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AMBER'S POV

Proprio davanti alle macchinette ci sono Liam e Audrey che si stanno baciando appassionatamente.
La rabbia mi ribolle nel sangue, stringo i pugni, Kate e Niko avevano ragione, non ci si puoi fidare di questo tipo di ragazzo.
La mia migliore amica prova a trascinarmi via ma io non muovo un singolo passo, osservo bene la situazione, eppure sabato è stato così convincente.

Magari è stata lei a saltargli addosso, dopo l'incontro dell'altra volta non mi stupirei affatto se così fosse.
Si allontanano dopo qualche altro secondo, fortunatamente nessuno dei due si accorge della mia presenza.
La biondina gli sussurra qualcosa facendolo ridere, le accarezza delicatamente i capelli, proprio come a me durante il film, sento la nausea salire. Mi fa così schifo! È caduto troppo in basso.

Corro via verso la nostra classe, Kate mi insegue chiamandomi a squarciagola, il petto mi fa male, mi odio per essermi fidata così velocemente di lui.  Niko mi aveva avvertita ma io non gli ho dato ascolto, sono stata una stupida.
Scoppio a piangere, perché niente va mai come dovrebbe?

«Hey Amber stai bene?» Kate si siede al mio fianco,
«Si sto benissimo» rispondo. Asciugo le lacrime con il dorso della mano e mi ricompongo leggermente, non voglio attirare l'attenzione degli altri compagni.
Inoltre non verserò un'altra singola lacrima per uno stronzo del genere, gli ho già dato troppo.

Afferra che non mi va di parlarne e cambia discorso tirando fuori il quaderno della prossima lezione. La ringrazio mentalmente, è un'amica fantastica.

NIKO'S POV

Esco presto di casa, prendo l'autobus per la scuola ma scendo una fermata prima, punto in cui si trova l'ufficio postale.
Ieri mattina, prima che Mia si svegliasse, ho scritto una lettera ad Amber. So che è una cosa stupida, ormai ci sono i telefoni, le videochiamate... Ma in quel foglio ho scritto tutto quello che solitamente non riesco ad esprimere.

La domenica l'ho passata con Mia, che ormai posso definire la mia nuova amica, e anche l'unica qui a New York per il momento.
Mi sono divertito molto, sono riuscito a dimenticare tutti i miei problemi e pure stamattina mi sento di buon umore, è ovvio che sia solo merito suo.

Quando entro a scuola mi fiondo subito in classe sperando di trovarla già lì, esulto interiormente quando la vedo seduta al solito posto. Corro in quella direzione e la abbraccio immediatamente, averla vicina mi fa sentire meno solo.

«Tutto bene?» Si preoccupa subito.
«Si ed è tutto merito tuo» la stringo di più a me e poi sciolgo l'abbraccio.
Il professore entra in classe ed entrambi ci concentriamo sulla lezione.
«Signor Devis, potrebbe leggere a pagina 394?» Il professore interrompe la lettura di Mia.
Il diretto interessato sbuffa pesantemente. A quanto pare oggi Luke il troglodita è più nero del solito.

«Almeno sa dirmi il titolo di una delle sue opere?» Tenta ancora il professore di letteratura inglese.
In tutta risposta rovescia il  suo banco sottosopra e borbotta contro il prof, poi esce dalla classe senza che nessuno gli abbia dato il permesso.
Il professore si porta una mano alla nuca, non sa come comportarsi.

«Sanders, puoi andare a controllare che sia tutto ok?»
Mi chiede poi, avrà notato che ero interessato alla situazione.
Annuisco ma solo per educazione, non ho proprio voglia di andare a cercare quello stronzo.

Sbuffo una volta uscito dall'aula, non può essere andato molto lontano...
Faccio un giro per i corridoi e controllo anche le varie aule vuote con scarsissimi risultati.
Dove è finito? Mi rendo conto che è rimasto solo un posto, il bagno. Mi dirigo in quella direzione sperando che la caccia al troglodita finisca il prima possibile.

Per sempre tuo N.        ~IN REVISIONE~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora