CAPITOLO 8

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T H O M A S

La vide arrivare, il passo svelto, ma resistette al desiderio di  compiere un gesto di cavalleria aiutandola a salire,  non lo meritava.  

Lei aprì lo sportello e, agile come una gazzella, si arrampico' sul predellino e prese posto di fronte a lui, impettita.

“Ora ditemi quello che dovete! ” esordì, secca.

“Mia cara Elisa, dopo tanto tempo….è questo il modo…”

“Non vi permetto tutta questa confidenza!”

“Devo dissentire….in passato abbiamo avuto molta più di. ...questa confidenza”.

Bloccò il polso di Elisa, prima che lo schiaffo arrivasse a segno.

“Maledetto….” disse lei a denti stretti “Ditemi cosa volete!”

Lui la guardò intensamente.

“La verità, tutta la verità sul perché sei scomparsa da un giorno all’altro”.

Lei rise amaramente.

“Voi non siete nessuno per me. La verità la saprà solo chi deciderò io e quando sarà il momento opportuno per me e non per voi”.

Thomas strinse il polso in maniera più ferrea provocandole un piccolo lamento.

“Mi state facendo male, lasciatemi” lui non lasciò la presa.

“Cara Miss Derby….abbassate la cresta, state per essere sbugiardata davanti al mondo intero….mi auguro che in questi anni abbiate messo da parte qualche spicciolo...Londra e’ piena di pezzenti….non  vorrei che se ne aggiungesse un’altro”.

La bloccò con un cenno del capo quando stava per ribattere.

“Altresi’ potrei decidere di informare vostro padre…..e vostra madre…..e, essendo al corrente dell’affetto che nutrivano nei vostri confronti….magari è la volta buona che vi chiudano in convento!” terminò cattivo tornando ad usare un tono meno confidenziale quasi a voler ristabilire le distanze.

“Sono una donna adulta e indipendente…”

“Se potessi vedervi in viso.....potrei giudicare io stesso se siete diventata adulta…..oppure avete paura di mostrare i segni del tempo?” continuava a sbeffeggiarla per provocare una reazione, ma della ragazzina ingenua e irriverente che aveva conosciuto, non era rimasto nulla. 

Quella  di fronte a lui era una donna dura, coriacea e lui ripenso’ all’ammonimento degli amici: non fare fesserie.

Ma la rabbia che covava andava al di là di tutto e con uno scatto fulmineo allungò un braccio e spazzo’ via il cappellino che si piegò di lato rimanendo ancorato al capo dalle forcine da lei utilizzate.

Elisa fece per gridare ma Thomas  le mise una mano sulla bocca, carnosa come la ricordava.

Lei sgrano’ gli incredibili occhi verdi…..pieni di lacrime e di paura….Lui li ricordava pieni di emozione. 

Un groppo improvviso gli ostrui’ la gola.

“Andate via” le gridò cattivo spalancano la porta della carrozza.

Lei fu lesta a scendere, ma quando stava per chiudere lo sportello, Thomas si riebbe.

“Non finisce qui”.

Arrivato a casa, liquido’ Martin con un cenno della mano e si chiuse in biblioteca.

Prese una bottiglia di whisky e cominciò a bere finché non vide il fondo, poi cadde in un sonno tormentato, stravaccato sul divano.

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora