliai rinchiusa ancora in quella gabbia di ferro, Jungkook era sveglio e mi guardava.
Mi alzai dalle sue gambe e mi strofinai gli occhi.
Non si era mosso nemmeno di un centimetro per non svegliarmi.
"Come sta la tua spalla?" chiesi io facendomi uscire fuori un grande sbadiglio e stiracchiandomi i muscoli.
"Meglio" rispose semplicemente, aveva due grandi occhiaie.
"Quanto ho dormito?" chiesi io.
"Circa due ore" rispose Jk.
Mi alzai in piedi andando avanti indietro, cercando una soluzione che non esisteva.

"Porca troia vuoi stare ferma" mi rimproverò lui, mi fermai sul posto, lo guardai intensamente negli occhi.
"No" affermai con voce ferma.
Lasciò cadere la testa all'indietro e chiuse gli occhi.
Presi il suo telefono e cercai di accenderlo ma nulla era morto.
"Telefono di merda" affermai a bassa voce, lanciandolo via.
"Ehi quello è mio, smettila di essere così aggressiva" ebbe l'audacia di dire con tutti i nervi che io mi ritrovavo in quel momento.
Sarei stata capace di ferirgli anche l'altra spalla.
"Io devo smettere di essere aggressiva? Sono rinchiusa in un cazzo di ascensore e sono fottutamente claustrofobica e tu stai ciclando dal braccio, come cazzo faccio a  non essere aggressiva?" dissi senza più fiato.
Mi sedetti per terra e lui rimase zitto.
Appoggiai la mia testa sulle ginocchia e iniziò a mancarmi l'aria e non riuscivo più neanche ad incazzarmi.
Entrai in una specie di stato strano, ero come un vegetale, non sentivo né provavo nulla.
Ma poi mi venne in mente che non potevo morire in un cazzo di ascensore e mi alzai violentemente, iniziando ad urlare.
"PORCA TROIA, NON VI SIETE ACCORTI CHE IL VOSTRO AMATO JUNGKOOK È RINCHIUSO IN UN FOTTUTO ASCENSORE?"
Non avevo neanche più voce in gola.
Lui inziò a ridere ma non ci feci caso.
"AIUTO"
"AIUTO"
"AIUTO"
"A-I-U-T-O"
Iniziai a piangere senza neanche rendermene conto e le mani mi tremavano come non mai.
Ero gelata, avevo freddo e provavo un dolore terribile al petto.
Avevo un attacco d'ansia.
Iniziai a prendere respiri profondi per questo la mia testa prese a girare e io non riuscivo più a tenere l'equilibrio.
"Ehi tornado che ti prende?" chiese Jungkook preoccupato.
Si alzò a fatica e mi raggiunse,racchiudendomi tra le sue braccia forti e confortanti.
"Ehi calmati, shhh ci sono io qua con te, ci verranno a prendere" mi tranquillizzò lasciandomi dei baci dolci tra i capelli e poi uno sulla fronte.
Smisi di tremare e le lacrime calde che scendevano dalle mie gauncie, diventarono fredde.
La testa smise di girarmi e l'unica cosa che sentivo era il battito del cuore di Jungkook.
Era così calmo. Come faceva?
Rimanemmo in quella posizione per circa tre minuti prima di staccarci.
Prese il mio viso tra le mani e lasciò un bacio sulla punta del mio naso, che era freddo.
"Dai vieni" disse prendendomi per mano.
Si sedette per terra e con gli occhi mi indicò le sue gambe.
Non capivo cosa intendesse.
"Siediti qua" mi ordinò ma io scossi la testa come una bambina piccola.
"Se io ti dico di sederti qua tu ti siedi qua" disse con tono di superiorità.
"Perché dovrei farlo?" chiesi incrociando le braccia al petto.
"Perché sei mia e perché se non lo fai, ricordati che siamo rinchiusi in un ascensore, soli e tu sotto quella camicia non hai più nulla, non puoi scappare da me" disse con tono provocatorio guardandosi le unghie.
Mi guardai attorno e sospirai, per poi sedermi sulle sue gambe come mi aveva ordinato.
La sua faccia era vicinissima alla mia e sentivo il suo respiro caldo sul mio collo.
"Hai visto principessa? Sei ancora viva" affermò sorridendo come un bambino e facendomi l'occhiolino.

Dopo due ore:
"Quindi hai lanciato il caffè addosso a quelle tipe?" chiese lui ridendo, io ero ancora seduta sulle sue gambe.
"Si" risposi con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
Nelle ultime due ore avevamo parlato un sacco come sempre.
Noi due non rimanevamo mai senza parlare o argomenti di cui discutere.
"Sai a me piacciono le cose con la fragola ma non la fragola" affermai appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Tu sei pazza, la fragola è buonissima"
"Non è vero, non è tanto dolce"
"Ma questo non significa che non sia buona"
Sentì la sua voce dritta al cuore.

"Alessia?" mi chiamò lui.
"Si"
"Tu mi ami ancora?" chiese lasciandomi sorpresa.
Ci fu silenzio ma poi mi decisi a rispondere.
"Be' diciamo ch-" iniziai a dire ma venni interrotta.
"ALESSIA, JK SIETE LÌ?" sentimmo la voce di Jimin da fuori.
Io mi alzai dalle gambe di Jk e lui sospirò come se fosse infastidito che ci avessero interrotto.
"JIMIN SIAMO QUA" urlai con tutta la voce che avevo in gola.
"OH FINALMENTE È TUTTO IL GIORNO CHE VI CERCHIAMO" urlò lui a sua volta per farci uscire.
"JIMIN TI PREGO FACCI USCIRE DA QUA" dissi io in una voce quasi ridicola.
"SI NON PREOCCUPARTI, IL TECNICO È QUA" ci informò.
Nel giro di trenta minuti eravamo fuori.
Luca venne ad abbracciarmi forte, mentre Jimin corse ad aiutare Jungkook.
"Oh Jungkook-ssi la tua spalla è messa male, andiamo all'ospedale" disse Jimin al più piccolo.
"No non  e ho bisogno" rispose il maknae guardando male Luca che continuava a baciarmi il collo.
"Piccola stai bene?" chiese il mio ragazzo toccandomi le ferite sulle guance.
"Si... Non c'è bisogno che tu mi stia così appiccicato" risposi allonatanandolo leggermente da me.
"Piccola non mi vuoi vicino?" chiese avvicinandosi a baciarmi mentre io cercavo di allonarlo.
Ma non mi voleva sentire.
"Non è questo è solo che sono ancora sotto shock" risposi cercando di staccarlo da me.
"Piccola non dire cazzate"
Sentì il corpo di Luca essere spostato bruscamente da me.
"Non ci senti? Ti ha detto che non vuole" disse Jungkook mettendosi davanti a me.
"Non ti spacco la faccia solo perché hai già una spalla fuori uso" affermò Luca con una faccia da schiaffi.
Jungkook stava per rispondere ma venne Yeji correndo verso Jk e iniziò a limonarselo davanti a noi.
"Amore mio la tua spalla" disse la ragazza toccandolo dapertutto.
Quando dico dapertutto è perché lo stava toccando dapertutto.
Sfiorò il suo pacco con un dito e fece l'occhiolino al maknae.
"Vedo che alcune parti perfortuna non sono danneggiate, potremmo testarle stasera" disse lei.
Jimin si allontanò facendo finta di vomitare e facendo una faccia disgustata.
"Sarà meglio che io mi scarichi una bella serie tv e che carichi per bene le airpods" disse Jimin a me e Luca, facendoci ridere.

Non lasciare la mia manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora