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Nessuno, venendo da fuori, avrebbe mai creduto che tutto il British Museum era stato allestito per ospitare l'inaugurazione della nuova mostra in un solo pomeriggio. Ci lavoravano da giorni, ma il colpo d'occhio generato da quella serata era il risultato del lavoro iniziato e portato avanti solo dopo la consegna dei reperti. In poche ore erano state allestite la mostra, un buffet per l'apertura, la cena per la serata e predisposto ogni dettaglio per un evento di gala che si rispetti. Per quella sera, Mary e Natalie avrebbero avuto il loro bel da fare.
   Kane aveva finalmente ritrovato l'allegria, anche se non sapeva da chi veniva la gentile donazione. Sicuramente l'Interpol era coinvolta ma non sapeva altro; e dentro di sé, sperava vivamente di riuscire a ringraziare il responsabile, per sua sfortuna però aveva dimenticato di chiedere un recapito telefonico a Reyes o a Kalevski.
   La serata era fredda e piovosa, non proprio il clima migliore per una serata di festeggiamenti; ma a Kane e Williams non interessava; anzi, erano contenti di aver finalmente lasciato quello umido e poco gradevole della giungla e averne ritrovato uno più fresco e familiare.
   I loro pensieri furono interrotti da Gunn. «Ragazzi, la direttrice sta per fare il suo discorso.»
   Rientrarono di fretta, per ascoltare Mary e quanto aveva da dire. Chissà, magari avrebbero scoperto anche chi gli aveva mandato tutti i reperti.
   Quando arrivarono nella sala principale, Natalie stava presentando la direttrice. Williams rimase fermo sulla porta a fissarla, come gli capitava spesso, ma almeno stavolta non doveva parlarle.
   In quel momento Mary prese la parola. «Ringrazio tutti per essere accorsi qui con poco preavviso. Ringrazio i miei ragazzi, Alexander Kane, Lewis Williams, Richard Gunn e Rudi Miller che hanno fatto il possibile perché tutto questo diventasse realtà. Ringrazio la dottoressa Amelia Cruise, nostra corrispondente a Lima, che ha dato il via a questa… chiamiamola avventura, e che purtroppo non può essere qui con noi.»
   Kane e Williams risero sotto i baffi. «Avventura proprio.» Poi continuarono ad ascoltare la direttrice.
   «Ma soprattutto ringrazio Jean-Pierre Aulas, il direttore generale dell'Interpol, per l'aiuto che ha dato ai miei ragazzi durante la spedizione e perché anche grazie ai loro sforzi, oggi possiamo donarvi questa mostra.»
   Terminato il suo discorso di ringraziamento, Mary scoprì il primo reperto della mostra: la corona piumata di Atahualpa.
   Alla vista di quel pezzo, Kane strinse un braccio attorno alle spalle di Williams. «È stato Reyes, ci ha fatto avere le casse sequestrate.» Quando però furono rivelati altri pezzi, che loro non avevano mai visto, capirono che ad essere state accettate erano entrambe le proposte che avevano ricevuto: quella di Reyes, per una parte del tesoro sequestrato, e quella di Kalevski, per una parte della collezione privata di Robertson.
   L'attenzione rivolta ai pezzi pregiati di cui il museo era entrato in possesso durò poco. Nella confusione generale, Kane distinse un volto familiare; in un primo momento pensò di aver preso un abbaglio ma quando lo intravide per la seconda volta, allora si convinse. Era Amelia: indossava un abito da sera scollato sulle spalle; lui però l'aveva vista solo in tenuta da archeologa sul campo, e adesso, vestita in quel modo elegante, quasi non l'aveva riconosciuta.
   Erano confusi, perché la direttrice aveva detto che non ci sarebbe stata, ma era lì e loro la vedevano. Cercarono di andarle incontro per salutarla e darle il benvenuto a Londra. Ma furono bloccati da un'altra ragazza: Summer.
   «Sorellina!» esclamò Kane.
   «Vedo che hai trovato quello che stavi cercando.»
   «È stato difficile, ma sì.» Kane sperava che non tirasse in ballo quello che aveva combinato in Sudamerica, facendo esplodere il suo yacht. «Voi invece, avete arrestato Shkodran?»
   «Si, lo abbiamo arrestato.»
   «Sai che è stato grazie a me?» chiese Kane, cercando di non far capire che stava gongolando.
   «Allora puoi spiegarmi perché sembrava che fosse sull'orlo della follia?» gli chiese Summer.
   «Un effetto dell'Ayahuasca» rispose Kane. Poi, con tono ironico, aggiunse: «Colpa della passione dei religiosi sudamericani per la botanica.»
   Summer rise per la battuta, ma non aveva dimenticato perché era andata a parlargli. «Ti ringrazio per l'aiuto che, involontariamente, ci hai dato. Ma ti avverto che d'ora in poi, se vorrai sfruttare i mezzi della mia organizzazione, dovrai partecipare attivamente alle nostre operazioni umanitarie.»
   «Immagino di non avere altra scelta» rispose Kane in tono sarcastico.
   I due non si congedarono lì. Summer era andata soprattutto per fargli una ramanzina, ma decise di approfittare della serata e rimanere; dopotutto non si vedevano molto spesso e pensarono di sfruttare l'occasione.
   Kane raggiunse Williams e Amelia, intenti a discutere del buon esito della spedizione, oltre che della loro esperienza nella foresta amazzonica. Summer salutò Williams, per lei ormai un fratello adottivo, visto il rapporto con Kane, che da parte sua fece le presentazioni tra lei e Amelia.
   «Ma, tiene la benda tutto il tempo?» chiese Amelia a Summer e Williams, riferendosi a Kane.
   Nessuno dei due ebbe il tempo di rispondere. «Signorina, io sono famoso. La benda fa parte del pacchetto, non posso toglierla.»
   «Deluderebbe le sue fans» aggiunse Williams sorridendo.
   «Tu vedi di non deludere la tua di fan.» Kane fece un cenno per indicare Natalie che si avvicinava. «Hai una cotta per lei da secoli e qui con te ci sono due belle ragazze.» Poi si rivolse a Summer e Amelia: «Signore, diteglielo voi.»
   Non servì che lo convincessero; prese un po' di coraggio e andò a parlarle di sua spontanea volontà. Kane non si sarebbe perso di vedere quel treno deragliare per nulla al mondo, ma le sue speranze furono stroncate da Aulas.
   Il direttore generale dell'Interpol lo prese da parte e gli disse: «Volevo ringraziarla per l'aiuto che ha dato ai miei uomini, è stato davvero fondamentale.»
   «Siamo noi che dobbiamo ringraziare lei, per averci fatto avere i pezzi che compongono questa mostra.»
   «Gli agenti Reyes e Kalevski mi hanno raccontato cos'è successo dopo l'arresto di Robertson e dei suoi complici» spiegò Aulas. «Non meritavate di restare a mani vuote. Pertanto, è stato un piacere.
   Dopo essersi congedato da Aulas, Kane tornò di fretta dagli altri. «Allora, com'è andata?» chiese, stracolmo di entusiasmo.
   «Scusa, Lewis non riesce a parlare. È sotto shock» disse Summer.
   «Perché, che è successo?»
   «Sembra che andranno a cena fuori, domani sera» rispose Amelia.
   Un'altra piccola gioia da aggiungere alla lista di quella che, già di per sé, era una stupenda serata.

I DimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora