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James e Kalevski non avevano ancora capito chi fosse l'ospite misterioso di Robertson, non era stato possibile cogliere un solo movimento all'interno del suo maniero durante l'intera giornata. Ciò rendeva abbastanza semplice capire perché nessuno aveva mai avuto risultati quando si trattava di indagare sul suo conto. Quell'uomo ne sapeva una in più del diavolo quando si trattava di coprire i propri loschi affari.
Loro comunque non avevano alcuna intenzione di arrendersi, per la prima volta in tanti anni avevano una pista e non si sarebbero lasciati sfuggire quella che, per molti, rappresentava l'occasione della vita. James e Kalevski si erano andati ad appostare nelle vicinanze della residenza, e più che agenti dell'Interpol sembravano degli stalker. Nascosti tra i cespugli e dietro agli alberi, con un binocolo, tenevano d'occhio ogni finestra nella speranza di vedere l'ospite di Robertson, e capire cosa stesse tramando.
«Vedi niente?» chiedeva insistentemente James.
Da Kalevski nessuna risposta perché effettivamente di novità non ce n'erano.
Se davvero Robertson stava gestendo una transazione illegale, o se aveva intenzione di commissionare un lavoro, avrebbe agito entro quella sera.
Dopo diverse ore di appostamento, che non avevano prodotto alcun risultato, Kalevski vide una figura sconosciuta dietro il vetro finestra.
«Ci siamo, vedo qualcuno.»
«È Robertson?»
«No. Un tipo mai visto, forse il suo ospite.»
James, in fibrillazione alla luce della piega che stavano prendendo gli eventi, allungò la mano verso il compagno e disse: «Passami il binocolo, amico.»
Se lo portò agli occhi e iniziò a scrutare le finestre.
Chiunque fosse quell'uomo non era un membro della servitù di Robertson, era qualcuno che non avevano mai visto e su cui non avevano mai lavorato. Probabilmente era l'ospite misterioso.
«Contattiamo il quartier generale. Forniamogli una descrizione dettagliata di quel tizio e vediamo di chi si tratta.»

Tedesco, alto con gli occhi castani, capelli e pizzetto neri, Werner Schroeder non era certo un uomo che prestava attenzione alle opinioni degli altri, stimato come archeologo ma famoso soprattutto per essere un mercenario prezzolato pronto a mettersi al servizio del miglior offerente. Insomma, la persona adatta per svolgere il lavoro sporco, se limitato alle operazioni relative all'archeologia.
S'incontrarono solo per l'ora del Afternoon Tea, come Robertson aveva richiesto. Per lui poteva essere il momento più adatto per parlare di lavoro, per Schroeder, in quanto tedesco, la tradizione britannica del tè pomeridiano non rappresentava certo un elemento d'interesse. Se lo si incontrava per la prima volta, le voci che circolavano sul suo conto sembravano banali e volgari dicerie. Era un lord scozzese curato, con i capelli castani e gli occhi azzurri, ma quando la discussione si spostava su affari che potessero arricchire la sua collezione si capiva che le voci su di lui erano fin troppo benevole.
«Allora signor Schroeder, si starà chiedendo perché le ho chiesto di venire?!»
«Le mie competenze e la mia fama me lo lasciano immaginare.»
«Già. Ha ragione» disse Robertson mentre sul suo volto prendeva forma un ghigno. «Ho ricevuto una soffiata circa una scoperta in Sudamerica, qualcosa che sarebbe collegato ai Conquistadores Pizarro e Orellana.»
A differenza della gente comune, che sui libri di storia era abituata a leggere solo il nome di Cortes tra quelli dei Conquistadores, Schroeder sapeva bene chi loro fossero e cosa cercavano in Amazzonia.
«Perché ha bisogno di me?»
«So chi erano loro, così come so cosa cercavano. Il suo curriculum mi dice che lei è in grado di far sì che grosse quantità di manufatti lascino un paese indisturbate.»
Schroeder sorrise velatamente. «Lei è gentile, purtroppo il mio compenso è molto più caro dei suoi complimenti.»
«Cinque milioni di sterline se accetta l'incarico, più altri dieci quando lo avrà portato a termine.»
Una cifra importante, che dava la percezione di quanto Robertson tenesse a mettere le mani su quella scoperta. «Questo solo per lei» specificò in un secondo momento. «I compensi per i suoi uomini e i costi delle attrezzature di cui avrà bisogno saranno sostenuti da me.»
«Lei è un uomo molto ricco, però mi sembra che il bilancio stia diventando negativo.»
Robertson scoppiò a ridere, se c'era una cosa che in quel momento non lo preoccupava di certo era il portafogli. Avrebbe speso qualunque cifra se gli avesse consentito di aggiungere alla sua collezione autentici manufatti dell'El Dorado, e quelli sarebbero bastati a ripagarlo.

James e Kalevski puntavano la finestra del soggiorno come due falchi, non potevano avvicinarsi per timore di essere scoperti ma anche qualora avessero potuto, udire la conversazione tra i due non sarebbe stato comunque possibile. Dovevano affidarsi necessariamente alla lettura del labiale, per quanto possibile. L'esperienza che James aveva maturato negli anni di servizio fu di grande aiuto. Con l'eccezione di qualche parola, colse quasi ogni sillaba della conversazione.
Kalevski non osó disturbarlo, ma era parecchio preoccupato dall'arrivo di un'altra auto. Per quanto ne sapevano Robertson non aveva altri appuntamenti in programma, e non attendeva visite. Quella seconda auto era un vero mistero, ma dopo i primi dubbi ripresero a spiare quello che era il loro bersaglio. La preoccupazione però rimase.

Schroeder non si accontentò di sapere l'entità del proprio compenso, anche se di solito era l'unica parte del discorso a cui era interessato. Una paga di quell'entità lasciava presupporre che gli ostacoli, e le difficoltà, non fossero pochi. «Devo aspettarmi sorprese?» chiese con aria di sfida.
«Di che parla?»
«C'è qualcosa che non mi sta dicendo. Non mi prenda per un idiota a cui basta mettere davanti un mucchio di soldi per farlo diventare una marionetta.»
Quelle di Schroeder erano parole forti. Robertson non era abituato a trattare con qualcuno che gli tenesse testa, ciò rese la conversazione eccitante.
«Chi le ha fatto la soffiata?» chiese Schroeder. Il tono era più quello di chi impartiva un ordine che quello di un dipendente al proprio datore di lavoro.
Robertson fece un passo indietro, pensava di tenere le informazioni sensibili solo per se ma decise di condividerle con Schroeder; aveva bisogno di lui, non c'era nessuno di più adeguato.
«Ho un uomo in Sudamerica che mi ha informato della scoperta. E un informatore al British Museum che mi ha comunicato ogni dettaglio.» Detto questo gli allungò un piccolo dossier. «Lí dentro c'è tutto quello che le serve sapere.»
Schroeder nemmeno lo aprì, appena lo ebbe in mano lo gettò sul tavolino dinanzi a lui. Sapeva che se era il British Museum ad avere in mano le informazioni allora avrebbe dovuto vedersela con Kane e Williams, non c'era nessun'altro a cui poter affidare un tale incarico in quel momento e in quella situazione.

James continuava a tenerli d'occhio e la sua abilità nel leggere i labiali continuava a dargli grandi soddisfazioni, finalmente dopo anni di buchi nell'acqua avrebbe potuto arrestare Robertson.
Kalevski non faceva più nemmeno caso allo svolgersi degli eventi, preferendo passare gli ultimi minuti a godersi il panorama. «Allora come procediamo?»
James non rispose.
«Ci sei? Che succede?» insistette Kalevski.
Dopo l'ennesima mancata risposta si voltò verso il compagno, lo raggiunse e lo strattonó energicamente.
Non appena James si voltò, Kalevski capì subito che era molto scosso. Impugnò il binocolo e guardò in direzione della grande finestra del soggiorno del maniero; l'ospite che Robertson stava intrattenendo non era più Schroeder, ma qualcuno che conoscevano molto bene: Nemanja Shkodran, un uomo alto, robusto con una profonda cicatrice all'altezza della tempia sinistra, capelli neri e occhi castani. Era uno dei killer più ricercati e richiesti al mondo, soprannominato La Fiamma Nera, al servizio dei serbi si era macchiato di crimini di guerra nei Balcani ed era finito nella top five dei ricercati della NATO e della stessa Interpol.
Non avevano tempo per scoprire l'argomento della conversazione, urgeva fare rapporto ai loro superiori. Da un banale appostamento stava prendendo forma la più grande e importante indagine che l'Interpol avesse mai condotto.

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