CAPITOLO 10

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 T H O M A S

Thomas congedo’ tutto il personale di servizio, comunicando loro che per quella sera non avrebbe piu’ avuto bisogno di nulla.

Era sottointeso che Lord Waldegrave avrebbe ricevuto una signora dell’alta societa’ e nessuno ne doveva essere testimone, esse pretendevano assoluto anonimato e lui non chiedeva di meglio.

Poco prima delle sei, si apposto’ nelle vicinanze della porta che dalla cucina dava verso l’esterno in attesa di Elisa.

Puntuale, poco dopo senti’ bussare.

Attese qualche istante prima di aprire non volendo apparire impaziente come era in realta’.

Nel riquadro della porta si materializzo’ lei avvolta  in un mantello scuro, con il cappuccio a coprirle il capo e celarne cosi' l'identita'. 

Nessuno dei due proferi’ parola mentre attraversavano la cucina e salivano le scale che portavano ai piani alti.

Arrivati nel salotto Thomas le tolse il mantello poggiandolo sullo schienale di una sedia.

Noto’ che aveva di nuovo indossato un vestito accollato, marrone, abbottonato fin sotto il mento.

I capelli erano acconciati severamente sul volto pallido, ma era sempre lei...la sua bellissima Elisa.

L'emozione lo colse all'improvviso all'idea di averla per sé...a casa...soli, dopo tanti anni...

Aveva sognato infinite volte di rincontrarla, di abbracciarla, baciarla e stringerla talmente forte da fondersi con lei in modo definitivo, così da non perderla più.

Ma erano per l'appunto, solo sogni.
Era troppa la distanza che oramai li separava.
Si schiari' la voce.

“Prego accomodati” esordi’ indicandole il divano posto di fronte al grande camino che occupava una grossa porzione di parete.

Lei obbedi’ continuando a tacere, tenendo gli occhi bassi.

“Gradisci bere qualcosa?”

Lo guardo’ finalmente, fulminandolo con gli smeraldi che erano i suoi occhi. 

“Non sono venuta per fare salotto, saltiamo i convenevoli e veniamo al dunque! Innanzitutto ditemi se in casa c’e’ qualcuno che possa essere in grado di riconoscermi”. 

Thomas fece fluire tutta l’aria che aveva incamerato fino a quel momento, imponendosi di stare calmo.

“No milady, ho congedato tutti. Siamo soli”

“E non hanno sospettato….”

“Non rientra nei loro doveri ‘sospettare’, d’altra parte sono assuefatti a tali situazioni...sai, non e’ la prima volta che ricevo una…..signora” la interruppe perfido, intenzionato ad umiliarla ponendola allo stesso livello delle altre.

Seppe di aver colto nel segno, quando la vide arrossire e abbassare lo sguardo.

“Io milord sono qui per parlare” disse in un sussurro.

Lui prese posto su di una poltrona di fronte al divano per poterla guardare meglio in viso.

“E allora parliamo! Sei disposta una buona volta a confessarmi perche’ ti sei nascosta per tutti questi anni?”

Lei alzo’ improvvisamente lo sguardo, astioso.

“Sono venuta a chiedervi di lasciare fuori da questa storia Lord e Lady Stafford”. 

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora