sessantaquattro

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Esco della caserma e, più incazzata che mai, ritorno a casa di zia Kate.
Quando sono quasi davanti la porta il telefono inizia a squillare. Zoe.
-MA DOVE SEI FINITA?! STAI DIVENTANDO SCEMA PER CASO, CI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO- mi viene urlato contro appena accetto la chiamata, -calmati Zoe, sto bene. Venite tra mezz'ora a casa di mia zia, poi vi spiego cos'è successo- dico e riaggancio.
Entro finalmente in casa e subito noto i miei genitori seduti sul divano a parlare tranquillamente con la zia Kate. Dio quanto li odio.
-Vedo che vi siete presi una pausa dopo aver minacciato me ed i miei amici, dev'essere stata dura- dico mettendomi dietro al divano ed attirando la loro attenzione. -Di che stai parlando Luna?- mi domanda la zia con una faccia interrogativa, -vedi zia Kate, i miei fantastici e comprensivi genitori, hanno mandato me dei messaggi poco carini nei miei confronti e in quelli dei miei amici. Non li candideresti come genitori dell'anno?- rispondo sarcastica mentre mia madre e mio padre si scambiano uno sguardo veloce. -Luna, noi l'abbiamo fatto per il tuo bene. Vogliamo che tu torna con noi Los Angeles per avere finalmente la famiglia perfetta- dice mia madre alzandosi e venendomi in contro con fare dispiaciuto. Che falsa. -Voi forse non avete capito un cazzo: IO CON VOI DUE NON VENGO DA NESSUNA PARTE. Non c'è mai stata la famiglia perfetta e mai ci sarà, smettetela di crederlo. Vi giuro che se mi trascinerete là vi farò passare le pene dell'inferno- ribadisco. -Se è davvero come dici tu Luna, che i tuoi genitori abbiano fatto una cosa tanto orrenda come minarciarti, non posso permettergli di portarti con loro. Resterai qua fino a quando non dovrai andare al college, a quel punto andrai per la tua strada, ma fino ad allora voglio che resti qui a Detroit- dice d'un tratto zia Kate con fare protettivo nei miei confronti. È sempre stata come una madre per me, le devo davvero tanto. I miei genitori la guardano con gli occhi fuori dalle orbite e inorriditi, dopo averle gridato contro le peggio cose, escono di casa con le valigie e il passaporto in mano.
-Ora chiama i tuoi amici, non ti avrei mai lasciata andare bambina mia- sussurra mia zia sui miei capelli dopo essermi buttata tra le sue braccia.

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