10. Sicura di non essere una Serpe?

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| Ciao a tutti e ben trovati! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! Secondo me si intravede una parte nuova di James, un po' più insicura rispetto al ragazzo spocchioso e arrogante che viene tanto definito!
Come sempre, lasciate una stellina e un commento, aiuta tantissimo!

| Ciao a tutti e ben trovati! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! Secondo me si intravede una parte nuova di James, un po' più insicura rispetto al ragazzo spocchioso e arrogante che viene tanto definito!Come sempre, lasciate una stellina e ...

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"Posso?"

James fece spallucce, senza neanche girare la testa. Seduto con la schiena contro un tronco robusto in un punto isolato della sponda, la cravatta allentata e le maniche della camicia alzate fino ai gomiti, fissava con sguardo vuoto il Lago Nero, muovendosi appena quando la piovra gigante agitava le acque calme. Remus si sedette al suo fianco, imitando la stessa posizione dell'amico, lento per qualche dolore che ancora percepiva nelle ossa. Il vento gelido di Ottobre gli pungeva la pelle, tanto da farlo rabbrividire al di sotto del mantello.

"Dovresti mettere il mantello, James, rischi di prenderti qualcosa" bisbigliò, osservando la pelle d'oca sulle braccia allenate del ragazzo. Ancora una volta, James fece spallucce, muto.

Remus aspettò in silenzio, il solo rumore del vento a coprire quello dei loro respiri. Uscito dall'infermeria meno di un'ora prima, aveva dedicato alcuni minuti a una doccia veloce, si era cambiato e si era diretto sicuro verso quel luogo, sapendo quanto James amasse rifugiarsi lì nei momenti di confusione o rabbia. Così come sapeva di dovergli concedere il tempo di parlare da solo, senza chiedere né insistere, facendolo sentire a suo agio nel confessare qualsiasi idea lo turbasse tanto.

"Non cambierà mai, sai... L'ho capito, oggi" sussurrò il moro, minuti dopo.

Remus girò la testa verso di lui, le sopracciglia aggrottate. Lo sguardo dell'amico era rivolto ancora all'acqua del Lago, triste e cupo. Prese un respiro profondo e iniziò a torturare qualche filo d'erba.

"Penso tu abbia tratto delle conclusioni un po' troppo affrettate, oggi. James, tra me e Lily non c'è assolutamente niente, né potrà mai esserci" affermò serio.

James colse la nota quasi infastidita della sua voce. Lo conosceva bene, molto meglio di chiunque altro, e dubitare degli amici era da sempre stato ritenuto il disonore più grande all'interno del loro gruppo. Ma James non poteva negare, almeno al suo io, quanti pensieri brutti gli erano scivolati in testa durante quelle ore, quanto l'immagine della mano di lui sul ginocchio di lei l'avesse turbato più del previsto nell'arco della giornata. Non riusciva a togliersi dalla testa il sorriso che lei gli aveva rivolto, l'occhiolino scherzoso e la complicità dei loro sguardi. Si sentiva come se un piccolo mostro si fosse risvegliato nel suo stomaco, riempiendolo di un'invidia che, sapeva, non era realmente giustificata. Aveva ammesso, durante l'anno precedente, di avere forse un piccolo, minuscolo interesse nei confronti della Evans, ma una reazione del genere aveva stupito persino se stesso. Era semplicemente troppo strano, troppo... importante. E non era ancora pronto ad ammetterlo, soprattutto sapendo di aver già perso in partenza.

Hurts Like Hell | JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora