CAPITOLO 3

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                         H E L E N

Il ritorno al palazzo fu molto piu' tranquillo dell'andata. Sarah, prostrata dal successo riscosso quella sera, giaceva riversa sul sedile della carrozza, un sorriso stampato sulla bella bocca carnosa e il capo abbandonato sullo schienale imbottito. Helen e Richard Stafford si guardarono comunicandosi, in un silenzio carico di complicita', la soddisfazione per il risultato ottenuto.
Fino a che una sua esternazione non li raggelo!

"Padre, conoscete bene il conte di Waldegrave?" disse con falsa indifferenza.
Helen trattenne in fiato in attesa della risposta.

"Cara io...si....abbastanza, e' piuttosto..famoso nel nostro ambiente, ma come mai questo improvviso interesse?" Il conte era imbarazzatissimo.

"Ebbene e'....affascinante" rispose

"Sarah..." intervenne Helen cercando di contenere la rabbia e il dispiacere che la stavano dilaniando.
"E' troppo grande per voi, avete parlato e danzato con uomini piu'...vicini alla vostra eta'"

"Perche' ora mi parli in questo modo?"sbuffo' lei infastidita.
"E' tutta la sera che ti comporti in modo strano...non e' che stai covando un influenza?"concluse poggiandole il palmo della mano sulla fronte per testarne la temperatura.

Lei era commossa per la premura che quella piccola donna le riservava, ma non poteva sviare il discorso dal grosso problema che si era appena palesato.
Fu il conte che la tolse dall'imbarazzo andando dritto al punto.

"Figlia mia ascolta...oramai sei adulta...e non posso nasconderti il fatto che lui sia... un libertino".

Continuo' imperterrito quasi a non voler notare lo sbigottimento impresso sui volti delle due donne sedute di fronte a lui.

"Si dice abbia un'amante fissa, una certa...Julia, mi sembra si chiami, per la quale ha acquistato una piccola casa in periferia e poi...tante altre donne che...insomma non voglio che  lo frequenti! Non lo voglio come genero! Sia chiaro!"concluse in apnea rosso come un peperone.

Sapeva quanto la figlia, oltre ad essere buona, fosse testarda e logorroica quando voleva ottenere qualcosa e interruppe sul nascere qualsiasi protesta.

"Ne riparliamo domani dopo una buona nottata di sonno" e li' chiuse l'argomento.

Un silenzio carico di tensione permeo' l'interno della vettura e, una volta arrivati a casa si augurarono la buonanotte con freddezza.
Helen si reco' nella stanza della ragazza congedando la cameriera personale e aiutandola lei stessa a togliere l'abito ed il corsetto.
L'espressione che le illuminava il volto, riflesso dallo specchio della toeletta, era sognante e la diceva lunga sullo stato d' animo della giovane. Helen conosceva bene quello sguardo... ne aveva avuto uno identico qualche anno addietro, quando era ancora talmente sciocca da credere nell'amore. Tornò con il pensiero a quell'ultima sera, al bacio che si erano scambiati..le pareva di sentirne ancora il sapore. E la promessa che lui le aveva fatto?
Menzogne! Come tutto il resto... Sciocca e puerile lei ad avergli creduto! La delusione a seguire e la presa in giro dei due farabutti...avevano fatto il resto.

"Sarah...mettetevi a letto!" se ne uscì brusca tanto da farla trasalire.

"Ma io volevo parlare..."

"No, come ha detto vostro padre,  parleremo domani!" rimbocco' le coperte, le scocco' un bacio in fronte e uscì senza proferire più parole.

Giunta nella sua stanza da letto diede sfogo al dolore trattenuto per tutta la serata, piangendo e maledicendo il destino avverso che aveva rimesso sulla sua strada quell'essere riprovevole.
Dopo aver soffocato nel cuscino l'ennesimo singhiozzo prese una decisione : Sarah non avrebbe patito quanto lei.
La mattina seguente si desto' di buona lena e, con l'acqua fredda del catino applico' due garze sugli occhi per farli sgonfiare.
Tra i suoi compiti c'era anche quello di supervisionare il personale di servizio e per quel giorno, era certa, avrebbero avuto un bel da fare!
Lord Stafford scese molto tardi e di umore tetro e, dopo aver fatto una leggera colazione, uscì per recarsi in Parlamento, salutandola con un cenno del capo. Bene! Così sia! Helen non chiedeva di meglio.
Sarah si presento addirittura nel primo pomeriggio, immusonita e vestita di tutto punto dalla sua cameriera. L'abito di mussola azzurro, che faceva da pendant agli occhi, i capelli legati in cima al capo che ricadevano in tanti piccoli boccoli ad incorniciarle il viso minuto e il sorriso tirato. Bene! La giornata cominciata male prometteva di proseguire ancor peggio.

Per le cinque avevano il salotto pieno di fiori e quattro giovani uomini che sostavano in anticamera in attesa di essere ricevuti.
Il maggiordomo Mister Pearson era in procinto di farli accomodare, quando si udì battere di nuovo il batacchio del portone principale.
Un nuovo mazzo di fiori, questa volta rose gialle, fu portato all'attenzione di
Lady Sarah accompagnato dal biglietto da visita del nuovo arrivato.
Conte Thomas di Waldegrave.

Helen questa volta non dovette fingere un malore. Accadde veramente. Si scuso' con una sempre più esterrefatta milady, chiamò la sua cameriera personale a fungere da chaperon e fuggì imboccando la scala interna che dava accesso alla cucina.


Nota d'autore

Salve carissime readers.... Vi devo confidare che sono da sempre una grande "romanticona". Come tutte le romantiche sogno, leggo, guardo film tutti incentrati su un unico tema. L'amore. Questa storia è ambientata nell'Inghilterra del 1800. La patria di re, regine e tutta la relativa corte non poteva che fare da sfondo al mio primo libro.
Fatemi sapere cosa ne pensate..gradirei un vostro parere. Bacio

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora