CAPITOLO 34

1K 61 3
                                    

Elisa entrò nella stanza con il fiato corto, nonostante le parole dure che le erano uscite di bocca, il discorso accorato di William, le aveva insinuato il tarlo del dubbio nella testa. Per anni si era trincerata dietro un muro di certezze e di convinzioni che si stavano sgretolando una ad una. 

Thomas le aveva raccontato la sua verità e Hamilton l'aveva ribadita con la stessa enfasi, possibile che avesse travisato tutto? 

"Miss Grey…" il flebile richiamo, la riportò alla realtà facendola voltare di scatto. 

"Milord….vi siete svegliato? Quando è accaduto?" incredula si accosto' al letto. 

"Non ve l'ha detto Stafford? È uscito di qui, dicendo che sarebbe venuto ad avvisarvi" per l'improvviso attacco d'ira, il volto pallido dell'uomo si tinse di un lieve rossore. 

"No…. Non…probabilmente non ci siamo incrociati" lo difese lei.

"Ora ditemi come vi sentite, avete dolore alla spalla?". 

"Mi fa male tutto il braccio e credo di aver bisogno di cambiare la fasciatura, ma a parte questo e un po' di debolezza….credo di dover ringraziare Dio…che mi ha concesso di rivedere voi e mia figlia" lo sguardo intenso che le rivolse, la mise a disagio, costringendola ad abbassare gli occhi. 

Lord Stafford le prese una mano tra le sue, accarezzandone dolcemente il dorso con il pollice, in un gesto intimo ed inequivocabile. 

Fu proprio in quel momento che la porta si apri' di scatto e Sarah entrò come un ciclone ad interrompere il breve interludio. 

"Padre…." si butto' su di lui, scossa dai singhiozzi, cercando di non gravare sulla parte del corpo lesa. 

Solo allora Elisa si avvide della presenza di Thomas che, immobile sull'uscio, aveva lo sguardo fisso sulle loro mani intrecciate. 

La guardo' per un attimo negli occhi ed Elisa vi lesse dolore e tormento, le stesse sensazioni che agitavano anche il suo animo. 

Lui voltò le spalle e se ne andò, senza proferire verbo. 

Elisa sentì il cuore fermarsi, il suo stupido cuore che….era ancora nel suo petto, ma da tempo immemore apparteneva solo ad un uomo, e sarebbe stato così fino alla fine dei suoi giorni. 

Stafford, per quanto caro e premuroso, rimaneva pur sempre il suo datore di lavoro e..un amico prezioso, nulla di più. 

Decise di lasciare padre e figlia soli, a godersi il momento di commozione e segui' Thomas. 

Lo trovò nella sala comune, fermo di fronte alla finestra a guardare verso l'esterno. 

Se la senti' arrivare, non lo diede ad intendere, ma la sua voce dura e tagliente fendette l'aria a riprova del contrario. 

"Scenetta commovente….mi congratulo con voi milady..". 

Elisa sentì una stilettata al cuore. 

Vedeva le spalle possenti di lui irrigidite per la tensione e avrebbe voluto avvicinarsi e, abbracciandolo da dietro, poggiarvi il capo, ma l'orgoglio ancora una volta glielo impedì. 

" Cosa intendete milord? ". 

"Sto commentando ciò a cui ho assistito…" si voltò a guardarla, gli occhi stretti a due fessure, la bocca tesa. 

"La tua mano stretta nella sua e quello sguardo…. Dio….avrei voluto ucciderlo solo per quello…". 

"Avete travisato tutto.." cercò di giustificarsi Elisa ben sapendo che lui aveva ragione. 

MIO UNICO AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora