CAPITOLO 1

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                                                                                                 H E L E N

La carrozza procedeva spedita. La serata si preannunciava piacevole con un clima, che per quanto fosse possibile a Londra nel mese di aprile, era particolarmente tiepido. L'aria all'interno della vettura era euforica.
Fin dalla partenza da Stafford House Sarah non aveva smesso mai di ciarlare. Nella penombra della carrozza Helen osservava di sottecchi la giovane donna seduta di fianco, con un misto di amore ed orgoglio. Le gote arrossate per l'emozione, i capelli intrecciati sul capo ed adornati con piccole margherite, gli occhi azzurri e splendenti per l'attesa, al collo  un semplice collier d'oro,ricordo della mamma, e
l'abito di seta bianco con perline sullo scollo a barchetta, simbolo di purezza, quella delle debuttanti.
Lord Stafford conte di Wiltshire seduto di fronte, guardava la figlia con un sorriso colmo d'affetto ed il pensiero rivolto alla povera moglie che,  dall'alto dei cieli, sicuramente li stava guardando.

Erano passati oramai otto lunghi anni da quando una brutta febbre se l'era portata via e lui ancora la piangeva. Helen Derby era stata la loro salvezza. Appena ventiduenne aveva bussato alla porta della dimora di campagna chiedendo un impiego come istitutrice. In un primo momento, vista la giovane eta', il conte si era mostrato restio a concederle una chance, ma poi colloquiando con lei per circa un'ora aveva percepito il potenziale sia a livello di competenze che di bonta' d'animo. Difatti era bastata una giornata affinche' Sarah si innamorasse di Helen e viceversa.

L'uomo non aveva mai indagato a fondo sulla vita della ragazza, si era fatto bastare le referenze di una nota scuola per signorine, dove pare lei avesse studiato e le rassicurazioni della stessa di essere figlia di un curato di campagna.
In fin dei conti erano passati anni e non si era mai pentito della scelta. Sarah era divenuta una splendida ragazza, educata verso le piu' ferree regole della societa', dedita al prossimo, erudita, e tutto grazie ad Helen che si era annientata in suo favore.

Il conte l'aveva spronata nel corso degli anni a prendersi del tempo per se stessa, in modo da poter andare a trovare la famiglia d'origine, oppure per conoscere un uomo e magari sposarsi, ma lei aveva sempre ribattuto che ci avrebbe pensato quando la ragazza non avesse avuto piu' bisogno di lei.

La carrozza sopraggiunse di fronte alla villa dove erano stati invitati per la serata. Si accodo' ad altre dalle quali scendevano nobili uomini e donne dall'eleganza raffinata. Quando arrivo' il loro turno, il valletto apri' la portiera e il predellino, dal quale scese il conte. Fu lui stesso ad aiutare le due donne a fare altrettanto porgendo loro la mano guantata.

Helen si guardo' intorno intimorita lisciandosi, in modo convulso, la gonna dell'abito grigio e accollato. Aveva scelto quel colore in particolare in quanto anonimo. I rossi capelli indomiti per natura, legati in una crocchia severa unitamente alle ombre scure sotto gli occhi verdi, frutto delle notti precedenti insonni, la facevano sembrare piu' vecchia che nella realta'. Ma lei non se ne curava volendo passare inosservata.
Avanzo' dietro il conte e la figlia tenendo gli occhi bassi. Partecipava alla serata in qualita' di chaperon e come tale, avrebbe occupato una postazione marginale dalla quale non si sarebbe spostata, cosi' si era ripromessa.

Entrati nel grande salone della villa, loro si mossero in direzione dei padroni di casa per porgere i saluti mentre Helen rimaneva in disparte. Il cuore le batteva forte mentre osservava la motitudine di coppie che volteggiavano a ritmo di musica al centro della pista illuminata a festa da innumerevoli lampadari di cristallo.

Tutto intorno erano state posizionate sedie imbottite e divanetti per chi desiderava conversare o spettegolare dietro ventagli aperti ad arte. Lei conosceva bene quegli ambienti....come avrebbe potuto dimenticare....
Il suo sguardo si poso' su di un gruppo di giovani che, chiusi in un  capannello, ridevano tra loro facendo battute dopo aver esaminato minuziosamente le ragazze che sfilavano davanti ai loro occhi. Se avessero guardato Sarah in quel modo....
Un moto di rabbia la colse all'improvviso, talmente intenso da farle imporporare le guance e fu solo grazie all'intervento della sua protetta se non si scaglio' contro di essi,  rivolgendo loro solo un'occhiata assassina.

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora