CAPITOLO 58

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Caroline avvicinò la candela  alla serratura di modo che Elisa vi potesse lavorare al meglio. 

"Da qui non possiamo scendere, non ho trovato alcun appiglio" gridò Sarah dalla porta finestra. 

"Ti giuro che questa volta lo ammazzo" Caroline batté un piede a terra con stizza. 

"Neal apri immediatamente questa porta" urlò parlando  davanti all'uscio sbarrato.

"Non ci penso minimamente amore mio, vi conosco a voi tre, ho già avuto un assaggio della vostra scaltrezza e Waldegrave mi uccide se vi consento di uscire" gridò lui di rimando da dietro la porta con la sua voce baritonale.

Era ancora notte fonda quando Caroline,  sgusciata fuori dal letto facendo attenzione a non svegliare il marito, si era incontrata con Sarah in camera di Elisa.

Camuffarsi  era stato un gioco da ragazzi, l'ostacolo insormontabile lo avevano trovato al momento di  uscire dalla stanza, Neal era stato più furbo di loro tre messe insieme. Avendo subodorato le intenzioni delle donne, aveva finto di dormire per colpire al momento opportuno.

Certo che fossero  impegnate a prepararsi per accorgersi di altro, aveva aperto l'uscio lentamente, inserito una mano e sfilato la chiave dalla toppa per poi reinserirla all'esterno e chiuderle dentro.

Era dispiaciuto per l'atto infame, ma suo cognato gli aveva affidato la vita di Elisa e del bambino e  non voleva deluderlo correndo inutili rischi...in seguito avrebbe dovuto affrontare l'ira di sua moglie e sorrise pensando al modo più efficace per placarla.

Dall'altra parte dell'uscio Elisa in ginocchio, lavorava alacremente di forcina per cercare di sbloccare la serratura.

Il sole non era ancora sorto, ma il chiarore del giorno si intravedeva attraverso i tendaggi e la paura di non arrivare in tempo per fermare il duello, le provocava un tremolio alle mani rendendo l'impresa ancora più ardua.

"Neal ti prego...li devo fermare, apri la porta" cercò di intenerire il cognato usando la tattica della dolcezza.

"Non ti sta ascoltando...l'ho sentito scendere le scale...brutto caprone scozzese, questa volta la rappresaglia durerà a lungo..." Caroline inveí contro la porta chiusa battendo la mano sul legno.

Elisa si alzo' lentamente in piedi, sconfitta.

Sedette sul bordo del letto, tormentandosi le mani in un silenzio carico di sconforto.

Neal al piano di sotto camminava nervoso. Gli uomini si erano recati tutti ad assistere al duello, persino Lord Stafford aveva voluto presenziare e a lui era toccato l'ingrato compito di contenere le tre iene, mangiandosi il fegato per l'ansia.

Lord Waldegrave gli piaceva, mentre gli veniva un attacco pruriginoso ogni qualvolta sentiva anche solo nominare il suocero, ma in uno scontro tra i due non ci sarebbero stati né vincitori né vinti, la ferita sarebbe comunque rimasta aperta per sempre.

L'attesa si prolungava e nella casa c'era un silenzio innaturale, quasi che tutti gli occupanti fossero con in fiato sospeso.

Improvvisamente il batacchio del portone fu battuto forte e ripetutamente e si sentirono i passi del maggiordomo percorrere il marmo lucido velocemente.

Nel centro della cornice del portone, si stagliò la figura imponente del padrone di casa.

Aveva il viso sconvolto e lo sguardo truce.

"Dove si trova Elisa?" esordì.

Neal sentì un brivido freddo percorrergli la schiena.

"Milord...cosa è accaduto?".

Lui sedette sulla poltrona poggiando i gomiti sulle ginocchia e prendendo il volto tra le mani.

"Io ho provato a fermarli...era una pazzia...è sempre una pazzia...ma non mi hanno voluto ascoltare, sono feriti entrambi...ma Waldegrave ha una pallottola conficcata nello stomaco e...non sono sicuro che ce la possa fare".

"Grey?" chiese Neal sconvolto.

"Waldegrave ci aveva assicurato che non lo avrebbe ucciso e ha mantenuto la parola, ma la ferita è importante e...credo che per un periodo molto lungo non ci darà più alcun fastidio, mentre Grey ha sparato per uccidere e solo per un nonnulla non ha centrato il cuore".

"Dove lo avete portato?" 

"Per il momento è stato portato a Waldegrave House, ma il dottore non esclude il ricovero in ospedale se la situazione dovesse precipitare. Chiamate Elisa...lui prima di perdere conoscenza ha chiesto di sua moglie e..." Stafford era commosso, la sera precedente aveva osservato attentamente la coppia e notato gli sguardi colmi d'amore che si scambiavano tanto da fargli ricordare il tempo in cui era in vita la sua amata Mary 

Neal assentì serio in volto e si accinse ad eseguire l'ingrato compito.

Inserì la chiave nella serratura ed aprì  trovandosi immediatamente circondato dal capannello di donne.

"Chi era alla porta?" chiese Caroline guardandolo fisso negli occhi e notando da subito che qualcosa di grave era accaduto.

L'atteggiamento baldanzoso e ironico che solitamente assumeva era scomparso e una ruga gli solcava la fronte spaziosa.

Abbandonò lo sguardo di Caroline per rivolgerlo alla cognata prendendole le mani.

"Elisa...mi dispiace di essere io a doverti dare la notizia ma...Thomas è ferito seriamente..." vide la cognata vacillare e diventare ancora più pallida in volto e aumentò la stretta sulle sue mani per evitare che cadesse.

"E' vivo?" chiese in tono flebile.

"Si, ha richiesto la tua presenza...prima di perdere i sensi, Lord Stafford mi ha chiesto di riferirtelo e se vuoi ti scorto fino a casa".

Elisa raddrizzò la schiena e ricacciò indietro le lacrime, non era il momento di cedere, suo marito aveva bisogno di lei.

Sarah e Caroline vollero accompagnarla mentre Neal e Lord Stafford si sarebbero recati in ospedale per sincerarsi delle condizioni di Grey e solo in seguito le avrebbero raggiunte.

Il maggiordomo aprì loro la porta ed Elisa percepì da subito la disperazione che aleggiava nella casa. L'uomo appariva teso e sofferente e, a malapena riusciva a guardarla negli occhi.

"Milady...".

Lei piegò il capo a mò di saluto senza proferire verbo. Aveva la gola stretta in una morsa e le membra gelide tanto da riuscire a malapena a mettere un piede davanti all'altro.

Salì stancamente le scale percependo appena la presenza del piccolo corteo alle sue spalle e di fronte alla porta della propria camera da letto prese un profondo respiro prima di entrare.

Lord Hamilton e Lord Carlton avevano avvicinato due poltrone al letto e vegliavano il loro amico che giaceva riverso sul letto a  torso nudo con una vistosa fasciatura che gli circondava il torace.

Si alzarono immediatamente non appena la videro andandole incontro.

"Milady..." William si avvicinò prendendole le mani gelide tra le sue.

"Elisa, vi prego guardatemi" le disse accorato vedendo lo sguardo di lei fisso sul letto e una lacrima rigarle la guancia.

"Sta respirando!" affermò come in trance prima di rivolgere l'attenzione a William.

Lui avrebbe voluto abbracciarla per trasmetterle tutta la forza di cui avrebbe avuto bisogno nelle ore successive, ma per rispetto verso il suo amico non lo fece e allora rafforzò la stretta alle mani.

"Il dottore ha estratto il proiettile e sembra che non abbia leso alcun organo interno, ma...ha perso molto sangue e la sua paura è che la ferita possa infettarsi..." la voce si affievolì mano a mano che le parole uscivano di bocca.

"Le prossime ore sono fondamentali...per la sua vita" terminò talmente piano che pensò lei non avesse udito.

Elisa sorrise tra le lacrime, ma il sorriso non le arrivò agli occhi.

"Thomas non ci abbandonerà mai, ce l'ha promesso".




MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora