CAPITOLO QUARANTATRE

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«Con che faccia poi! Che cazzo si sorride, è malato» dice Zoe arrabbiata entrando in casa, la seguiamo e ci dirigiamo in cucina per cucinare qualcosa. «Dovresti dirlo a Jacob e agli altri» mi suggerisce Anastasia sorridendo dolcemente, «non lo devono sapere, farebbero scoppiare l'inferno. Soprattutto Jacob» dico preoccupata al solo pensiero che si potrebbero mettere nei guai per colpa mia. «Devi farlo Luna, è per il tuo bene» mi contraddice Mia, faccio no con la testa e loro mi guardano rassegnate, ma poi la loro espressione cambia dopo essersi scambiate uno sguardo d'intesa. Non me la contano giusta queste. Poco dopo i ragazzi tornano dall'allenamento e mangiamo tutti insieme la pasta che abbiamo cucinato prima del loro arrivo, dopo aver finito ci sediamo sul divano in cerca di qualcosa da fare. «Guardiamo un film» propone Lucy guardandomi in modo strano, iniziamo a litigare per il film perché a me quello che hanno scelto non piace. «Ci vediamo quello che vuoi se dici ai ragazzi cosa è successo prima di venire qua» dice ad un certo punto Mia guardandomi con un sopracciglio alzato mentre io la incenerisco con lo sguardo, i miei amici mi guardano interrogativi e preoccupati così inizio a spiegare loro ciò che è accaduto a scuola mentre uscivamo. Jacob è molto teso e arrabbiato, glielo si legge in faccia, in più ha i pugni e la mascella serrati. Quando finisco di raccontare lui si alza uscendo di casa, lo seguo cercando di calmarlo, ma inutilmente visto che mi scansa quando provo a prendergli la mano. «Tu non avevi intenzione di dirmelo?» sbraita arrabbiato urlandomi in faccia, se non sapessi che non mi farebbe mai del male avrei paura. «Volevo evitare una reazione del genere, so che se ti avessi chiamato subito sarebbe finita male, non voglio che ti metta nei guai a causa mia, o per quello psicopatico. Jacob ti prego calmati e guardami» dico con voce roca e quasi totalmente rotta dal pianto, mi guarda preoccupato per poi abbracciarmi accarezzandomi i capelli. «Farei qualsiasi cosa per vederti felice, anche non spaccare la faccia a quel maniaco, se ti fa stare tranquilla», ricambio subito l'abbraccio sussurrandogli un grazie.
Rientriamo in casa e convinciamo gli altri a guardare finalmente il film e a giocare a qualche gioco da tavola. Il tempo passa svelto tra risate e prese in giro, ma la rabbia e la paura per ciò che potrà farmi Harris prende il sopravvento impedendomi di godermi a pieno ogni momento di felicità con le persone a cui più tengo.

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