Per la prima volta nella sua vita James sentì un dolore lancinante al petto.
Vedere uno dei suoi migliori amici incosciente ed in pericolo di vita e sua moglie seduta accanto al letto con una maschera di dolore dipinta sul volto, lo portó dopo tanti anni a rivolgere lo sguardo verso l'alto per chiedere aiuto a Dio. Chiese perdono per tutti gli anni vissuti nella dissolutezza, per il male che poteva aver procurato al prossimo, per aver deluso la famiglia e di tutto ciò chiese perdono anche per conto di William e Thomas.
In fondo non erano state cattive persone, avevano solo approfittato della giovinezza e dei pregi dovuti ai loro titoli per vivere appieno e con leggerezza.
Ma era arrivato il momento di mettere la testa a posto, prendere in mano le redini delle loro vite ed assumersi le responsabilità dei loro casati.
Si avvicinò cautamente ad Elisa e le mise un braccio intorno alle spalle, quasi che con quel gesto volesse inglobare una parte del suo dolore.
"Milady…andate a riposare, starò con lui…"
"No James, vi ringrazio ma rimarrò qui fino a che non sarà fuori pericolo" vedendo che lui stava per obiettare, alzò una mano per zittirlo.
"Non mi convincerete, i nostri cuori devono battere vicini…devono battere in sintonia ed ascoltarsi di modo che se uno si fermerà…possa fermarsi anche l'altro" aggiunse in un sussurro, lo sguardo fermo sul volto sudato di Thomas.
"Come desiderate milady" James aveva la voce rotta dall'emozione.
"Sono fuori dalla porta…se ci fosse necessità… " non ce la fece a terminare la frase, quindi indietreggió uscendo dalla stanza.
William era sceso dabbasso e girovagava senza meta di stanza in stanza.
Non riusciva a fermarsi e riviveva mentalmente quanto successo qualche ora prima.
Grey era arrivato al parco con la solita boria, il suo biglietto da visita da che lo conosceva, e aveva iniziato a dare ordini a destra e a manca come se loro non fossero presenti.
Thomas lo aveva lasciato predisporre tutto senza intervenire lucidando la sua arma e caricandola con indifferenza.
Lord Stafford aveva tentato in ogni modo di far desistere i contendenti ma, vista la risolutezza dei due, si era fatto da parte.
Gli accordi erano stati presi stabilendo che, dalla partenza schiena contro schiena, avrebbero percorso dieci passi per poi voltarsi e sparare contemporaneamente.
Thomas aveva calcolato che data l'età avanzata, Grey avrebbe avuto tempi di reazione più lunghi, rispetto ai suoi, per puntare e sparare ma, come anticipato da Elisa, era ancora molto abile ed il colpo era arrivato a segno nonostante la premura di Thomas per schivarlo.
Il medico chiamato a presenziare, era intervenuto tempestivamente per tamponare l'emorragia al torace del conte, nonostante ciò la perdita ematica era stata eccessiva e lui aveva perso i sensi non prima di aver chiesto loro di prendersi cura di Elisa.
Col cavolo che l'avrebbero fatto!
Lui l'aveva sposata e lui ne ne sarebbe preso cura.
Guai se avesse osato lasciarli.
William entró in salotto deciso a stordirsi con l'alcol. Trovó la bottiglia e riempí un bicchiere di liquido ambrato e, quando si apprestava a berlo, una voce lo bloccó.
"Lord Hamilton bevete adagio altrimenti potrebbe andarvi di traverso" la voce pungente di Sarah lo fece desistere ed appoggió il bicchiere sul vassoio, girandosi lentamente.
Lei aveva ancora la mano sulla maniglia della porta ed il suo splendore aveva illuminato la stanza altrimenti buia.
I lunghi capelli biondi legati in un semplice chignon e l'abito sobrio e accollato, non ne alteravano la fresca bellezza e William rimase fissarla più del dovuto.
"Milord, vi è caduta la lingua?" seguitó a pungolarlo lei.
"No Lady Stafford, sarebbe un ulteriore punto a mio sfavore e non me lo posso permettere dopo tutti quelli che mi avete elencato ieri sera" le rinfacció ironico.
Sarah spalancó la bocca, sorpresa, e poi la richiuse.
"Touche milord. Chiedo venia per la mia maleducazione, ma voi riuscite ad indispormi come nessuno mai".
"Posso chiedervi il motivo? Non vi ho mai mancato di rispetto ed in vostra presenza ho sempre mantenuto un atteggiamento composto, quindi non capisco il perché di tutto questo astio" parlava tranquillamente ma dentro si sentiva come un vulcano pronto ad eruttare.
Sarah abbandonò la sua posizione addentrandosi nella stanza ma mantenendo le dovute distanze.
"Non mi sembra né il momento né il luogo adatto per parlarne, a tempo debito lo faremo" improvvisamente le diventarono gli occhi lucidi ed un lieve tremore la pervase.
"Sono seriamente preoccupata per Elisa, non riusciamo a separarla da Lord Waldegrave e… sono ore che non mangia e non beve…".
"Calmatevi milady…mettetevi seduta, forse siete voi quella che ha più bisogno di bere" l'aiutó a sedere su una poltrona e versó in un bicchiere un dito di liquido ambrato.
"Vedrete…vi aiuterà a placare i nervi" visto il tremore delle mani, la aiutó ad avvicinare il bicchiere alla bocca.
"Avete avuto ragione milord" disse Sarah dopo qualche istante.
"Ora sto meglio...purtroppo queste mie reazioni incontrollate sono iniziate con la malattia della mamma. Adesso, ogni qualvolta una persona a me cara si ammala, vado nel panico più totale e non riesco…".
"Non avete bisogno di spiegarmi nulla, vi capisco. Poco fa mi avete sorpreso proprio in un momento simile…non posso pensare all'eventualità che Thomas non ce la faccia".
Sarah guardó quel bellissimo uomo seduto di fronte a lei.
Una profonda ruga di preoccupazione gli solcava la fronte spaziosa e gli occhi profondi e tristi le provocarono una forte empatia che a stento riuscí a contenere.
"Oh… Lord Hamilton vi prego, non angustiatevi, Waldegrave é forte e presto rideremo di questa disavventura" si allungó verso di lui prendendo audacemente una mano tra le sue.
Si fissarono in un silenzio carico di complicità e comprensione e Sarah, non per la prima volta, sentí i battiti del cuore aumentare vertiginosamente.
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MIO UNICO AMORE
ChickLitSTORIA COMPLETATA Inghilterra '800 Elisa vive in casa di Lord Stafford sotto falso nome. Dopo otto anni il caso le farà incontrare di nuovo Thomas il quale non ha mai saputo i motivi del suo allontanamento. L' odio reciproco li porterà sull'orlo del...