46. Maledetto Potter

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Bentornaaaaati! 

Prima di tutto: ragazzi, ma ci rendiamo conto che sono già a 46 capitoli? E stiamo ancora a Marzo nella storia? PANICO.

In ogni caso, grazie sempre e comunque per ogni lettura, stellina e commento. Se ho ancora voglia di scrivere ancora, ancora e ancora è soprattutto per il supporto! (E perché ancora non ho effettivamente dovuto ammazzare nessuno, lo ammetto. Se arriverò a scrivere il dopo Hogwarts, sarà una TRAGEDIA).

Detto ciò, questo capitolo e il prossimo li porto nel cuore. Sono molto tranquilli ma, al contrario dello scorso (che a voi è piaciuto tanto tanto e a me continua a non convincere ahah), questi due penso di averli resi esattamente come volevo renderli. Incrocio le dita e, come sempre, fatemi sapere!

Buona lettura



Buona lettura

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James e Sirius arrivarono a Villa Potter nel tardo pomeriggio, trascinando affaticati i due bauli di Hogwarts. Il tempo nuvoloso li aveva graziati dalla pioggia, ma il cielo rimaneva scuro e privo di luce.

"Quando entriamo, Jay, ricordami di uccidere i tuoi per non esserci venuti a prendere e averci costretto a smaterializzarci così lontani" borbottò Sirius, soffiandosi via dagli occhi un ricciolo nero.

James lo guardò, sbuffando.

"Sirius, abbiamo camminato letteralmente per dieci minuti. Ci siamo smaterializzati, hai il fiatone come se ci fossimo fatti tutta l'Inghilterra a piedi!"

Sirius gli fece il verso, prima di illuminarsi alla visione del fumo che usciva dal camino bianco della villa.

"Finalmente!" strillò una voce davanti a loro.

Euphemia aveva aperto la porta di casa con un cipiglio stampato in fronte, i capelli rossi e grigi raccolti in una crocchia elegante, le mani sui fianchi e un vestito blu notte ad avvolgerle in fisico esile.

"Mia!" strillò Sirius in un moto di gioia, correndole incontro a braccia aperte, il baule abbandonato appena dopo la recinzione di legno bianco che rinchiudeva la dimora in un incantesimo di protezione elevato.

"E menomale che dovevi ucciderli" borbottò James, sorridendo compiaciuto nel vedere la madre stringere al petto il ragazzo, ormai considerato suo pari, ormai diventato un figlio.

"Ci avete messo tantissimo!"

"Sirius si lamentava di dover camminare dieci minuti"

"Taci, Potter, tu eri troppo impegnato a sbaciucchiarti la ragazza alla stazione per partire puntuali"

James fulminò vistosamente il fratello che, approfittando dello scatto che la testa di Euphemia aveva fatto in direzione del figlio biologico, aveva superato la porta di casa e, sempre rivolto al fratello, aveva alzato entrambe le mani in sua direzione con i medi ben in vista e un ghigno soddisfatto tra i denti.

Hurts Like Hell | JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora