CAPITOLO 19

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Sarah, quella mattina, trovò Elisa intenta a dirigere la servitù impegnata nell'attivita' di lucidatura dell'argenteria. 

Noto' il volto sciupato e le occhiaie che lo imbruttivano e decise di indagare sull'origine del suo malessere. 

"Buongiorno carissima" esordì abbracciandola da dietro e allontanandola da orecchie indiscrete. 

"Come ti senti quest'oggi?" le sussurro'.

Lei si girò lentamente e sorrise, mogia. 

"Oggi molto meglio, grazie" ma non la guardava negli occhi e Sarah, essendo più alta, si abbassò per incontrare il suo sguardo. 

"Helen, me lo diresti se ci fosse qualcosa che ti preoccupa...non è così?". 

"Certamente milady….ma...come potete dubitarne?" oramai mentire le veniva facile, come sentirsi chiamare con quel nome, quindi si costrinse a guardare la sua protetta negli occhi, senza remore. 

"Non so…ultimamente ti vedo stanca, spenta… ti occorre un periodo di riposo, sono anni che lavori senza tregua e…magari ti mancano i tuoi familiari, che ne dici di andare trovarli?" 

"Ma…siamo nel pieno della stagione e vostro padre…"

"Con papà ci parlo io stessa, mi accompagnerà lui agli eventi per il periodo in cui sarai assente, e in casa….faranno a gara per sostituirti e farti trovare tutto in perfetto ordine per quando ritornerai". 

Elisa non riuscì a trattenere le lacrime, non meritava un tale affetto, non dopo tutte le menzogne che aveva propinato loro. 

Corsero l'una nelle braccia dell'altra e si strinsero forte. 

"Vi prometto Sarah che….un giorno quando starò meglio…vi racconterò tutto…e..forse avete ragione, devo tornare a casa e affrontare le mie paure una volta per tutte". 

Ecco confermati i sospetti, si disse Sarah, c'era qualcosa sotto…. 

Mr. Pearson tossicchio' per attirare la loro attenzione e, a malincuore, si divincolarono. 

"Miss Derby è arrivato un messaggio per voi" disse porgendole una semplice busta bianca con scritto sopra il suo nome. 

Lei impallidi' e, intuendo di cosa si trattasse, si allontanò per leggere il biglietto contenuto al suo interno. 

Lo lesse velocemente e preparò mentalmente l'ennesima, e si augurava, ultima bugia da rifilare. 

"È di una mia amica…una vecchia amica..mi ha invitato a desinare con lei questa sera…nella sua abitazione.. e se non avete bisogno di me milady…" 

"No Helen….devi andare, ti prego. Sei molto stressata, vedrai ti farà bene uscire". 

Elisa era consapevole di stare giocando con il fuoco, ma doveva andare fino in fondo. 

"Sarah…io vorrei approfittare della vostra generosità. Avete ragione, ho bisogno di far visita alla mia famiglia…e se voi siete d'accordo, partirei domani stesso…molto presto..preferirei lo diceste voi a Milord, a cose fatte, non vorrei mai che si preoccupasse" azzardo' codarda. 

Mr. Pearson aveva assistito allo scambio di battute, esternamente imperturbabile come al solito, ma dentro era una pentola in ebollizione.

Miss Derby in partenza? 

E per dove? E per quanto tempo? 

Per l'amor di dio…lui si preoccupava di tutti gli occupanti la casa, ma la signorina gli era particolarmente cara…anche Mrs. Pearson era in pensiero per lei.. 

E se durante il viaggio le fosse accaduto qualcosa? 

No, assolutamente no. Doveva avvertire Lord Stafford di questa novità. 

Non si era mai intromesso riportando le conversazioni altrui, ma questa volta, se non lo avesse fatto Lady Stafford, ci avrebbe pensato lui a spifferare tutto.

"Mia cara..questa sera rilassati con la tua amica e per domani….non crucciarti, papà capirà". 

Elisa passò il resto della giornata ciondolando per casa come un'automa. 

Aveva accantonato, in un angolo recondito del cervello, il pensiero per la serata che l'attendeva.

Avrebbe affrontato tutto a tempo debito e l'indomani, con il beneplacito di Sarah, sarebbe fuggita a gambe levate per andare ad affrontare l'altra parte del suo passato, doveva chiudere le porte una ad una, non poteva seguitare a barcamenarsi nella melma che era divenuta la sua esistenza. 

Forte di questi pensieri, entrò in camera da letto per prepararsi. 

Tirò fuori l'abito verde, indossato in occasione della cena e lasciò i capelli sciolti, ondulati, come sapeva piacevano a lui. 

Gli avrebbe fatto perdere la testa. 

Waldegrave non sapeva di che pasta era fatta, cosa fosse diventata a causa sua. 
Credeva di poterla manovrare a suo piacimento? Si sbagliava!

Basta lacrime e disperazione! 

Era arrivato il momento di tirare fuori gli artigli e vendicarsi, e l'avrebbe fatto a modo suo, anche se ne sarebbe uscita con il cuore a brandelli. 

Pronta ad uscire, Mr. Pearson la informo' che la carrozza era in attesa. 

Sarah aveva insistito affinché usufruisse dei servizi di Stafford House e lei, per non destare sospetti, aveva acconsentito. 

Si fece lasciare a qualche isolato da Waldegrave e percorse le poche centinaia di metri  che la separavano dal suo destino, spedita e a testa alta, senza paura. 

Bussò alla stessa porta della volta precedente e lui aprì prontamente.

"Benvenuta Lady Grey". 

Ad Elisa balzo' il cuore nel petto. 

Era bellissimo con la camicia bianca, immacolata, sopra un paio di calzoni bordeaux e stivali neri lucidi. 

I capelli tirati indietro lasciavano scoperta l'alta fronte e gli occhi….erano di un color caramello acceso e brillavano per l'attesa. 

Sorrise ammiccante sentendosi osservato. 

"Milady quando hai terminato con l'ispezione, possiamo accomodarci" la prese in giro facendole strada. 

Elisa premette le labbra una contro l'altra per impedirsi di rispondere. 

Quella sera sarebbe dovuta andare contro tutto ciò in cui credeva per portare a termine quanto si era prefissa. 

Lo segui' lungo la scala ma, invece di fermarsi al piano terra, proseguirono salendo un piano ulteriore. 

Il bastardo voleva passare subito al dunque? 

Ne ebbe conferma quando la fece entrare in una stanza dove, accanto al fuoco scoppiettante, era stata posizionata una tavola apparecchiata elegantemente per due. 

Notò diversi elementi d'arredo tipicamente maschili e sulla parete di fronte, una porta che sicuramente dava accesso alla sua stanza da letto. 

Le tolse il mantello dalle spalle e le fece cenno di accomodarsi scostando una delle sedie dal tavolo. 

Verso' il vino rosso dentro le flute e tolse le cloche luccicanti dai vassoi, il tutto senza una parola da parte di entrambi. 

Thomas tossicchio' per spezzare il momento di imbarazzo. 

"Sei bellissima" se ne uscì guardandola intensamente. 

Elisa prese una fettina di formaggio dal vassoio e non rispose. 

"Hai ingoiato la lingua per caso?" insistette stizzito. 

Lei incamero' parecchia aria prima di rispondere. 

"Cosa vuoi….che ti ringrazi?" rimarco' l'ultima parola con aria di sfida. 

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora