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Quando vennero fuori, la soddisfazione per i progressi delle ricerche passò immediatamente in secondo piano. Al suo posto tornò a palesarsi quel timore, che sembravano essersi lasciati alle spalle, di essere seguiti.
   C'era un uomo, seduto sui gradini che conducevano alla sommità del tempio, che sembrava attendere proprio il loro arrivo.
   «Cautela» sussurrò Kane ai compagni.
   Senza rendersene conto calpestarono un sottile strato di ghiaia posto davanti all'ingresso, non presente al momento del loro primo passaggio, ed evidentemente sparso di proposito dal misterioso visitatore perché lo allertasse del loro arrivo, aggiungendo un pizzico di teatralità al momento.
   «Finalmente ce l'avete fatta» disse, senza voltarsi.
   Amelia si fece avanti e chiese, con tono sprezzante: «Chi è lei? Che vuole?»
   Kane, fiutando il potenziale pericolo, fu abbastanza reattivo da afferrarla per un braccio, ed evitare che si avvicinasse troppo all'uomo misterioso.
   A quel punto, percependo la tensione, e cercando di placare gli animi, lo sconosciuto si alzò in piedi, si voltò verso il gruppo e si presentò. «È davvero un piacere conoscervi» disse. «Il mio nome è Werner Schroeder.»
   «Già, lo so chi sei» disse Kane con tono disgustato. «Sei fortunato che siamo in presenza di una signora, avrei diverse parole per uno come te.»
   Schroeder non era il tipo di persona che lavorava in solitaria. Se lui era lì allora probabilmente erano circondati, Kane ne era convinto. E le sue convinzioni, come al solito, erano corrette: altri sei uomini, disposti intorno al piazzale sulla cima del tempio, chi nell'ombra e chi un po' più in vista, li tenevano sotto tiro con fucili d'assalto. Solo quando si udì il rumore delle sicure rimosse dalle armi, comprese il reale pericolo della situazione in cui si trovavano. Erano totalmente disarmati e impreparati a uno scontro, e anche le possibilità di fuga apparivano molto esigue.
   «Signor Kane, mi ferisce sentirla parlare così» disse Schroeder con tono affranto. Non si capiva se stesse parlando sul serio o se fosse un grande attore. «Sa, io sono un suo grande ammiratore. Ma non solo io, lei rappresenta un modello per ogni lavoratore di questo settore.»
   Williams si fece avanti. «E in cosa sarebbe un modello per lei?» chiese. «Certo non per l'integrità.»
   «E lei deve essere Lewis Williams. Ovvio, siete come Sherlock e Watson» ribatté Schroeder. «Inseparabili.»
   «Ora però è il momento di parlare di affari» aggiunse.
   Videro la figura di un uomo salire le scale, con il capo chinato per nascondere il viso. Con la sola forza del braccio sinistro trascinava un altro uomo, visibilmente ferito e debole.
   «Permettetemi di presentarvi Nemanja Shkodran» disse Schroeder, procedendo poi a spiegare il perché della sua presenza. «Il signor Shkodran è un killer esperto, ed è qui per eliminare ogni minaccia alla riuscita della mia spedizione.»
   «Chi è l'altro uomo?» chiese Kane.
   Schroeder fece un cenno, come per ordinare a Shkodran di mostrare in volto il malcapitato. Era Flores, reso quasi irriconoscibile dalle percosse subite. Aveva resistito il più a lungo possibile prima di rivelare dove fossero diretti gli altri, pur sapendo che avrebbe ceduto e che poteva risparmiarsi tante sofferenze.
   Quasi in concomitanza fece il suo ingresso sulla scena  anche Alvarez.
   Amelia si era sempre aspettata che prima o poi quell'uomo sarebbe tornato a lavorare con gente di dubbia morale, mai però si avrebbe potuto pensare di trovarsi in quella situazione. Alvarez non gli andava proprio a genio, come anche a molti altri colleghi, per via del suo passato e sperava che nel momento in cui avrebbe fatto un passo falso sarebbe stata intenta a gongolare, non certo di trovarsi in una posizione in cui rischiava la vita.
   Alvarez non li degnò nemmeno di uno sguardo. Amelia invece aveva qualcosa da dire, e poche di quelle parole si addicevano a una donna.
   «Maledetto infame, continui a vendere le ricchezze culturali del Sudamerica.»
   «E di tanti altri posti» aggiunse Alvarez. «Il mio conto in banca non è mai stato così felice.»
   «Sei un essere disgustoso.»
   Alvarez non ribatté o non ne sarebbero più usciti. «È il momento di dare una dimostrazione» disse, rivolgendosi a Schroeder.
   Bastò un cenno; Shkodran puntò la pistola alla testa di Flores e premette il grilletto. Lo studioso cadde a terra, in una pozza di sangue che si estendeva secondo dopo secondo.
   Amelia divenne cieca di rabbia e si gettò in avanti per aggredire Alvarez. Kane fu abbastanza svelto da bloccarla ma, nonostante ciò, riuscì comunque a sfregiargli il viso con le unghie.
   «La questione è molto semplice» spiegò Schroeder. Poi, rivolgendosi ad Amelia disse: «Lei viene con noi. La sua grande competenza ci sarà utile. Mentre i suoi compagni se ne resteranno qui, tranquilli e buoni.»
   «Neanche per sogno. Non siamo cani a cui dare ordini» ribatté, con tono ostile, Williams.
   «A che diavolo serve?» chiese Alvarez, visibilmente irritato. «Facciamoci dire ciò di cui abbiamo bisogno e sbarazziamoci di tutti e quattro.»
   «La dottoressa Cruise ci serve… e questo è quanto.»
   «E noi?» chiese Kane con aria di sfida.
   «Voi non vi muoverete da qui» disse Shkodran, puntandogli contro la pistola. «Mai più.»
   Schroeder lo bloccò prima che potesse avere il tempo di far esplodere un colpo. «Non servirà. Sono sicuro che resteranno qui.»
   «Convinto tu» ribatté in tono ironico Williams.
   «Crede davvero che se ne staranno qui buoni?» chiese Alvarez.
   Kane si fece avanti, noncurante del fatto che si sarebbe potuto beccare un proiettile. «Seguiamo pure il suo piano.»
   «Al posto suo non farei tanto lo spiritoso» disse Schroeder. «Non vi ucciderò, ma può stare tranquillo che lei e i suoi non sopravvivrete a lungo.»
   Uno dei mercenari al seguito di Schroeder depose il mitra. Si avvicinò all'ingresso del tempio e iniziò a piazzare alcune cariche esplosive. Fu subito chiaro che il piano di Schroeder era imprigionarli dentro.
   Williams iniziò a nutrire alcuni dubbi sulla frase pronunciata poco prima. Probabilmente l'arrogante tedesco aveva ragione e loro non si sarebbero mossi da lì. Lanciò uno sguardo a Kane, mentre Miller sembrava pietrificato dalla paura, il che era una reazione del tutto comprensibile.
   «Lewis, Rudi, entrate» disse Kane. Poi si rivolse a Schroeder. «Voglio la garanzia che alla dottoressa Cruise non succederà nulla.»
   Tutti rimasero spiazzati da quelle parole. Il grande Alexander Kane che si arrende, facendo una richiesta banale e prevedibile, rappresentava un evento incredibile.
   «Niente scherzi» sibilò Schroeder.
   Kane non ebbe nulla da ribattere, si voltò e raggiunse Williams e Miller all'interno del tempio. Ai suoi compagni, che ormai lo conoscevano bene, la situazione fu subito chiara: gli ingranaggi della sua mente giravano come una trottola. Tuttavia stavolta c'era un margine d'incertezza sull'effettiva riuscita del suo "brillante" piano. Avrebbe funzionato? Per saperlo dovevano andare fino in fondo.
   Non servì nemmeno la minaccia delle armi. Quando uno dei mercenari attivò il detonatore, Kane, Williams e Miller se ne stavano riparati all'interno del passaggio che conduceva alla cripta segreta. L'esplosione fu abbastanza potente da far crollare i sostegni, riducendo l'ingresso a nulla più che un cumulo di macerie. Anche con tutta la forza di volontà di questo mondo, pensò Schroeder, Kane non sarebbe mai uscito da lì.

   «Non ce la farete» urlò furente Amelia.
   Alvarez l'afferrò per il mento e le disse: «Sarà meglio che collabori, senza fare storie.»
   «Il signor Kane ha preteso che non fosse toccata» disse Schroeder.
   «È sepolto in un tempio nella giungla. Non c'è nulla di cui preoccuparsi?»
   «Non sottovaluti Alexander Kane. Se lo fa le conviene scavarsi la fossa già da ora.»
   «Non le sembra di esagerare?»
   «Assolutamente» rispose Schroeder. «Se lei non rispetterà la sua richiesta finirà molto male, che sia per causa mia o a causa di Kane non è rilevante.»
   I presenti rivolsero uno sguardo collettivo all'ingresso crollato del tempio, poi si allontanarono. Mentre scendevano la scalinata si voltarono spesso indietro, Amelia più degli altri. Ce l'avranno fatta davvero? Si chiese. Sperava solo che ciò che Schroeder aveva detto ad Alvarez trovasse conferma presto.

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