CAPITOLO 23

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Elisa trascorse i tre giorni successivi, a bordo della carrozza pubblica che oltre a lei, ospitava altre sette persone. 

Aveva scelto un posto accanto al finestrino e, malgrado ciò, l'olezzo di sudore e di altri effluvi, le arrivava alle narici provocandole un senso di nausea continuo. 

La sera facevano tappa nelle locande di posta e, quando era possibile, si faceva assegnare una stanza singola per riposare, perché di dormire non se ne curava. 

Erano troppi i pensieri che la agitavano. 

Pensava a Thomas struggendosi d'amore per lui, anche se non lo meritava. 

Avevano fatto l'amore,  di questo era convinta, donandosi l'una all'altro. 

Lui aveva messo bene in chiaro cosa si aspettasse da lei, ma il modo in cui l'aveva amata, le faceva agognare ben altro. 

Si chiedeva cosa potesse offrire ad un nobile di quel lignaggio.

Oltre a non avere un cognome altisonante, che tra l'altro stava andando a rivendicare, non possedeva nulla. 

Non aveva la bellezza eterea delle fanciulle nel fiore degli anni, non sapeva se fosse ancora in grado di concepire figli e non aveva una dote o una rendita. 

Di valore possedeva solo la  dignità e quella l'avrebbe difesa a spada tratta. 

Il proprietario della locanda che li ospitava per quell'ultimo giorno di viaggio, le mise a disposizione, dietro congruo compenso, una tinozza con dell'acqua calda e ad Elisa non parve vero di riassumere sembianze umane. 

Si sentiva decisamente meglio dopo aver passato mezz'ora in ammollo. 

Fece asciugare i folti capelli seduta vicino al piccolo camino pensando all'incontro del giorno successivo. 

I suoi adorati genitori non si aspettavano di vederla, li avrebbe colti di sorpresa…non sapeva neppure se fossero vivi o morti. 

Li aveva semplicemente cancellati dalla propria memoria, come avevano fatto loro per i primi diciannove anni della sua misera vita. 

La mattina la colse intenta ad abbigliarsi con quanto di più semplice e ordinario aveva nel suo esiguo bagaglio. 

Lego' i capelli nel solito chignon e pizzoco' le gote per ravvivare il colorito smorto del viso. 

La carrozza ci impiego' tre ore per raggiungere il villaggio di Brockley. Aveva pianificato di percorrere a piedi le due miglia che la separavano dalla casa paterna , per riassaporare i profumi di una terra che, nonostante tutto, amava. 

Attraversò a passo spedito le distese verdeggianti e, oltrepassando il piccolo ponte di pietra che sormontava un fiumiciattolo impetuoso, si trovò di fronte alle alte cancellate che davano accesso alla tenuta di Chewton House…..

Sbircio' attraverso le sbarre…chissà se la mamma di Thomas, l'attuale contessa di Waldegrave, era ancora in vita? 

Elisa ricordava una donna altezzosa e rigida nelle convenzioni sociali, d'aspetto molto simile al figlio, quel figlio che la odiava al pari del nonno. Il padre di Thomas era deceduto quando lui era poco più che un bambino, per una misteriosa febbre. 

Da ragazzi erano stati accomunati dalla stessa sorte, non avevano ricevuto amore….

Però a differenza di Elisa che fuggendo aveva trovato il calore di una famiglia vera, Thomas aveva cercato di riempire quel vuoto conducendo una vita dissoluta. 

Provò pena per lui, più che per se stessa. 

La stava pensando? 

Di certo aveva già accantonato il pensiero di loro due insieme e trovato un'alternativa molto più accomodante e seducente di lei. 

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora