1. Seppellitemi con dei gigli

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Ho deciso di postare subito il primo capitolo "vero" della storia, così da non lasciare solo una premessa e basta. I primi capitoli saranno un po' più introduttivi per personaggi e storie, quindi troverete qualche presentazione/foto per farvi vedere come io immagino i personaggi (un po' stereotipati, qualcuno condiviso da più, ma resta comunque una mia visione di cui potete perfettamente non tenere conto). Nei prossimi capitoli capiterà più di rado, giuro ahah

Buona lettura!

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In foto, Sirius Black

"Hey, Evans!" strillò James, la mano in aria a salutare quell'unica chiazza rossa in mezzo alla folla della stazione. Lily si voltò lentamente, gli occhi assottigliati, le labbra serrate. James Potter la salutava a pochi passi da lei, alto e muscoloso come sempre, la pelle leggermente abbronzata. Gli occhi nocciola le sorridevano dietro gli occhiali tondi e fini, il sorriso bianco spiccava come sempre sul viso spigoloso e i capelli neri erano –ancora- perennemente scompigliati. Più uomo, ma sempre uguale.

"Potter... perché siete in orario, quest'anno?" chiese, spostandosi un ciuffo ribelle dagli occhi, un sopracciglio alzato.

James la fissò qualche secondo, imbambolato. I capelli rossi, mossi e scuri come il fuoco ardente, le erano cresciuti ancora, arrivando quasi alla vita. Aveva tagliato solo il davanti, creando una frangetta sbarazzina, che le contornava perfettamente gli occhi smeraldo. Il naso e le guance erano leggermente arrossati dal caldo e dal sole, ma la pelle del corpo era rimasta bianca e lentigginosa come quando l'aveva vista l'ultima volta a Giugno. Sembrava più donna di prima, con le curve leggermente più accentuate e i tratti del viso più spigolosi.

James aveva sempre pensato fosse strano vedersi crescere così, tutti loro... grazie ad Hogwarts passavano letteralmente tutto l'anno insieme, vedendosi tutti i santi giorni, eppure dopo l'estate sembravano sempre tutti diversi, tutti più grandi, come se crescessero solo in quel paio di mesi che passavano distanti. Sua mamma, anni prima, gli disse che era normale accorgersi dei cambiamenti quando non ci si vede per un po', e si era subito dopo assicurata che lui non guardasse solo determinati cambiamenti nelle ragazze, con tanto di sberla ingiustificata dietro la testa e indice minaccioso. Ah, santa Euphemia protettrice della galanteria.

"Hey, io sono invisibile? Non mi saluti, Evans?" chiese Sirius, il solito tono drammatico e offeso che usava per fare la vittima della situazione. La Evans sorrise, sbuffando, piantando i fari verdi sulla figura accanto a Potter. I capelli di Sirius Black, neri come la pece e portati più lunghi dell'amico, erano legati in parte in un codino alto. Gli occhi grigi la fissavano offesi, anche se Lily vedeva perfettamente la luce divertita che li attraversavano.

"Scusa, Black, è che ormai sei praticamente un Potter... mi viene normale chiamarvi con lo stesso cognome".

James vide la soddisfazione attraversare gli occhi grigi dell'amico e sorrise di rimando, quando il treno emise uno sbuffo potente e iniziarono a sentire il campanello pre-partenza.

Hurts Like Hell | JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora