66. 1981 (Parte III - Hurts Like Hell)

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Leggere:

Quasi 24.000 parole. Circa 45 pagine di scritto. Faccio un breve commento prima, per poi lasciarvi all'ultimo capitolo di questa storia. E' stato difficile da scrivere, difficile da elaborare, è stato quasi impossibile tentare di entrare nelle menti dei personaggi, renderli reali. Spero di esserci, almeno in parte, riuscita.

Non ho voluto creare un capitolo di solo e puro dramma, per questo troverete al suo interno parti più leggere, creare proprio per cercare da una parte di sdrammatizzare il tutto (per come possibile), dall'altra di mostrare ciò che secondo me è stata la vita di questi personaggi: un continuo intreccio tra luce e buio.

Spero di aver reso giustizia ad ognuno di loro.

Ci vediamo settimana prossima con l'epilogo e, come sempre, commentate e lasciate stelline se vi va... e alziamo, ancora una volta, le bacchette.

PS. Alcune parti sono volutamente più lente e approfondite di altre. Semplicemente, penso fosse giusto dare questo ritmo, che possa o meno piacere. 

E no, non sentite la canzone di Irama di Sanremo dopo aver letto, è per il vostro bene. 

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Settembre

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James guardò Lily accennare a un vago sorriso, seduta sulla piccola scrivania sotto la finestra del salone. 

I raggi ancora tiepidi del sole le sfioravano appena la pelle vagamente arrossata delle spalle, lasciate nude dalla canottiera azzurra che indossava in casa. China su una pergamena ormai piena, teneva la piuma tra le punta delle dita, impegnata a rileggere alcune delle decine di parole impresse sulla carta. I capelli, legati in una crocchia disordinata e appena sudata sopra la nuca, si aprivano qua e là in piccoli ciuffi, lasciandole un aspetto sì poco sistemato, ma anche estremamente naturale.

James, nella calma e nel silenzio di quel pomeriggio, rimase sulla porta del salone a osservarla scrivere, cancellare, stringere la punta della lingua tra i denti in quell'espressione concentrata che rivedeva sul proprio figlio ogni volta che tentava un qualcosa di estremamente impegnativo -come convincerli di non aver tentato di uccidere Monet, ad esempio.

Osservò il candore della pelle, le ossa più sporgenti delle clavicole, gli zigomi pronunciati e il rosso scuro dei capelli, che al sole divenivano quasi lingue di fuoco.

"Ti sei imbambolato, Potter?"

James neanche sobbalzò all'interruzione di quell'attimo. Talmente preso dall'osservare estasiato tanta bellezza, a malapena notò la voce divertita di Lily, o i suoi occhi verdi posarsi dolci nei suoi.

Hurts Like Hell | JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora