CAPITOLO 57

864 58 0
                                    

Thomas aprì la porta del salotto e cedette il passo alle signore. 

Elisa e Sarah raggiunsero Caroline seduta sul sofà mentre lui si avviò in direzione di Lord Stafford che stava dialogando con Neal e James. 

"Signori…" richiamo' la loro attenzione. 
"Rallegratevi con me, sono riuscito nell'impresa epica di riappacificarmi con mia moglie" sorrise finalmente sereno sotto lo sguardo severo di Stafford. 

Neal e James gli strinsero la mano dandogli contemporaneamente delle vigorose pacche sulle spalle, mentre il padrone di casa rimaneva muto e allora Thomas si rivolse direttamente a lui. 

"Ascolta Stafford" esordì sospirando. 

"Penso di sapere perché mi odi a questo modo e, credimi…posso capirlo, la mia contessa suscita delle passioni molto forti, sia in positivo che in negativo…lasciami finire" interruppe sul nascere le recriminazioni del suo interlocutore. 

"Io non discuto del fatto che tu possa aver avuto una pessima opinione di me in passato, ma ora sono cambiato…amo immensamente Elisa e, se ne hai dubitato, mi rincresce ma dovrai ricrederti.
Vorrei poterla portare via con me questa sera stessa, ma se ti è stata raccontata la verità dei fatti..." vide Neal e James assentire.

"...sai benissimo che domani all'alba ho un appuntamento al quale non posso mancare e…vorrei sapere al sicuro sia lei che il bambino…".

"Il bambino?" domandò Stafford guardando Elisa che, accortasi di essere il soggetto principale della loro conversazione, abbassò lo sguardo imbarazzata. 

"Si milord, aspettiamo il nostro primo figlio, volevamo darvi la bella notizia a tempo debito, ma…abbiamo dovuto rivedere i nostri programmi" si piazzó di fronte a lui per guardarlo negli occhi. 

"Stafford, ti chiedo perdono per l'atteggiamento tenuto nei tuoi confronti, devo ammettere di essere geloso dell'affetto che ti lega a mia moglie, ma proprio in virtù di quest'affetto ti chiedo di prolungare l'ospitalità di tutti loro almeno per una notte. Troverò il modo di sdebitarmi" parlò piano per non farsi udire dalle donne. 

Stafford aggrottó la fronte, pensieroso. 

"Va bene…sia chiaro, non lo faccio per te. 
Ma vedi di riportare la tua pellaccia a casa, non sopporterei di doverti pure seppellire" concluse con falsa indolenza. 

Thomas lo guardó intensamente. 

"Se non dovessi tornare…prenditi cura di Elisa come hai fatto in passato…e veglia sul mio bambino" terminò in un sussurro. 

"Sarà fatto Waldegrave, ma preferisco che sia tu ad occupartene, quindi vedi di mettere fuori combattimento quella carogna". 

Thomas incarico' James di stanare il loro amico che, a seguito dell'alterco avuto con Sarah, non era ancora rientrato, mentre a MacCallan toccò l'ingrato compito di vegliare su quelle tre donne cocciute per evitare che si presentassero ad Hyde Park il mattino successivo. 

Stabiliti i compiti di ognuno, Stafford invitò tutti a prendere posto in sala da pranzo. 

C'era solo una sedia vuota ed era quella destinata a Lord Hamilton. 

Sarah, che era venuta a conoscenza dell'intera vicenda, si sentì in colpa per averlo giudicato ingiustamente, era stata avventata come al solito. Aveva ragione William riguardo al fatto che avesse pregiudizi nei suoi confronti, ma nel loro ambiente le chiacchiere relative ai tre rampolli, erano circolate per anni e la loro fama era cresciuta a dismisura passando di bocca in bocca fino ad arrivare alle sue orecchie innocenti. 

Decise che avrebbe chiesto scusa a Lord Hamilton per la vicenda relativa a quel giorno, ma per il resto avrebbe dovuto arrangiarsi, non si sarebbe umiliata per faccende che non la riguardavano anche se ne era alquanto infastidita.

Le portate si alternarono e vennero servite dai camerieri in un silenzio a dir poco imbarazzante. 

Elisa e Thomas, seduti una di fronte all'altro, si guardarono per tutto il tempo con uno sguardo carico di promesse e d'amore e, quando arrivò il momento di congedarsi, lui decise di scortare la moglie nella sua stanza. 

Salirono le scale lentamente, mano nella mano. 

"Thomas ti prego, rimani con me" gli disse Elisa di fronte alla porta della camera. 

"Non posso…sai benissimo cosa mi succede alla vista di un letto…" sorrise sornione stampando un bacio sulla guancia di lei. 

"Non fare l'impertinente…sai bene a cosa mi riferisco. Lascia perdere mio padre, non ha importanza quello che ha fatto in passato, dimentichiamoci di lui e andiamo avanti. Ti prego amore mio…se ti dovesse accadere qualcosa…" concluse con un singhiozzo. 

"Shhhhh…" la prese tra le braccia facendole appoggiare il capo sul petto. 

"Elisa non posso tirarmi indietro lo sai, sarebbe da vigliacchi…e io non lo sono. Tutto quello che posso prometterti è che starò molto attento a non far scalfire il mio meraviglioso corpo" sorrise sentendola sghignazzare. 

"E che cercherò di non colpire a morte Grey…non voglio che tu e Caroline un giorno possiate rinfacciarmelo. Ora sei arrabbiata, ma un giorno nostro figlio ti chiederà di parlargli di suo nonno e cosa gli risponderai? Che il suo papà l'ha ucciso in duello? No amore…cercherò di colpirlo in un punto che lo metta fuori combattimento per il resto della vita…credimi, sarà lui stesso a desiderare la morte". 

Elisa si strinse più forte al torace del marito fino a poggiare l'orecchio in corrispondenza del cuore che batteva forte e regolare nel roboante silenzio del momento. 

"Voglio sentirlo battere così per il resto della mia vita…se così non fosse, si fermerà anche il mio…ricordalo sempre" sussurrò prima di alzare il viso ed andare incontro alla labbra di Thomas già proteste verso il suo viso. 

Il bacio che si scambiarono fu dolce e struggente al tempo stesso, fu uno scambio di linfa vitale, un dare e ricevere che li lasciò entrambi senza fiato. 

"Ti amo mio unico amore…" disse infine Elisa. 

"Ti amo anch'io…immensamente" Thomas le baciò la punta del naso poi si abbassò poggiando le ginocchia a terra. 

"E amo anche te piccolino" le baciò ripetutamente il ventre e abbracciandola in vita posò l'orecchio in corrispondenza del lieve rigonfiamento parlando con suo figlio. 

"Ti prometto che tornerò da voi, ma tu stai attento alla mamma…è una pasticciona imprudente, ma in fondo l'amiamo proprio per questo" sentì ridere Elisa e si rialzó depositandole un altro bacio a stampo sulle labbra e aprì l'uscio della camera. 

"Ora vai a riposare mia signora, domani non appena ho…espletato il mio compito vi vengo a prendere" la spinse all'interno della stanza chiudendola dentro senza possibilità di appello. 



MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora