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Summer non aveva ancora lasciato la stazione di polizia dal suo arrivo a Lima. Reyes le aveva messo a completa disposizione il suo ufficio; da lì aveva contattato la delegazione ONU del Perù e fornito ogni dettaglio di cui era a conoscenza riguardo la presenza di Nemanja Shkodran sul territorio peruviano.
   Aveva ottenuto una squadra tattica per catturarlo, a condizione che non venisse coinvolta anche nell'arresto degli uomini che lo accompagnavano. Non era riuscita a fare di meglio.
   Decise di aspettare che qualcuno andasse a cercarla e, per passare il tempo, sfogliò alcuni fascicoli di Reyes sul caso "Robertson" ma senza trovare nulla che la interessasse particolarmente. Tuttavia, aveva capito perché, al contrario di lei, interessava molto a suo fratello.
   Fu proprio in quel momento che qualcuno bussò alla porta. Summer non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che entrò in ufficio una giovane recluta. «Scusi, signora. L'agente Reyes chiede che lo raggiunga in sala comando. Sembra che ci siano novità.»
   Summer annuì. «Arrivo subito.»
   La recluta uscì dall'ufficio e si richiuse la porta alle spalle. Summer sospirò profondamente; nonostante la sua posizione non era autorizzata a ficcanasare nei dossier della polizia, la recluta però non sembrò nemmeno notare che stava leggendo documenti riservati.

   In sala comando, le luci rimanevano perennemente spente e ogni fonte di illuminazione veniva dai monitor dei computer e dal maxi schermo appeso al muro, su cui era proiettata un'immagine satellitare delle Ande.
   Reyes la fissava con uno sguardo penetrante, quasi come se volesse vedere esattamente cosa stava succedendo nel punto di loro interesse.
   «Datemi qualcosa. Voglio sapere tutto quello che sta succedendo su quelle montagne.»
   Summer entrò in sala comando proprio in quel momento. «Agente Reyes, cosa sta succedendo?»
   «Abbiamo ricevuto un messaggio radio dalla Missione di Vicente de Valverde, dove i nostri criminali stavano arroccati fino a questa mattina.»
   Summer rimase stupita. «Fino a questa mattina? Quindi si stanno muovendo?»
   «Verso queste coordinate» rispose Reyes. «Che corrispondono a quelle che suo fratello e la sua squadra avevano identificato come il punto in cui cercare l'El Dorado.» Ci fu un brusìo di sottofondo. La maggior parte delle persone presenti in quella stanza o non aveva idea di cosa riguardasse l'operazione o, se ne erano a conoscenza, la credevano una presa in giro.
   «La delegazione peruviana delle Nazioni Unite ci ha concesso una squadra tattica, ma hanno posto la condizione che venga usata solo per catturare Nemanja Shkodran» spiegò Summer.
   «Lo stanno portando a Cusco, per consegnarlo a chi di dovere. Può informare i suoi colleghi» ribatté Reyes ringraziandola per l'aiuto che aveva cercato di dare. «Purtroppo non nutrivo grandi speranze in un aiuto più massiccio, so bene che quello di cui ci occupiamo non è nel vostro interesse.»
   Summer chinò il capo, dispiaciuta di non poter fare di più; né per Reyes né per aiutare suo fratello. «Mi sento in dovere di ringraziarla per l'aiuto che lei ha dato a noi. Senza di voi, Shkodran sarebbe ancora in libertà.»
   Senza perdersi in ulteriori convenevoli, Summer si avviò a lasciare la sala comando, per informare la squadra che le era stata affidata circa il fatto che stessero portando Shkodran a Cusco; ma fu proprio in quel momento che arrivò un messaggio radio. Inizialmente non era nulla più che una serie di fruscí. Col passare dei secondi però, sia Summer che Reyes riconobbero la voce di Williams.
   «Lewis, che succede?»
   «Oh, Summer» esclamò Williams. «È bello sentire la tua voce.»
   «Mio fratello è lì con te?»
   Williams lasciò rispondere Kane. «Sono qui, sorellina. Sta tranquilla. Io e la mia squadra siamo ancora in piedi.»
   «È bello sentirla, signor Kane» intervenne Reyes. «Ha qualcosa per noi?»
   «Prenda carta e penna, la lista è lunga» rispose ironicamente Kane. «Un battaglione di tagliagole morti, i loro corpi gettati sul fondo di un cenote, un gruppo di missionari massacrato nella giungla… e il nostro caro amico Robertson ha messo le mani sul tesoro dell'El Dorado.»
   Tutti nella sala rimasero sbalorditi, alcuni continuarono ad essere scettici ma molti si convinsero che quell'operazione stava seguendo le tracce del mito più celebre del Sudamerica.
   «Dobbiamo fermarlo, non avremo un'altra possibilità. Se dovessimo fallire mi sarò giocato la carriera.»
   «Non vuole aggiungere "nessuna pressione" al discorso?» chiese Kane con un sottile sarcasmo.
   «Non mi faccia ridere» ribatté Reyes. «Dovete tornare subito a Lima. Se siete in grado di fornirci le vostre coordinate manderemo un elicottero per riportarvi in città. Noi nel frattempo cercheremo di capire come Robertson intende lasciare il paese.»

I DimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora