CAPITOLO TRENTA

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«Ti siamo vicini Luna» dicono in coro i ragazzi seduti davanti a me dopo che ho raccontato loro la mia storia, pian piano i ragazzi si prendono di coraggio e condividono le loro storie con noi. Un'ora dopo la riunione finisce e, assieme a Lucy, ci dirigiamo a casa mia per prepararci per questa sera.
Arriviamo e saliamo direttamente in camera mia; le altre sono già qua, belle e pronte per festeggiare. Sono vestite in maniera elegante con dei bellissimi abiti che mettono in evidenza i loro magnifici corpi, noto poggiato sul mio letto un vestito nero, non molto corto ricoperto da una stoffa trasparente scura con sopra disegnate delle stelle nere e dalla gonna ampia. «Q-questo è per me?» chiedo balbettando leggermente, loro annuiscono entusiaste, quanto le amo. «Non ti piace?» «Scherzi? É stupendo, vi amo» dico abbracciandole e stringendole forte a me; «non abbiamo tempo da perdere cara, i ragazzi ci aspettano. Luna fatti una bella doccia, Lucy cambiati immediatamente, Zoe pensa ai capelli e Anastasia al trucco. Io vado a controllare quella cosa, ci vediamo tra poco belle» dice Amanda iniziando a dettare ordini a destra e a manca come le è solito fare.
Ognuna fa come chiesto e, infatti, quando esco dalla doccia, Lucy ha indossato il suo abito ed è già truccata e pettinata, il vestito è lungo fino al ginocchio, di un colore blu notte, molto attillato, mentre i suoi capelli sono boccolati e il trucco è molto leggero.
Zoe mi fa subito sedere su uno sgabello ed inizia ad aggiustarmi i capelli, Anastasia inizia a truccarmi e Lucy cerca accessori da abbinare al tutto. Una volta finito il lavoro mi fanno indossare il vestito e come scarpe degli stivaletti col tacco, mi fanno specchiare e quasi non mi riconosco: i capelli blu lisci sono racchiusi in una crocchia disordinata, ma ben fatta; l'eyeliner nero e le ciglia finte molto leggere mettono in evidenza i miei occhi grigi mentre un rossetto color mattone esalta la mia carnagione chiara; al collo ho una collana d'oro con delle lune e delle stelline, al polso mi hanno messo un braccialetto con una semplice frase "keep dreaming". Non credo di essermi mai sentita così bella e così tanto in pace con me stessa, non permetterò a niente e a nessuno di rovinarmi la serata. È la mia serata. Quando arriviamo al locale non sembra esserci gente: la musica è bassa e non c'è gente che sta qui fuori ad aspettare di entrare. Sembra vuoto. L'unica persona oltre a noi è Jacob che ci sta aspettando poggiato alla porta che fuma una sigaretta. È così bello con quella camicia bianca e i suoi bellissimi capelli che gli ricadono disordinati sulla fronte. «Wow» dice sorridendomi quando ci vede, mi squadra un altro paio di volte per poi facendoci entrare nel locale. 

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