I Dimenticati

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Due uomini, sudamericani, tarchiati e rozzi, erano usciti dalla giungla, e adesso li tenevano sotto tiro. «Fermi!» esclamò uno di loro. «Tenete le mani ben in vista» ordinò l'altro. Gunn aveva alzato le mani come se glielo avesse ordinato la polizia, mentre Williams, più freddo, aveva soltanto lasciato il suo posto accanto alla trasmittente. Amelia invece sembrava quella più tranquilla: conosceva quei due uomini, perché li aveva incrociati quando era ostaggio dei loro rivali, ma sapeva che la situazione era delicata.
   «Che fortuna» gongolò uno dei tagliagole.
   «Già, e pensare che ci avevano detto di cercarli a Lima» disse il secondo, che poi aggiunse: «Sono stati gentili a venirci incontro.»
   «Portiamoli alla Missione. I capi saranno felici di vederli.»
   Amelia comprese subito che il loro vantaggio temporale si era dissolto. La Missione di Vicente de Valverde era lì, a un paio di chilometri, e probabilmente, Robertson e i suoi tagliagole avevano coperto la distanza durante la notte, con mezzi adatti a spostamenti veloci nella giungla. I conti tornavano: loro erano stati per diverse ore a Lima, in quel lasso di tempo i loro inseguitori potevano benissimo aver passato il confine e raggiunto le Ande; e per una sfortunata casualità, entrambi i gruppi rivali stavano confluendo verso lo stesso punto.
   I due tagliagole gli girarono intorno. «Ne manca uno. Dov'è quello senza un occhio?»
   «Non c'è nessun altro» rispose deciso Williams, ma la tensione sul suo volto era palpabile, e lo tradì.
   Uno dei tagliagole gli si avvicinò e lo colpì alla schiena con il calcio del fucile, mentre il secondo si avvicinò al cenote e afferrò il cavo di sicurezza. «Se non c'è nessun altro allora questa fune è inutile. Dico bene?»
   Nessuno del gruppo diede una risposta, non ce n'era nemmeno bisogno; quindi, senza esitare, il tagliagole tranciò il cavo di sicurezza con un machete, per poi sfoggiare un sorriso maligno e lasciare il capo della corda cadere nel pozzo.