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Fissato il cavo di sicurezza alla vita, Kane si calò nel pozzo. Scese gradualmente, quasi come a fare una semplice perlustrazione, e ogni tanto scambiava qualche battuta con Williams; dei brevi botta e risposta con lo scopo di testimoniare che non c'erano problemi. Kane era perlopiù concentrato a guardarsi intorno, la sua attenzione era rivolta alle pareti di roccia, solo di rado guardava in basso. La luce della torcia elettrica non regalava grande visibilità, che anzi era addirittura inferiore a quella che si aveva dall'esterno; forse nulla poteva farlo.
   Quando giunse a una profondità di venti metri, una sensazione di ribrezzo lo assalì, insinuandosi in ogni centimetro del suo corpo. «Che schifo!» borbottò tra sé. L'acqua sul fondo era schermata da uno strato disgustoso di liquame viscido misto a sedimenti.
   «Che succede?» chiese Williams dalla superficie.
   «Il fondo è ricoperto da uno strano liquame. È disgustoso.»
   «Meglio tirarlo su» disse Amelia.
   La sua esclamazione era arrivata anche a Kane, attraverso la trasmittente, che però rimase sulle sue. «No. Bisogna scoprire cosa c'è sotto questa poltiglia.»
   Williams e Gunn sapevano che discutere con Kane quando si metteva un'idea in testa era inutile, Amelia invece doveva ancora abituarsi a lavorare con un uomo così determinato; ma decise di fidarsi di lui. «Come procediamo?»
   Kane rispose di mandargli giù un filtro per l'erogatore, necessario perché fosse possibile un'immersione in acque inquinate. Williams lo fece scivolare giù, lungo il cavo di sicurezza.
   Quando Kane comunicò di aver sistemato l'attrezzatura, e di poter procedere, Williams allentò il cavo. «Cosa speri di trovare là sotto?» chiese Williams preoccupato; ma fiducioso nei confronti del compagno.
   «Non lo so» rispose Kane. «Spero solo che domani voi non dobbiate trovare il mio corpo.» Insomma, non proprio una risposta incoraggiante; i discorsi da leader non facevano per lui, ma con i fatti non lo batteva nessuno.
   «Sei ancora in tempo» ribatté Gunn. «Ti tiriamo su?»
   Kane però non sentiva ragioni. Non sapeva come sarebbe andata là sotto, ma sapeva che una volta arrivati a quel punto non si poteva rinunciare. Bisognava prendersi il rischio e scommettere; anche se un giocatore esperto dava come probabilità cento a uno. Il problema era che a Kane le probabilità non interessavano minimamente. «Allentate il cavo e mandatemi giù.»
   Attraversare la barriera di sedimenti fu come sfondare la superficie di un lago ghiacciato. Sotto quello strato viscido era come un altro mondo: la visibilità era notevolmente migliorata e soprattutto non vi erano sedimenti, segno che il cenote doveva far parte di un sistema di grotte sotterraneo, che periodicamente ripuliva le gallerie da quel viscidume disgustoso. L'unico problema era l'acqua gelida.
   Tutto ciò poteva essere positivo per le ricerche, sarebbe stato più facile trovare qualcosa, ma allo stesso tempo aggiungeva qualche difficoltà. Più ci si addentrava in profondità nelle grotte, maggiore sarebbe stato il numero delle soste per la decompressione necessarie durante la risalita. Con solo un'ora di ossigeno nelle bombole, fare progressi sarebbe stato complicato.

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