Capitolo quarantatré.

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"Ha detto tre ore? È uno scherzo?" domandò Cameron, ancora scioccato.
"Magari lo fosse", sbuffai.

Cosa faremo per tre ore in un aeroporto più grande di una città? E come se non bastasse ho un sonno che potrei andare in letargo.
"Bene, iniziamo davvero bene", intervenne Taylor sedendosi a peso morto su una delle sedie di plastica blu, vicino a Cameron, che mi fece segno di sedermi sulle sue gambe. Lo raggiunsi e feci come mi aveva accennato.
"Dai su, ce la faremo", disse Cam accarezzandomi il braccio.
"Lo spero... che due maroni però, le sfighe tutte a noi!" risposi e Cameron rise leggermente.
"Sai cosa? Ho bisogno di un caffè... forse di quattro...", dissi pensierosa.

E in effetti ne avevo davvero bisogno, così chiesi a Jade di accompagnarmi, la quale subito accettò. "Visto che ci siete, prendete un caffè anche a noi", disse Matthew.
"Bene, dovrò prendere quaranta caffè, andiamo", risposi avviandomi con Jade verso il bar più vicino. Entrammo e ordinammo dodici caffè da portare via.

Ne approfittai per cercare qualcosa da mangiare. "Allora, è un bel po' che io e te non parliamo...", prese parola Jade scandendo ogni parola.
"Sei inquietante", ammisi guardandola.
"Dai, sono seria. Novità?" domandò, prendendo un pacchetto di caramelle.
"Arriva al sodo, Jade. Cosa vuoi sapere?" risposi, alzando gli occhi al cielo.

Conosco bene Jade ormai e quando se la vagheggia vuol dire che ha una domanda o una cosa da dire ben precisa. Tornammo indietro per prendere i caffè e ci incamminammo verso gli altri. 
"Allora? Chiedi dai", insistetti bevendo il mio caffè.
"Volevo solo sapere come andava la tua vita sessuale con Cameron", rispose tranquillamente e per poco non mi strozzai con il caffè. Ma era così diretta? Ma chi la capirà mai a lei.
"Scusami?" dissi, tossendo.
"Hai capito bene", rispose facendo uno sguardo provocatorio.
"Non sono affari tuoi, e comunque va ma non va... non so se capisci... ma sto parlando davvero di questo argomento?" dissi, imbarazzata.
"Sono affari anche miei, essendo la mia migliore amica e cognata. Quindi lo prendo come un 'bene, grazie per la domanda Jade'! Non stancarti troppo eh", concluse facendomi l'occhiolino e tornò da Nash, porgendogli un caffè.

Oh dio, beata lei che riesce ad essere schietta. Diedi i rimanenti a Matt & company e mi sedetti vicino a Cameron, che prese il suo caffè.
"Quante ore sono passate?" chiesi.
"Cinquanta minuti in realtà...", rispose Cam spostando la testa all'indietro.

Solo cinquanta minuti? E dobbiamo ancora aspettare. Se il tempo passa così lento mi crescerà la barba. Decisi di poggiare la testa sulla spalla di Cameron, e cercai di addormentarmi.

***

"Alison", sentii sussurrare più volte. Aprii lentamente gli occhi e vidi Cameron che mi scuoteva piano la spalla.
"Che c'è?" risposi con poca voce, sbadigliando subito dopo.
"Dobbiamo imbarcarci", ribatté.

Ho dormito per tutto questo tempo? "Finalmente!" dissi.
"Cadi proprio nel sonno eh", disse Nash ridendo.
"Non me ne sono nemmeno accorta", risi alzandomi in piedi.

Dopo aver fatto il check-in, presi la mia borsa e insieme agli altri camminai per il lungo corridoio che porta all'interno dell'aereo. Ci sedemmo subito nei posti assegnati, io ero capitata tra JackG ed Aaron. Qualche minuto dopo essermi seduta, sentii due mani toccarmi ripetutamente la testa.
"Di chi è questa testa?" chiese qualcuno dietro di me.
"Matt, è la mia!" risposi, togliendo le mani "non cominciare a fare così!" 
"Nono, scusa", rise Matthew.
"Ci vuole proprio una vacanza, probabilmente a quest'ora stavamo già lì", ammise mio fratello sbuffando. Non aveva torto, magari veramente a quest'ora eravamo già arrivati.

Dopo che la solita voce meccanica aveva detto di allacciare le cinture, finalmente, dopo anni, partimmo. 
Indossai le mie amate cuffiette alle orecchie, mi misi comoda e feci partire la musica.

***

"Preghiamo i passeggeri di riallacciare le cinture, tra poco atterreremo all'aeroporto di Saint Martin", sentii dire. Finalmente! Ce l'abbiamo fatta.
"Jack svegliati, siamo arrivati!" urlai, svegliando Jack con non molta delicatezza.
"Mmh... come? Siamo arrivati? Bene", rispose Jack, sbadigliando.

Poi si fermò di scatto, spalancando gli occhi. "EEEH? Siamo arrivati?! Oddio, siamo arrivati!" urlò, svegliando praticamente tutto l'aereo.
Tutti insieme scendemmo da quel maledetto aereo che abbiamo dovuto aspettare per anni.

Andammo subito a prendere le valigie. "Oddio, il viaggio della speranza", si lamentò Bethany.
"Veramente, la prossima volta vi prego, arriviamo puntuali", risposi prendendo la mia valigia.

Una volta prese tutte, ci avviammo verso due taxi che erano lì davanti, ci avrebbero portati alla casa che avevamo affittato per questa settimana.

Dopo che Nash gli diede le indicazioni, gli autisti misero in moto la macchina. Saint Martin, bellissima città. Ha dei paesaggi stupendi che danno sul mare. Feci subito delle foto, che pubblicai tutte su Twitter e Insta.

Dopo un'ora finalmente arrivammo alla 'nostra' casa. Scesi dal taxi e, dopo aver ringraziato e pagato il tassista, entrammo e non potevo credere ai miei occhi.

Girai su me stessa più volte, per guardare la casa: era magnifica. Era abbastanza grande per tutti noi ed è praticamente sulla spiaggia, perciò abbiamo il mare davanti.

Non potevo desiderare vista migliore. "W-wow..", balbettarono gli altri. Come biasimarli?
"Oh mamma. Non è la casa più bella che abbiate mai visto?" chiese Mary a tutti noi.
"Bene... dato che le stanze sono precise...ammazziamoci per quella migliore!" urlò Matthew e in men che non si dica si scapicollarono per le scale, imprecando.

Io ero ancora a bocca aperta che mi ritrovai nel salone da sola con Jade. "Non c'è bisogno di correre, saranno tutte fantastiche!" disse Jade, facendo un grandissimo sorriso.

Iniziai a salire le scale con la valigia, per sistemarla in camera. Camminavo per l'ampio corridoio, quando un braccio mi prese alla mia sinistra e mi trascinò in una camera.

Era Cameron, ci avrei scommesso. "Ma ti sei impazzito?!Potevo anche cade... oh mio dio", dissi ma mi bloccai subito dopo, rimanendo incantata dalla stanza.

"Ti piace?" mi chiese, buttandosi sul letto.
"Vuoi scherzare? È perfetta", risposi.

La stanza era molto grande ed era bellissima, anzi, più che bella, era ben arredata e aveva una bellissima vista sul mare.
"Ragazze!" urlò Bethany in mezzo al corridoio. 
"Cosa c'è?" risposi.
"Shopping a tutto spiano!" rise per poi correre di sotto, seguita da noi. Attrezzate di navigatore e cartina, ci avviammo per i negozi che c'erano. Non stavamo lì neanche da un'ora che ci stavamo divertendo come matte, ci facevamo riconoscere ovunque.

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora