13. Passerà, in un modo o nell'altro.

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| Surprise!

Ho deciso, solo per questa settimana, di lasciarvi due capitoli. Non è una novità, né diventerà un'abitudine, sia chiaro, semplicemente ho capito che i capitoli 12 e 13 sono molto discorsivi e potrebbe risultare un po' "noioso" aspettare una settimana tra l'uno e l'altro. 

Spero, a maggior ragione, che commentiate e lasciate una stellina in tanti (fa davvero, davvero piacere!)



Spero, a maggior ragione, che commentiate e lasciate una stellina in tanti (fa davvero, davvero piacere!)

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James si sdraiò sul letto, al contrario. Il sedere quasi poggiato al muro e le gambe allungate su di esso, fissava il soffitto del letto a baldacchino, pensando e ripensando a quanto successo sera precedente. Si sentì improvvisamente montare dentro un senso di vergogna, realizzando davvero di aver pianto davanti ai suoi amici, a diciassette anni suonati. Lui che continuava a dire di non provare nulla per quella furia rossa, lui che faceva tanto il grande, lo spavaldo... lui, lo stesso che aveva pianto come un bambino all'ennesimo rifiuto.

Sentì la porta aprirsi e richiudersi alle sue spalle, e l'arrivo di Marlene gli arrivò prima alle narici e solo dopo alla vista, quando il pungente e fresco profumo di limoni lo colpì ancor prima del corpo della ragazza, lanciatasi al suo fianco nella medesima posizione. James non si voltò neanche verso di lei, continuando a fissare le travi ora e le gambe lunghe e magre della ragazza poi, in una lenta alternanza. Marlene rimase zitta, lo sguardo blu rivolto al volto dell'amico, le mani a sfiorarsi nel mezzo del letto. Passarono lunghi minuti, prima che James sospirasse profondamente, chiudendo gli occhi nocciola.

"Non so cosa fare" sussurrò. Lene, lo sguardo mai distolto dal suo volto, sorrise amaramente.

"Non devi fare niente, Jamie. Passerà, in un modo o nell'altro..." rispose. James si voltò piano verso di lei, mordicchiandosi un labbro.

"E... e se non volessi farla passare?" disse senza guardarla, gli occhi verso le loro mani vicine.

Lo sguardo di Marlene si addolcì all'istante. Non fece in tempo a rispondere che James aprì di nuovo bocca, le mani poggiate sul volto a coprire l'imbarazzo, un'espressione di pura consapevolezza stampata negli occhi stanchi.

"Io... io ti giuro, Nene, volevo fare le cose per bene stavolta, non era neanche lontanamente una scommessa. Io... io ci tenevo, ci tengo a quell'uscita, non voglio che lei esca con me senza volerlo, sarebbe immorale, immaturo e... crudele, dannazione, mi odia! E ho faticato a limitarmi in questi mesi, a cercare di non darle fastidio, di non provocarla o fare tutto ciò che la innervosisce, ma sembra sempre –sempre!- che lei non veda nient'altro che le cose negative! Persino con Sirius è più tranquilla –Sirius!- ma con me sembra sempre fare un passo avanti e cento indietro!"

Marlene si girò sul fianco, buttando le gambe sul busto del ragazzo per rimanere comunque alla sua altezza. Gli afferrò un braccio, stringendoselo contro e poggiando la fronte sulla sua spalla.

Hurts Like Hell | JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora