Kane era stato fin troppo ottimista quando aveva pensato che, non permettendo a Shkodran di attaccarlo nel proprio punto cieco, avrebbe potuto avere una possibilità di batterlo. Quello sarebbe stato in grado di ucciderlo a mani nude, anche se non avesse affrontato tutte le fatiche del giorno e della sera prima.
Ormai era al tappeto, e le sue forze si affievolivano ogni secondo di più; non riusciva neanche a rimettersi in piedi.
Shkodran lo rigiró sulla schiena e gli rivolse un sorriso sadico. «È proprio vero che le cose belle finiscono. Beh, mi sono divertito lo stesso.» Gli mise la mani intorno al collo e iniziò a stringere, voleva che fosse una fine lenta.
Kane non ebbe nemmeno la forza di pensare che la sua fine era vicina. Improvvisamente però, sentì Shkodran allentare la presa. Era stordito per via della mancanza di aria, ma riconobbe la raffica di spari di un AK-47. In un breve attimo di lucidità ritrovata, riuscì ad estrarre la sua USP e a puntarla contro il suo avversario; Shkodran fu reattivo e riuscì a bloccargli il braccio, ma non in tempo per non trovarsi sulla linea di tiro. Kane non badò al bersaglio e premette il grilletto.
Shkodran si accasciò a terra e proruppe in uno spaventoso urlo di dolore. La pallottola lo aveva colpito all'inguine, e sui suoi pantaloni si stava estendendo una enorme macchia rossa.
Williams, Amelia e tutti gli altri prigionieri si radunarono intorno ai due, offrirono soccorso a Kane e immobilizzarono Shkodran, qualora ce ne fosse bisogno dopo la menomazione subita.
«Stai bene, amico?» chiese Williams.
«Sono stato meglio.»
Gunn lo aiutò a rialzarsi e Amelia lo abbracciò. «Sono felice che tu ce l'abbia fatta.»
«Perché? Avevi dei dubbi?» ribatté Kane, sforzandosi di sorridere.
Anche Padre Lopez si premurò di assicurarsi che Kane stesse bene e che non avesse problemi, tuttavia c'era da discutere anche sul conto di Robertson e dei suoi mercenari. «Perché, così tutto a un tratto, hanno deciso di allontanarsi?»
«Vogliono esaminare il cenote, non lontano da qui» spiegò Kane. «Ma non potevano certo liberarvi e rischiare di essere denunciati.»
Un'espressione cupa apparve sul volto di Padre Lopez. «Per favore, potete seguirmi?»
Li condusse nella sagrestia della chiesa, dove fino a pochi minuti prima erano tenuti prigionieri, e mostrò loro le reliquie di Vicente de Valverde, affermando che lui stesso aveva dubbi sulla loro autenticità; ma che non poteva averne su una pergamena conservata insieme alle ossa.
«Di cosa si tratta?» chiese Amelia.
«Tutti i membri di questa piccola comunità hanno discendenze incaiche, fin dai primi conquistadores» spiegò Padre Lopez. «In questo manoscritto, chiunque ne sia l'autore, si afferma che grandi quantità di oro, argento e manufatti furono nascosti nelle profondità della terra, non lontano da qui.»
«E lei pensa che l'autore si riferisca al cenote?» domandò Kane.
«Tempo fa, io e altri membri di questa Missione, abbiamo cercato sul fondo di quel pozzo. Quando ancora era possibile esplorarlo senza utilizzare le moderne tecnologie. Il manoscritto racconta la verità.»
«Avete portato via quello che avete trovato?» chiese Amelia spaventata.
«Non potevamo. Non disponevamo dei mezzi adatti, e viste le nostre discendenze abbiamo deciso di lasciare quei tesori là dove stavano, certi che nessuno li avrebbe mai trovati.»
«Bene, allora bisogna fermare Robertson e i suoi. Se trovano il tesoro e lasciano il paese è finita» disse Kane. «C'è un modo per contattare Lima da qui?»
«Certo. Abbiamo una radio, se quei loschi tipi non l'hanno sfasciata.»
«Serve che prenda contatto con l'agente Gabriel Reyes. Gli dica che Nathan Robertson e i suoi complici lasceranno presto il paese, e che deve trovare il modo di tagliargli la strada.»
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I Dimenticati
Adventure[Completa] 1532: il conquistador Francisco Pizarro conduce la sua spedizione in Sudamerica, alla ricerca e, successivamente, alla conquista del grande impero Inca. 1540: tra gli spagnoli si fanno sempre più insistenti le voci circa l'esistenza di un...