L'Hercules atterrò all'aeroporto di Lima a metà pomeriggio, con circa mezz'ora di ritardo rispetto alle previsioni del nuovo piano di volo. Non si poteva fare meglio visto che i peruviani rivolevano indietro il tesoro nel minor tempo possibile. Il pilota, in precedenza copilota di Soria, aveva volato per più di mezza giornata con la sola interruzione dell'atterraggio, per un paio d'ore, a Miami; per non parlare del viaggio di ritorno, affrontato con la sola compagnia dell'agente Kalevski.
Sulla pista era presente un caloroso comitato d'accoglienza; tutti quelli che, direttamente o indirettamente, si erano trovati coinvolti in quella adrenalinica caccia al tesoro si erano radunati all'aeroporto per vederlo tornare in patria. Quando il portellone della stiva si aprì, per Kane, Amelia e Williams fu come se davanti a un bambino si fossero aperti i cancelli di Disneyland.
Kalevski scese dall'aereo e si presentò agli archeologi. Poi annunciò: «Signori, a bordo di questo aereo ci sono i vostri regali di Natale. Scartateli pure.»
«Da quando hai il senso dell'umorismo?» gli domandò Reyes.
«Sinceramente, non lo so nemmeno io» rispose Kalevski abbracciandolo. Poi gli indicò l'aereo e disse: «Però devi ammettere che abbiamo realizzato un vero capolavoro.»
Mentre i due continuavano a scambiarsi battute, Amelia condusse a bordo la squadra di ricercatori del Museo de la Nación di Lima, gli stessi che erano con lei e Flores nella giungla di Iquitos pochi giorni prima, per portare a termine la chiusura del cerchio; purtroppo però, proprio Flores non poteva godersi quel traguardo.
Kane, Williams e Gunn preferirono lasciare il palcoscenico interamente ad Amelia. Lei aveva trovato l'indizio più importante di quella caccia al tesoro, quindi doveva essere lei ad occuparsi della catalogazione dei manufatti; un lavoro che le avrebbe fatto guadagnare un ruolo di spicco, sia per il British Museum che per il Museo de la Nación. Loro si sarebbero limitati a prendere ciò che gli spettava e a riportarlo oltreoceano. A nulla servirono i dolci cenni e le occhiate rivolte loro da Amelia, che dall'inizio delle operazioni li invitava a prendervi parte.
Gunn fu molto sorpreso da quella scelta. Li conosceva da anni, li aveva presi nella sua squadra quando erano arrivati al British Museum e poco dopo i loro ruoli si erano capovolti. «Non riesco a credere che lascerete la copertina di una scoperta del genere a una ragazza che conoscete da poco meno di una settimana.»
«In questo periodo ne ha passate tante» ribatté Williams. «La maggior parte per colpa nostra a dire il vero.»
«Se lo merita» aggiunse Kane. «È davvero un'ottima archeologa.»
«Migliore di voi due?»
«Occhio a non esagerare» ribatté sarcasticamente Williams. «Non esiste nessuno meglio di noi.»
Kane gli diede una pacca sulla spalla. «Willy! Non ti facevo così umile.»
L'allegria e le risate per il risultato che avevano appena conseguito furono smorzate da un misterioso individuo, alto e magro, pelle scura e capelli neri arruffati, che si presentò loro, senza neanche fornirgli il proprio nome, come il portavoce della Cancelleria Peruviana per la Cultura, nonostante non avesse proprio l'aspetto curato di una persona importante.
«Possiamo aiutarla, signor portavoce?» chiese Gunn con tranquillità. Sapeva che spesso le autorità locali chiedevano i resoconti di un'operazione archeologica, lui vi aveva avuto a che fare in passato, mentre Kane e Williams preferivano lasciare la burocrazia a chi era più competente di loro, come le ambasciate e i consolati.
«Innanzitutto, vi ringraziamo per aver riportato alla luce un così grande e importante reperto della storia del mio paese» esordì il portavoce. «Tuttavia, mi dispiace informarvi che il mio ufficio non permetterà che questo tesoro lasci il Perù.»
«Come sarebbe a dire?» ribatté Kane, confuso e allo stesso tempo adirato. «Ha una vaga idea di cosa abbiamo passato in questi giorni? Ci spetta qualcosa da riportare al British Museum, è così che funziona il nostro lavoro.»
«Le esatte parole dei miei superiori sono state: i conquistadores hanno già razziato abbastanza il nostro paese, quel poco che hanno lasciato appartiene a noi.»
«Non vi stiamo rubando nulla» ribatté Williams. «Anzi, a dirla tutta, abbiamo impedito che veniste derubati.»
«Faremo il nostro lavoro, come sempre» aggiunse Kane. «Ognuno avrà la parte che gli spetta.»
«Avvertirvi è stata una cortesia. Quando la dottoressa e gli altri ricercatori avranno terminato la catalogazione, il tesoro sarà portato via e voi non potrete farci nulla.» Detto questo, si allontanò senza nemmeno dar loro la possibilità di ribattere.
Reyes e Kalevski avevano notato i nervi tesi del gruppo, pertanto avevano deciso di seguire la discussione, senza però intervenire. Reyes aveva riconosciuto il portavoce, quindi capì subito che il motivo di tale tensione doveva riguardare il tesoro; ma voleva vederci più chiaro. Non appena il portavoce si allontanò, i due agenti andarono incontro agli archeologi e chiesero cosa fosse successo.
«Non ci permetteranno di riportare nulla a Londra» spiegò Gunn amareggiato. Mentre Kane e Williams, anche loro delusi, non avevano nemmeno voglia di parlarne.
Reyes sapeva cosa avevano passato, e gli dispiaceva che non potessero vedere premiati i loro sforzi. «Forse possiamo fare noi qualcosa per voi?!»
«Non credo. Il portavoce è stato molto chiaro» disse Kane. «Non permetteranno che una parte del tesoro venga portata via dal Perù.»
«Ma noi abbiamo sequestrato una parte di quel tesoro, e non l'abbiamo ancora consegnato» gli ricordò Reyes.
«Dove vuole andare a parare?»
«Potrei omettere qualche dettaglio dal mio rapporto, così voi avrete qualcosa da riportare a Londra. Sarebbe la versione ufficiale.»
«È rischioso e poco professionale» lo rimproverò Kalevski. «Al contrario, potremmo fare pressioni affinché parte della collezione di Robertson vi venga consegnata; come ringraziamento.»
Kane rimase piacevolmente sorpreso. «Sono due prospettive interessanti. Lascerò che siate voi ad occuparvi di tutto, qualunque cosa sceglierete andrà bene.»
Era ora di tornare a Londra.
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I Dimenticati
Adventure[Completa] 1532: il conquistador Francisco Pizarro conduce la sua spedizione in Sudamerica, alla ricerca e, successivamente, alla conquista del grande impero Inca. 1540: tra gli spagnoli si fanno sempre più insistenti le voci circa l'esistenza di un...