CAPITOLO 29

1K 61 2
                                        

All'interno della carrozza l'umore era alto. 
Erano tre giorni che seguivano Stafford e tutto procedeva secondo i piani. 

"Amici miei, finora siamo stati veramente bravi" James era euforico. 

"Pensate che questa mattina alla locanda, c'è mancato poco che mi scontrassi frontalmente con Lady Sarah" rise divertito. 
"Non che mi sarebbe dispiaciuto….è talmente bella….Tommy se hai perso ogni interesse per lei, penso che potrei farci un pensierino.." ammicco' all'amico. 

"Se questa vicenda finirà come spero, credo che Stafford non vorrà più vedere le nostre brutte facce" rispose Thomas ammiccando a sua volta. 

"Oltretutto Lady Sarah è troppo per te" rispose arcigno William. 

"E sentiamo…chi sarebbe alla sua altezza? Tu?" James era diventato serio di colpo. 

"Potrebbe…" non terminò la frase perché sentirono distintamente una detonazione provenire da un punto indistinto. 

Thomas avvertì un brivido attraversargli la schiena e gridò al cocchiere di accelerare l'andatura. 

Avevano lasciato a Stafford un vantaggio di un paio di miglia e quando giunsero sul luogo del misfatto non erano passati che pochi minuti. 

Nel momento stesso in cui il cocchiere rallento' l'andatura, scesero al volo, armi spianate, senza aspettare che la vettura fosse ferma. 

La scena che si trovarono di fronte li blocco' sul posto. 

Due uomini erano riversi a terra, inermi, la faccia sul terreno polveroso. 

Si precipitano a soccorrerli. 

Per il cocchiere non ci fu nulla da fare, probabilmente era morto sul colpo, il collo spezzato, cadendo dalla carrozza. 

Lord Stafford era incosciente, ma respirava ancora. Sul petto, al di sopra della camicia bianca, una chiazza rossa si stava allargando velocemente. 

Thomas cominciò ad urlare. 

"Aprite la camicia…tamponate quella ferita…" e al contempo si guardava intorno alla ricerca del suo bene più prezioso. 

Dei banditi nessuna traccia, sicuramente si erano dileguati non appena avevano sentito giungere la carrozza, ma le donne che fine avevano fatto? 

Scorse la scia delle ruote della vettura e cominciò a seguirla, correndo. 

Poco più avanti la strada curvava e Thomas ebbe paura di quello che avrebbe trovato. 

Si fermo' di colpo. 

Oltrepassata la curva, la carrozza giaceva rovesciata di lato, gli assi delle ruote staccati e i cavalli, liberi dal giogo, brucavano l'erba in uno spiazzo poco distante. 

Il silenzio regnava assoluto. 

Thomas si avvicinò lentamente, il respiro accelerato, il cuore in gola. 

Non riusciva ad emettere alcun suono, non chiamava, non urlava. 

Aveva il terrore di non ricevere alcuna risposta… poi senti' un lamento…. 

Si riscosse dallo stato di trance. 

"Elisa…. Sarah…" gridò. 

Arrivò anche William ed insieme si arrampicarono  cercando di raggiungere la portiera, che si trovava rivolta verso l'alto. 

Con uno sforzo congiunto, la aprirono. 

Le tre donne erano ammassate sul fondo l'una su l'altra in un groviglio di braccia, gambe e sottane. 

Thomas tremo' impercettibilmente chiudendo gli occhi e pregando Dio di assisterlo nel caso in cui Elisa non ce l'avesse fatta. 

Per otto anni l'aveva perduta ma, in cuor suo, c'era sempre stata la convinzione che prima o poi si sarebbero rincontrati. 

Ma ora…. 

Prese fiato fino a gonfiare il petto. 

"Scendo io…" disse rivolto a William. 

"Tommy non credo sia il caso….". 

"Non mi farai cambiare idea….stai pronto a prenderle e ti prego…delicatamente…" sussurrò, gli occhi lucidi. 

Al cenno di assenso dell'altro, si insinuo' nell'apertura e si calò cercando un appiglio per i piedi, lateralmente, dove si trovavano le sedute. 

Trovato un appoggio stabile, si piego' per cercare di sbrogliare la matassa di corpi e studiare la situazione. 

La prima donna sopra il mucchio umano era la cameriera. Le tasto' il polso…era viva, ma incosciente. 

La prese sotto le ascelle e la sollevò verso le braccia proteste di William che provvide a recuperarla.

Si piego' di nuovo, Elisa si trovava sotto il corpo della sua protetta e….aveva gli occhi aperti. Lo stava guardando. 

"Thomas…." un piccolo lieve sussurro.

"Amore mio…." lui aveva la voce spezzata dall'emozione, le accarezzo' una guancia. 

"Riesci a respirare?" nel frattempo cercava di spostare il corpo di Sarah che con un piccolo lamento annunciò di non essere passata a miglior vita. 

"Si io….ti prego pensa a Sarah, io…" e perse conoscenza. 

"Elisa…" gridò Thomas. 
"Willy prendi Sarah" la ragazza, issata tra le braccia dell'uomo, cominciò a lamentarsi, ma non era il momento di valutarne le condizioni. 

"Torna subito…dobbiamo tirare fuori Elisa…é svenuta…" ma l'amico si era già allontanato e non poté udire le sue parole accorate. 

Con cautela  tasto' le braccia e le gambe, non sembravano esserci fratture, poi le mise il capo sulle sue ginocchia alla ricerca di rigonfiamenti sospetti. 

Lei era inerme, ignara che le mani di Thomas la stessero accarezzando dolcemente, quasi con devozione. 

Il groviglio di emozioni che lui provava, era talmente intenso, che ne ebbe paura. 

Elisa così piccola, abbandonata sul suo grembo….la sua Elisa…la prima lacrima cadde solcandogli il viso e la scaccio' via, infastidito. 

Non voleva mostrarsi debole, ma fino a che era incosciente poteva godersi liberamente la sensazione di possesso che solo lei riusciva a scatenargli. 

Si piego' per baciare la fronte, il naso, gli occhi…. 

"Thomas…. Sono qui.." la voce di William lo riportò alla realtà e alzò lo sguardo verso le braccia proteste di lui. 

"Per favore…fai piano.." la prese tra le braccia senza sforzo alcuno e la passo' all'amico. 

Si isso' velocemente oltre lo sportello ed uscì per aiutare a trasportarla dabbasso. 

La carrozza recante lo stemma della casata di Waldegrave, con a bordo il primo ferito, si fermò accanto alle due donne sdraiate in terra, vicine. 

James scese velocemente e, insieme al cocchiere, le caricarono all'interno della vettura. 

Sopraggiunsero anche William e Thomas che, con in braccio il suo prezioso fardello, ordinò al conducente di volare al più vicino villaggio. 

Dopo circa mezz'ora arrivarono a destinazione e la locanda del villaggio fu requisita, dietro l'auto compenso, per fungere da ospedale da campo. 

Sarah, che nel frattempo si era scoperta illesa così come la cameriera, piangeva disperata per le condizioni critiche di Lord Stafford e di Elisa. 

Entrambi ebbero a disposizione una stanza per essere visitati dal dottore che arrivo', trafelato, allertato dal locandiere. 

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora