5

32 10 0
                                    


Era il classico inverno inglese, anche se era arrivato in anticipo di un paio di mesi; la nebbia limitava la vista, il freddo penetrava nelle ossa e, immancabile, la pioggia battente sulle strade.
   La direzione del British Museum si preparava alla chiusura dell'anno senza particolari novità per quello successivo, e per un museo avere novità da esporre è ciò che garantisce la continuità; in quell'anno però poche spedizioni erano state intraprese e ancora meno avevano portato risultati, insomma bisognava prepararsi a un anno in cui vedere nuove mostre, e finanziare nuove, spedizioni appariva molto complicato.
   Mancavano di fatto poche settimane alla scadenza dei termini per preparare le inaugurazioni di nuove mostre. La direttrice Mary Hill, una donna avvenente con magnetici occhi color nocciola e lunghi capelli castani, aveva poco tempo per introdurre novità, in caso non fosse riuscita a trovarne il discorso sarebbe stato rimandato all'anno successivo, con possibilità ancor più ridotte di riuscita. La documentazione delle spedizioni effettuate durante l'anno non riportava nulla circa manufatti o scoperte che non avessero già un posto nel museo; sembrava impossibile ma per la prima volta, almeno da quando dirigeva lei il British Museum, non sarebbero state inaugurate nuove mostre.
   Mary se ne stava chiusa in ufficio, studiando in maniera meticolosa i rapporti di ogni spedizione, in cerca di qualunque piccolo dettaglio che potesse rappresentare una novità. Nonostante il grande impegno sembrava però che ogni documentazione fosse identica, per filo e per segno, a quella precedente.
   A un certo punto qualcuno bussò alla porta, lei nemmeno se ne rese conto. Non ricevendo alcuna risposta da parte della direttrice, Jim Maddison, un ragazzino che lavorava come stagista, aprì la porta. «Direttrice, posso?»
   «Si, si» rispose Mary, con aria sollevata. Si rendeva conto di stare cercando un ago in un pagliaio, e una pausa, anche se per pochi minuti, le avrebbe sicuramente fatto bene. «Cosa succede?»
   «Abbiamo ricevuto questo pacco dal Perù. Lo manda la dottoressa Amelia Cruise» spiegò Maddison. Mary sperava di staccare un po' dalla sua ricerca, invece il mucchio di scartoffie da spulciare si faceva sempre più grande.
   All'interno, con grande sorpresa, c'era il diario che Amelia, insieme ai ricercatori peruviani, aveva trovato nella giungla. Subito Mary iniziò a esaminarlo, le prime pagine erano scritte in spagnolo e sembravano fare riferimento alle prime spedizioni dei conquistadores nel Nuovo Mondo, evidentemente apparteneva a un esploratore spagnolo che era stato in Sudamerica. Ad essere davvero interessante però era la seconda parte, scritta in lingua kichwa.
   Quel diario era un vero mistero, per capirci qualcosa servivano i migliori ricercatori che il British Museum potesse mettere sul campo; Mary lasciò il suo ufficio per raggiungere quello di Natalie Foster, la vice-direttrice del museo, affinché contattasse Alexander Kane e Lewis Williams, impegnati in una missione in Cambogia.

I DimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora