CAPITOLO TRENTAQUATTRO

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Siamo quasi a metà novembre e il freddo autunnale si fa sentire sempre di più. Mi stringo nel mio cardigan di lana grigio scuro mentre mi avvicino al campo da basket in cui si allenano i ragazzi, ho deciso di parlare con Jacob di cosa è accaduto tra noi due alla festa.
Entro nel campo e mi dirigo verso i ragazzi che, appena mi vedono, mi salutano calorosamente; «possiamo parlare?» chiedo gentilmente a Jacob che mi guarda freddamente. «Mi sto allenando» risponde scontroso, la vuole mettere così? Okay, non me ne andrò fino a quando non parlerà con me. «Ho detto che dobbiamo parlare» affermo usando il suo stesso tono, mi guarda scocciato e mi fa cenno di seguirlo. Ci sediamo sulle scale antincendio dietro la palestra e lui si accende una sigaretta, «se sei qui per dirmi che ha significato qualcosa per te, che provi qualcosa nei miei confronti e che devo lasciare Melissa te ne puoi anche andare. Ti ho detto che ero sbronzo e che non ha significato nulla per me», ma che cazzo sta dicendo. «Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo, sono qui perché non mi ricordo un cazzo», alle mie parole sembra tranquillizzarsi e dalle sue labbra esce un sospiro di sollievo. «Non c'è niente da sapere, non è successo nulla di importante. Se non te lo ricordi è meglio.» «Voglio sapere cos'è successo» protesto guardando male, «forse non dovevi ubriacarti tanto» dice velenoso e mi torna in mente quello che mi aveva detto Zoe alla casa abbandonata e alcuni ricordi della festa si fanno spazio nella mia mente. «Non dirmi che io e te ci siamo baciati», non risponde e abbassa lo sguardo mettendosi le mani nei capelli. «MERDA! Come cazzo è successo?» «Eravamo entrambi ubriachi Luna, non possiamo cambiare quello che è successo. Io amo la mia ragazza» ed altri frammenti della festa tornano a galla nella mia testa, le sue parole prima di quel maledetto bacio che dichiarano tutto il contrario di ciò che ha appena detto. «Tu non sei innamorato di lei, me l'hai detto prima di quel cazzo di bacio.» «Luna, è complicato.» «Ma perché cazzo stai con lei se non ne sei innamorato? Hai idea di quanto faccia male essere usati, essere illusi così. Le spezzerai il cuore» grido per farmi sentire dato che si è allontanato non appena ho cominciato a parlare. Si è fermato ed è girato di spalle mentre io continuo a imperterrita a dare voce ai miei pensieri, quando finisco si volta visibilmente arrabbiato. «Non sono innamorato di lei, perché lei non è te. Hai idea di quanto abbia fatto male vederti con Harris? Di quanto mi sia sentito in colpa per non averti salvato da quel fottuto stupratore? Non saprai mai come mi sono sentito, perché tu non sai cos'è l'amore e non sai cosa vuol dire amare, provare dei sentimenti per una persona malgrado sia un completo casino» grida lui a sua volta per poi allontanarsi nuovamente.

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