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L'informazione del ritrovamento in Perù andava tenuta ben nascosta, per evitare che gente poco affidabile cercasse di scoprire quali segreti quel diario nascondesse, ma anche perché nessuno sapeva che la dottoressa Cruise l'aveva spedito oltreoceano senza alcuna autorizzazione.

   Mary e Natalie organizzarono un incontro, riservato a tutti gli archeologi ed esperti di culture precolombiane affiliati al museo. Si trattava della più massiccia operazione di ricerca che il British Museum avesse mai messo in atto, e senza sapere cosa stessero effettivamente cercando.
   La sala principale del museo, per l'occasione gremita di studiosi e ricercatori, era un vero colpo d'occhio.
   L'incontro era stato fissato per le quattro del pomeriggio e, precisa come un orologio svizzero, a quell'ora Mary prese la parola, per spiegare il motivo di quella convocazione. «Oggi ci è stato recapitato un pacco da una nostra corrispondente in Sudamerica. Non sappiamo ancora se ciò che il suddetto pacco contiene sia autentico ma...»
   «Se non avete certezze circa l'autenticità, allora noi cosa ci facciamo qui?» chiese uno dei convenuti.
   Mary era pronta a quella domanda e non si lasciò spiazzare. «Abbiamo intenzione di mandare in Perù i nostri migliori archeologi. E sono sicura che sappiate di chi sto parlando. La questione è: chi vorrebbe partecipare a una spedizione che cambierà la storia?»
   Parole forti, perfette per sollecitare l'ego degli studiosi e spingerli ad imbarcarsi in quell'impresa. Mary lo sapeva bene, ma era comunque troppo poco per convincerli.

   Un diario misterioso, scritto per metà in spagnolo e per metà in kichwa, non rappresentava un grande interesse per gli affiliati del museo, abituati a lavorare su certezze e non su congetture. Per quanto ne sapevano quel documento poteva essere una presa in giro, dunque la questione non suscitò interesse. Tuttavia la notizia che il British Museum aveva deciso di convocare tutti gli studiosi con cui collaborava non poteva di certo passare inosservata, era un segno inequivocabile che qualcosa bolliva in pentola. Non serviva sapere di cosa si trattasse perché l'altro lato del mondo dell'archeologia, quello privo di scrupoli, che vendeva pezzi pregiati ad avidi collezionisti, si mettesse in moto, e con esso anche le autorità.
   Tutto partì da una telefonata.

I DimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora