Sarah volle occuparsi personalmente dei preparativi del matrimonio, voleva rendere speciale un evento che altrimenti sarebbe risultato incolore.
Elisa occupava un posto speciale nel suo cuore, era stata una figura fondamentale nella sua breve vita ed avrebbe fatto il possibile per renderle parte dell'amore ricevuto.
Uscì di buon mattino alla ricerca di una fioraia, non fece che pochi passi quando si senti' chiamare.
"Lady Stafford…." il suo incubo si materializzo' dietro di lei.
"Dove state andando…..non è prudente uscire per conto vostro" ed era pure adirato!
"Lord Hamilton, mi duole informarvi che la vostra opinione è irrilevante, non vi devo rendere conto dei miei spostamenti" rispose continuando a camminare.
"Siete indisponente e irresponsabile…non potete andarvene in giro come se nulla fosse, in un luogo che neanche conoscete" William le si paro' difronte per arrestarne l'incedere svelto.
Sarah guardo' il bel volto dell'uomo, trasfigurato dalla rabbia e, come ogni volta che lo vedeva, senti' il cuore accelerare i battiti.
"Milord, sto andando a comprare dei fiori…e non mi sembra di vedere malintenzionati in questo momento" disse guardandosi intorno e poi puntando lo sguardo su di lui.
"A parte uno…".
"Sarah….perché vi rivolgete a me sempre con astio, cosa vi ho fatto?".
"Potrei cominciare col dire che nessuno vi ha autorizzato a parlarmi in modo così confidenziale, per poi continuare affermando che avete fatto soffrire Miss Grey in modo indicibile, per non parlare della vostra fama di libertino... quale argomento preferite? ".
William si sentì sconfitto, le argomentazioni di Sarah erano tutte valide, purtroppo per lui.
" Vi prego, consentitemi di scortarvi….cercherò di non importunarvi in alcun modo".
Lei assenti' piegando il capo e si avviò impettita con l'uomo che la seguiva distanziato di qualche passo.
Non si pentiva di averlo rimesso al suo posto, ma non provava neanche il sollievo agognato, anzi era piuttosto demoralizzata.
Aveva notato lo sguardo angosciato di William, mano a mano che gli elencava le sue colpe, ben consapevole di stare ascoltando la pura e semplice verità.
Entrò in una piccola bottega che vendeva passamaneria e fiori.
Acquistò delle roselline bianche e dei nastri per i capelli e si accordo' per l'allestimento del luogo dove si sarebbe tenuta la cerimonia, voleva tanti fiori e tanto colore.
Rientrò di gran carriera alla locanda, con la scorta sempre alle calcagna, e chiese al proprietario di far preparare un bagno per Miss Grey.
Trovò la sposa seduta sulla sponda del letto, pallida e smunta, con in mano un catino.
"Elisa cos'hai? Oddio…non mi dire che hai lo stomaco sottosopra per l'agitazione….".
Lei rispose con un sorriso di circostanza, magari fosse stata l'agitazione, ma non poteva spiegare a quelle orecchie innocenti il motivo del malore.
"Sarah….ora vorrei vestirmi….Lord Waldegrave ha prenotato il rito per le dodici…non voglio tardare".
"Stanno portando la tinozza con l'acqua calda….rilassati godendoti un buon bagno ed io penso a tutto il resto".
Per una volta i ruoli si invertirono, Sarah ebbe l'opportunità di occuparsi della sua adorata Miss Grey, la sua Helen come l'aveva chiamata per molti anni, e lo fece con tanto amore e devozione.
Quando Elisa si specchio', le spuntarono le lacrime agli occhi.
Il vestito era uno di quelli del nuovo guardaroba: taglio stile impero, rosa chiaro, con del merletto bianco sulla scollatura a cuore e sull'orlo.
I capelli erano stati appuntati sul capo con una spilla di brillanti appartenente a Sarah e piccole roselline candide erano state infilate tra i folti capelli rossi.
Abbracciò la ragazza, commossa da tanta premura e, a braccetto, uscirono dalla stanza.
Scendendo la scala che portava dabbasso, notarono i tre nobili ai piedi della stessa, che guardavano in alto verso di loro.
Thomas aveva gli occhi lucidi mentre prendeva la mano di Elisa, ne baciava il dorso e se la poggiava sul braccio.
"Sei meravigliosa…".
"Anche tu non sei niente male…." rise lei, notando i pantaloni beige alla ussara infilati dentro alti stivali lucidi, la camicia bianca con il collo rigido e la giacca bordeaux con le code.
"Pronta per diventare la mia contessa?" le sussurrò all'orecchio.
"E la mia sposa…la mia amante…e la madre di mio figlio?" concluse emozionato.Lei lo guardo' dritto negli occhi, le gambe come un ammasso di gelatina e il cuore che rimbombava nel petto.
"Pronta!" annuì convinta più che mai.
Si avviarono in corteo verso la bottega del fabbro che avrebbe officiato la cerimonia.
Una volta entrati rimasero meravigliati dall'enorme quantità di ceste piene di fiori che mitigavano lo squallore della stanza.
Elisa guardo' Sarah ringraziandola mentalmente, ben sapendo che era lei l'artefice di quell'allestimento.
Il fabbro li invitò ad avvicinarsi all'incudine, lego' i loro polsi con un nastro e pronunciò il breve rito che li univa in matrimonio.
Thomas si voltò verso la moglie, i polsi ancora uniti a simboleggiare il legame per la vita, e la baciò avidamente.
"Sei mia finalmente…" le sussurrò a fior di labbra.
"Lo sono sempre stata.." rispose lei con le lacrime agli occhi.
"Suvvia staccatevi…c'è un banchetto che ci aspetta" rise James ponendosi tra di loro e consentendo a tutti di congratularsi.
Si recarono alla locanda e, come da accordi, il padrone aveva riservato loro l'intera sala da pranzo, agghindata a festa e fornita di ogni bendidio.
Lady Stafford, Lord Hamilton e Lord Carlton per un giorno avevano sotterrato l'ascia di guerra e si erano alleati per offrire ai loro amici quanto di meglio si poteva trovare in quella landa di confine, senza lesinare nelle spese.
Thomas ancora incredulo, non perdeva occasione per avvicinarsi ad Elisa ed abbracciarla, toccarla, annusare il suo profumo….bisbigliarle all'orecchio parole d'amore.
"Moglie….penso sia arrivata l'ora di ritirarci" le sussurrò qualche ora dopo, impaziente di rimanere solo con lei.
Elisa arrossi' fino alla radice dei capelli e reclino' il collo per poterlo guardare negli occhi.
La devozione che vi lesse, le provocò un brivido di anticipazione dietro la schiena.
"Si marito mio…lo penso e lo voglio con tutta me stessa" si sorrisero complici e si accomiatarono.
La tradizione avrebbe voluto che la sposa si ritirasse nella stanza nuziale e si preparasse in previsione dell'arrivo dello sposo, ma loro oramai avevano saltato tutti i convenevoli, quindi si avviarono mano nella mano verso la camera approntata per l'occasione.
Rimasero senza parole quando, quella che avrebbe dovuto essere una scialba stanza di una qualunque locanda, si rivelò loro come un nido d'amore.
I mobili semplici e consunti erano stati tirati a lucido così come il pavimento e il lampadario in ferro battuto. Il caminetto era acceso ed un fuoco vivace rischiarava la stanza; difronte ad esso era stato posizionato un tappeto bianco di lana, come bianche erano le rose, distribuite su più vasi, che rilasciavano un profumo delicato.
In contrasto, sul letto, il copriletto candido era cosparso di petali rossi e vi erano adagiati una camicia da notte di un tessuto impalpabile e una vestaglia da uomo.
"Abbiamo degli splendidi amici" disse Thomas facendo entrare Elisa e chiudendo la porta alle proprie spalle, dando un giro di chiave.

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MIO UNICO AMORE
ChickLitSTORIA COMPLETATA Inghilterra '800 Elisa vive in casa di Lord Stafford sotto falso nome. Dopo otto anni il caso le farà incontrare di nuovo Thomas il quale non ha mai saputo i motivi del suo allontanamento. L' odio reciproco li porterà sull'orlo del...