La mattina a Chewton House fu piuttosto movimentata.
Thomas, dopo una notte insonne, era andato a cavalcare all'alba, prima che facesse giorno, colto da un'inquietudine che gli toglieva il respiro.
Lei sarebbe partita, non aveva inteso ragioni.
Cosa avrebbe potuto fare ancora, per farle cambiare idea, per trattenerla?
Avrebbe potuto chiederle di diventare la sua contessa, certo.
Ma sarebbero stati in grado di soprassedere a tutto il male che si erano fatti in quegli anni?
E poi c'era Stafford.
Era palese che fosse innamorato di lei….se messi sullo stesso piatto, chi avrebbe scelto?
Il dubbio che potesse seriamente portare in grembo suo figlio, lo angosciava dalla sera precedente.
Aveva fatto quella sparata nell'impeto di tenerla ancorata a se stesso, ma se fosse stato vero?
L'emozione lo colse, improvvisa, immaginando Elisa in attesa di suo figlio.
Stafford l'avrebbe voluta ancora sapendola incinta del figlio di un'altro? Magari l'avrebbe presentato al mondo intero, come fosse suo…
Le domande si affollavano nella sua mente mentre affondava i tacchi degli stivali nella pancia del purosangue, spingendolo al galoppo e macinando miglia che lo distanziavano da Chewton e dalla donna che era all'origine del suo malessere.
Elisa era scesa molto presto, inquieta come non mai.
Era compito suo approntare i preparativi per la partenza e quella mattina era particolarmente infervorata.Voleva partire al più presto, senza indugio, senza guardarsi indietro.
Thomas aveva passato ogni limite di decenza la sera precedente.
Istillarle il dubbio che potesse essere incinta!
Ridicolo! Aveva sentito dire di giovani donne che, per molti mesi dopo il matrimonio, non erano state in grado di concepire e lei, alla veneranda età di ventotto anni, ci sarebbe dovuta riuscire alla prima esperienza?
No, non poteva essere.
Non doveva essere.
La paura le mise le ali ai piedi e in men che non si dica, era tutto pronto per la partenza, la carrozza sostava nel grande piazzale ghiaioso in attesa che Lord e Lady Stafford si palesassero.
Thomas e compagni non si erano ancora visti e lei sperava di andarsene alla chetichella senza doverli salutare.
Milord sicuramente non sarebbe stato dello stesso avviso, le convenzioni imponevano di attendere l'arrivo del padrone di casa, per ringraziarlo dell'ospitalità, ma lei avrebbe insistito affinché si affrettassero.
Era quasi riuscita nel suo intento quando, allorché erano tutti in procinto di salire sulla carrozza, un cavaliere in groppa al suo cavallo, entrò al galoppo nel piazzale.
Thomas freno' l'animale tirando le redini al limite del possibile, facendolo nitrire in risposta.
Scese velocemente consegnando le redini al suo stalliere che nel frattempo si era avvicinato e si rivolse all'allegra combriccola riunita di fronte a lui.
"Signori….stavate partendo senza salutare?" lo sguardo serio fisso su Elisa.
"Milord…" fu Stafford ad interrompere il momento di imbarazzo.
"Mi scuso per la mancanza di educazione….ma abbiamo urgenza di partire e…"."E non potevate attendere che tornassi? Cosa c'è di così urgente da offendermi in questo modo?" lo interruppe lui, talmente arrabbiato, da aver paura delle proprie azioni.
Elisa e Sarah tenevano gli occhi bassi, colpevoli, angustiate per il diverbio in corso tra i due nobiluomini, ma decise a non intervenire.
Stafford, diversamente dai suoi pari, era un uomo di larghe vedute, le donne della sua famiglia erano state sempre libere di esprimere le loro opinioni, ma in quel preciso momento nel quale era in corso uno scontro fra titani, non avrebbe apprezzato il loro intervento.
"Waldegrave…non offendetevi, ma le ragioni che ci portano a partire di fretta….non sono affar vostro. Vi ringraziamo per quanto avete fatto per la nostra cara Miss Grey" e marco' con enfasi la parola 'cara'.
"Ma d'ora in poi mi occupo io di tutto….è della mia famiglia che stiamo parlando".
Thomas era interdetto e boccheggio' prima di rispondere.
"Non mi risulta che Miss Grey faccia parte della vostra famiglia, è solo una vostra dipendente…".
"Questo è il vostro punto di vista milord...non il mio… presto le cose cambieranno..sono certo che ne verrete a coscenza" poi rivolto ad Elisa e Sarah.
"Signore…accomodatevi in carrozza".
Loro obbedirono e, dopo aver fatto un leggero inchino, salirono sul mezzo.
Stafford piego' il capo in segno di saluto e segui' le donne, ordinando al cocchiere di mettersi in movimento.
Thomas rimase imbambolato a guardare la carrozza che si allontanava.
Meditava su quanto esposto da quello che oramai riteneva suo rivale e, mano a mano che riviveva lo scambio di battute, la rabbia montava cieca, inarrestabile.
Rientrò in casa a passo di marcia e ordinò al maggiordomo di far preparare una sacca per il viaggio. Predispose che il suo cavallo fosse strigliato e fatto riposare a dovere in quanto, entro un paio d'ore, sarebbero ripartiti per Londra.
Dette ordine affinché William e James fossero buttati giù dal letto, si espresse proprio in questa maniera, e presentati al suo cospetto entro mezz'ora.
Il personale di servizio era atterrito per le urla di Lord Waldegrave.
Non l'avevano mai visto così furioso e obbedivano silenziosamente agli ordini impartiti, per paura di ritorsioni.I due giovani entrarono in biblioteca trafelati. Le grida di Thomas erano penetrate nella nebbia del sonno destandoli di soprassalto e, indossata una vestaglia, erano scesi a vedere cosa le avesse causate.
"Buongiorno conte…." James sorrise vedendo l'amico ritto vicino ad una finestra, con lo sguardo perso oltre l'infinito della tenuta, l'abbigliamento da cavallerizzo in disordine e gli stivali inzaccherati.
"Questa mattina ti sei alzato con l'intenzione di ucciderci? Ti pare questa l'ora di gridare…".
"Sono già le dieci…nullafacenti...preparatevi che alle dodici si parte" sentenzio' continuando a guardare il panorama.
I due, lungi dall'offendersi, si interrogarono con lo sguardo e fu William che dette fiato ai loro pensieri.
"Si parte? E per dove? … Sentiamo…".
"Torniamo a Londra!" tutto lì, breve e conciso.
"Ah si? E gli altri, cosa faranno?" insistette Willy.
Finalmente Thomas si voltò a guardarli e videro una furia nei suoi occhi, che li spavento'.
"Sono partiti, come ladri! Ma statene certi, se pensano di essersi liberati del sottoscritto, sbagliano di grosso" sorrise con cattiveria.
"Vuole andare in Scozia? Benissimo, andremo tutti in Scozia…in fondo Gretna Green è famosa per i matrimoni lampo, bastano due testimoni, che sarete voi due…a costo di trascinarla di peso, stavolta faremo a modo mio!".
Scozia…matrimonio? Testimoni? Chi voleva andare lì? E perché?
I due si guardarono di nuovo pensando che questa volta Waldegrave fosse impazzito sul serio.
Lo assecondarono preparandosi nel più breve tempo possibile, sperando che durante il viaggio di ritorno, sarebbero riusciti a fargli smaltire la rabbia e, soprattutto a capire cosa diavolo fosse accaduto.

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MIO UNICO AMORE
ChickLitSTORIA COMPLETATA Inghilterra '800 Elisa vive in casa di Lord Stafford sotto falso nome. Dopo otto anni il caso le farà incontrare di nuovo Thomas il quale non ha mai saputo i motivi del suo allontanamento. L' odio reciproco li porterà sull'orlo del...