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L'esplosione e l'affondamento del Sunseeker Predator nel Rio delle Amazzoni erano stati denunciati da Silva il mattino seguente al suo ritorno a Manaus. Le autorità brasiliane, una volta appurato dove la barca era ormeggiata, avevano informato l'autorità portuale di Iquitos, che aveva provveduto a contattare i vertici della Help the World. Insomma, si era trattato quasi di uno scaricabarile.
   Non si trattava di una questione di primaria importanza. Summer aveva intuito fin dall'inizio che doveva esserci dietro suo fratello, e la chiamata al telefono satellitare dello yacht l'aveva confermato. Dopotutto non era la prima volta; Kane aveva spesso usato il suo status di membro della Help the World per muoversi liberamente nei paesi dove si trovava a operare, ciò evitava rogne burocratiche per lui e il suo seguito, e per accedere alle risorse che la stessa aveva stanziate in ogni paese del mondo facente parte delle Nazioni Unite.
   L'airbus era decollato da Tirana a metà giornata, un'ora dopo aver ricevuto la segnalazione dal Sudamerica circa il naufragio dello yacht. Dopo poche ore stavano già sorvolando l'Atlantico.
   Summer stava nella sua cabina, e cercava in tutti i modi di tenere un contatto con la squadra schierata lungo il confine albanese. Lei avrebbe voluto essere lì, ma il fatto che suo fratello fosse coinvolto nei fatti del Sudamerica le imponevano di partire; si fosse trattato di qualcun altro avrebbe spedito in Sudamerica il primo sfigato che le fosse passato davanti, dopo aver ricevuto la notizia. Mantenere i contatti però era difficile, a causa delle interferenze che potevano provocare alla strumentazione di bordo. Per questo erano stabiliti tempi e intervalli per le comunicazioni, che andavano rispettati in maniera scrupolosa.
   Mancavano pochi minuti al nuovo contatto, quando Summer si rese conto che l'airbus stava cambiando rotta in maniera quasi rocambolesca. Abbandonò la propria cabina e si diresse verso quella di pilotaggio.
   Barnes faceva da copilota e gestiva le comunicazioni con il suolo. Il repentino cambio di rotta di fatto era un ordine che proveniva da terra. Lui si era limitato a riferirlo al pilota.
   Summer aprì la porta della cabina poco dopo, chiedendo cos'era successo e il perché di quel cambio di rotta improvviso. Dovevano atterrare a Salvador, in Brasile, da lì andare a Manaus e, solo in seguito, raggiungere il Perù.
   «Siamo stati contattati dalla sezione peruviana dell'Interpol» spiegò Barnes. «Ci chiedono di atterrare a Lima.»
   «Perché?» chiese Summer. Nella sua testa pensava a cosa avrebbe dovuto, o potuto fare, a Lima; ma nulla, non riusciva a darsi una risposta.
   «Sembra che Alexander e l'Interpol stiano collaborando in qualche indagine, almeno questo è ciò che ho inteso.»
   Summer rimase di stucco. «Che vuol dire che Alexander collabora con l'Interpol? E cosa c'entriamo noi? Perché dovremmo atterrare a Lima?»
   Troppe domande, a cui Barnes non sapeva dare una risposta; glielo fece capire scrollando le spalle.
   «Se dovessero contattarci di nuovo, fammelo sapere subito. Voglio parlarci direttamente» disse Summer guardando il cielo dinanzi all'aereo. Barnes si limitò ad annuire.

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