CAPITOLO VENTICINQUE

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È passata più o meno una settimana da quel bacio; io e Matthew ci siamo avvicinati molto e la situazione con Jacob non è delle migliori, infatti, da quel giorno non ci siamo più rivolti la parola. Tra meno di due settimane è il mio diciassettesimo compleanno, ovviamente non lo festeggerò, anche se Amanda e gli altri stanno insistendo molto, ma non lo farò. Per Nick. In più, la situazione con Smith, mi sta distruggendo lentamente, mi manca: il suo sorriso, la sua risata, le sue labbra morbide, il modo in cui si strattona i capelli ogni volta che è nervoso, le fossette che gli si formano sul volto quando ghigna, o mostra i suoi denti perfetti, per non parlare dei suoi occhi che si illumina ogni volta che è davvero felice; non credo che riuscirò a passare un'intera serata assieme a lui sapendo che non vuole parlarmi o avermi attorno. Scaccio i brutti pensieri e mi concentro sui miei amici. Siamo nel giardino della scuola, è ora di pranzo ed io, Anastasia, Lucy e Mia stiamo aspettando l'arrivo di Zoe, Amanda e dei ragazzi che ci hanno chiesto stare un po' insieme, mentre mangiamo e scherziamo tra noi noto due ragazzi star discutendo animamente con delle ragazze a me familiari: Zoe e Amanda. Mi avvicino per capire meglio cosa sta succedendo e, mentre cerco di farmi spazio tra la folla di studenti che si è radunata là davanti per assistere alla scena, sento uno dei due ragazzi dire: «non vi vogliamo nel nostro paese nere di merda» per poi sputare a terra vicino alle mie amiche. Guardo la scena pietrificata, sentendomi impotente e incapace di proteggere le mie amiche; nessuno fa niente, nessuno dice niente, così decido di fare quello che credo essere più corretto. «Senti brutto ignorante di merda, loro sono nate e cresciute qua e sicuramente sono molto più americane di te e del tuo amichetto. Vi credete superiori a trattarle così? Vi credete forti prendendo di mira la minoranza: andando contro a persone che non vi hanno fatto assolutamente un cazzo? Bhe, piccola news: non siete fighi, sembrate solo due coglioni con la mentalità di un ultrasessantenne; ora, se non volete perdere la possibilità di fare figli in futuro, vi conviene levarvi dalle palle e non farvi più vedere» dico avvicinandomi ai ragazzi guardandoli con gli occhi iniettati di sangue e i pugni serrati; l'altro ragazzo, quello che è rimasto zitto, mi guarda con aria di sfida squadrandomi. La mia pazienza esplode, letteralmente. Mi fiondo su di loro, ma delle forti braccia mi tengono dalla vita cercando di non farmici avvicinare. Cerco di dimenarmi il più possibile per dare una fottutissima lezione a quel coglione, ma il ragazzo alle mie spalle mi allontana tenendomi leggermente sollevata in aria, dando l'opportunità ai due ragazzi di scappare il più lontano possibile da me. «Mettimi giù, cazzo» continuo a ripetere finché non mi accorgo che colui che mi sta portando via è lo stesso ragazzo che non mi rivolge la parola da giorni e che non fa altro che insinuarsi in ogni mio pensiero. «Non ti lascio andare fino a quando non ti sarai data una calmata, Luna» dice posandomi delicatamente a terra e guardandomi di sottocchio. Quanto cazzo mi è mancato sentire il mio nome uscire dalle sue perfette labbra.

Dopo essermi calmata sono tornata in classe facendo finta che non fosse successo niente ma, ovviamente, tutti gli studenti non fanno che parlare di quello che è accaduto lanciandomi strani sguardi nel corridoio. Finalmente esco dall'edificio e, con mia grande sorpresa, trovo Matthew aspettarmi sul cofano della sua macchina; strano. «Hey» lo saluto dandogli un piccolo bacio sulla guancia, lui sorride ricambiando il saluto. «Vieni da me, piccola eroina?» mi domanda dopo alcuni secondi ed inizio a sentire come una voci che mi dice di non andare con lui. Non ho un buon presentimento: il mio istinto dice di non seguirlo e di rifiutare l'invito, un'altra parte di me dice di andare, convinta, che non potrebbe accadere mai nulla di male. «Okay, hai saputo cos'è successo?» «Sì e sono fiero di te». Con Matthew non c'è niente, malgrado qualche bacio e qualche palpatina qua e là non c'è stato niente di particolare e ne sono felice; se mi fossi messa con lui l'avrei fatto avendo in mente solo quegli occhi verdi che tanto mi perseguitano e avrei soltanto usato Harris per "dimenticare" la vera fonte dei miei pensieri. Saliamo in macchina dirigendoci verso casa del ragazzo al mio fianco.

Spazio autrice

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Visti gli avvenimenti che stanno accadendo in America, ho pensato di introdurre quello che è il mio pensiero su comportamenti come quelli citati nel capitolo. Purtroppo ci si sta accorgendo troppo tardi di quello che è il razzismo; quest'ultimo non sta aumentando, ma si sta solo notando di più attraverso i vari filmati che girano in rete e le manifestazioni, alle quali partecipano anche persone con un livello sociale più elevato (Ariana Grande, Cole Sprouse, Harry Stiles, Shawn Mendes ecc.). Spero vivamente che comportamenti come questi vadano pian piano a scomparire, perché quelle stesse persone che oggi discriminano un giorno dovranno crescere ed educare figli.

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