JB'S POV
Mi svegliai prima di Jin. Avevo intenzione di svegliarlo, ma perché non lasciarlo dormire? In punta di piedi mi alzai dal letto e scesi le scale. Afferrai i vestiti lungo il tragitto e mi cambiai rapidamente.
Non sapevo dove stavo andando o cosa stavo facendo, ma avevo bisogno di aria. Sapevo che Jin si sarebbe spaventato al pensiero che io avessi potuto togliermi di nuovo la vita,quindi scrissi velocemente un biglietto e lo appiccicai sulla porta prima di partire.
Camminai per quelle che sembravano ore, ma mi accorsi poco dopo che mi ero ritrovato a casa di Jimin. Sembrava così fredda e solitaria. Feci un respiro profondo, prima di salire verso i gradini che conducevano alla porta.
Hanno detto a sua madre ciò che avevo fatto?
Chiusi forte gli occhi e bussai leggermente alla porta. Quando non si aprì, pensai di scappare, ma non appena mi girai, sentii la porta aprirsi dietro di me. Sospirai e mi voltai per trovarmi faccia a faccia con la madre di Jimin. Il suo viso era gonfio e sembrava che stesse piangendo da ore.
Ho causato questo. E' stata tutta colpa mia.
"S-salve madre di Jimin" balbettai cercando di guardarla negli occhi. "Chi sei? Sei uno degli amici di Jimin?" chiese educatamente. "Umh no, non proprio ora ma mi chiamo JB. Conosco suo figlio e volevo solo chiederle scusa per quello che è successo" dissi guardandomi i piedi. "Ho sentito parlare di te JB, sono contento che tu abbia superato quell'intero incidente di bullismo tra te e Jimin. Peccato che Jimin abbia avuto un così orribile incidente d'auto, sono sicuro che sarebbe felice di vederti." mi sorrise.
I miei occhi si spalancarono. Non gliel'hanno ancora detto?
"Umh Signora Park, ascolti..."iniziai. "Oh non preoccuparti tesoro, entra"disse praticamente spingendomi attraverso la porta.
"Devo andare a lavorare, ma ho bisogno di qualcuno che guardi la casa ora che Jimin non è qui, lo farai tu per me JB?" chiese infilandosi la giacca sulle braccia. "Umh-voglio dire-umh-certo" balbettai stupito da quanto fosse calma riguardo al fatto che uno sconosciuto era entrato a casa sua. Lei annuì e mi lanciò le chiavi di casa, che presi tra le mani, prima di giocherellarci con i pollici.
Wow, ero solo in casa di Jimin.
Mi guardai intorno, notando quanto fosse tranquilla la casa di Jimin. I divani erano di un grigio chiaro, con dei cuscini blu. Le pareti erano di un bel marrone chiaro e le foto di famiglia erano allineate alle pareti. Mi avvicinai al caminetto che conteneva circa 5 piccole cornici sopra di esso. Li guardai da vicino.
I primi 4 erano foto di lui e sua madre. Sembravano così felici. Entrambi sorridevano e sembrava che stessero passando del tempo insieme. Sorrisi.
Vorrei che la mia famiglia fosse simile a questa. Invece ho un padre violento e una madre, picchiata a morte che non vuole avere niente a che fare con me.
Poi guardai l'ultima foto. Lo presi dal caminetto per dare un'occhiata più da vicino. Ovviamente c'erano sua madre e lui, ma notai qualcuno che non avevo mai visto prima. La terza persona era un giovane che sembrava avere intorno ai 25 anni di età. Jimin era piccolo, forse avrà avuto 8 o 9 anni. Strizzai gli occhi e vidi la parte inferiore dell'immagine. Lessi ad alta voce.
'Il 10° anniversario del Signore e della Signora Park'.
Quindi quello è il padre di Jimin? mi chiesi. Mi ero sempre chiesto il motivo per il quale non l'avessi mai visto. Mi chiedo cosa gli sia successo. Posai la foto e mi voltai. Non volevo addentrarmi troppo nella vita personale di Jimin, proprio come non vorrei che le persone entrassero nella mia, quindi decisi di lasciar perdere.
Salii le scale, finché non arrivai nella stanza sul retro. Aprii la porta leggermente, perché giurai che fosse la stanza in cui Jimin era andato correndo l'ultima volta che sono stato qui. La sua stanza era ancora in ordine come l'ultima volta.
Notai che la polvere si stava formando sulla scrivania, perché nessuno era venuto qui nell'ultima settimana o giù di lì.Ammirai i suoi dipinti. Mi sedetti sul suo letto, che era sorprendentemente comodo e mi sdraiai sul letto, mettendomi di schiena. Sospirai ancora una volta.
Che cosa ho fatto?
Improvvisamente ebbi la pelle d'oca.
Hai presente quella sensazione in cui temi che qualcuno ti stia guardando ma non c'è nessuno? Sembrava così, solo che non era spaventoso, era più...triste di qualsiasi altra cosa.
Chiusi gli occhi e lasciai che le lacrime scendessero dai miei occhi. Ricordo che quando andai da un terapista tanti anni fa, mi chiese di dirgli come mi sentivo ad alta voce, perché mi avrebbe aiutato a calmarmi. Annuii a me stesso, lasciando che tutte le emozioni che avevo provato per tutto il tempo verso Jimin, venissero a galla.
"Jimin, non sei qui. Non sentirai nemmeno ciò che sto dicendo. Quando ti sveglierai, mi odierai più di chiunque altro e, di conseguenza, lo faranno anche tutti gli altri. Potrebbero persino provare a ferirmi come io ho ferito te. Sono pronto per quello, lo voglio. Accetterò qualsiasi pena mi infliggeranno i tuoi amici. Me lo merito, questo e molto altro. Non posso far si che tu mi perdoni, perché non me lo merito. Non merito niente. Né amicizia, né amore, né attenzioni, niente. Jin è l'unico che si sopporta a guardarmi e tu sai più di chiunque altro che Jin perdona tutti. Ho provato a porre fine alla mia vita ieri, sono stato stupido ma penso di aver finalmente capito cosa ti ho fatto in tutti questi anni. Stare su quel giardino con quella corda in mano è stato l'evento più sconvolgente della mia vita. Avrei potuto porre fine alla mia vita in quel luogo e in quel momento. Finalmente capisco tutto il dolore che ti ho causato. Per anni sono stato seduto nella mia stanza ad aspettare mio padre che tornasse a casa, così che le percosse finissero. Per molti anni ho aspettato vicino a quella porta, sperando che mia madre tornasse. Non mi rendevo conto di quanto fossi diventato un mostro. Pensavo non mi importasse, ma dopo averti visto tutte le volte in cui ti ho ferito e ti ho fatto sentire probabilmente peggio di me, volevo solo tirar via il mio dolore e far male ad altre persone. L'ho fatto. E se potessi rifare tutto da capo, non ti avrei mai messo un dito addosso. Chissà, forse sarei diventato il tuo migliore amico. Ho sbagliato, ho sbagliato così tanto. Sono così dispiaciuto. Mi dispiace tanto " gridai cercando di capire la situazione.
Chiusi gli occhi cercando un po' di pace, ho bisogno che lui ritorni con noi. "Jimin..."mormorai sottovoce. "Per favore, torna da me. Ho bisogno del tuo aiuto" dissi facendo del mio meglio per calmarmi. Fu allora che il mio telefono suonò nella mia tasca. Controllai rapidamente i miei messaggi.
Da Jin ore 11:11 di mattina: Ho ricevuto un messaggio da Namjoon. E' all'ospedale. Nessuno sa cosa sia successo, ma Jimin si è svegliato molto prima del previsto. I dottori non sanno se tornerà in coma, ma per ora è sveglio. Non so se ti importa, ma ho preferito dirtelo...Ci sentiamo più tardi.
Sorrisi più di quanto pensassi fosse possibile. Balzai in piedi, Jimin era sveglio. Ero così felice, ma capii che non mi importava, perché quando mi vedrà, sarà arrabbiato o fuori di testa. Il mio sorriso svanì quando tornai a sedermi sul letto.
Pensavo che il peggio fosse passato, ma ora non ne ero più così tanto convinto.
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Maybe I'm not Worthless [Italian Translation]
Fanfic[COMPLETATA] Jimin è sempre stato il nerd della scuola. Un tempo aveva degli amici. Aveva Namjoon, Suga, Jungkook, Jin, Jhope e V. Un giorno diventarono come tutti gli altri. Cosa aveva fatto loro Jimin? I suoi amici erano tutto ciò che aveva e ora...