Capitolo sessantadue.

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Le lezioni finirono molto in fretta e dovevo ammettere che mi trovavo bene. Gli insegnanti sono tranquilli, gli studenti anche. Uscii dalla classe di letteratura tedesca e mi avviai verso la caffetteria del campus. Il sole era alto e il campus era pieno di gente, come ogni giorno.

Presi un caffè da portar via e mi avviai verso i dormitori. Presi il cellulare e andai sulla rubrica, cercando il numero di Cameron, lo avrei richiamato.
Non feci in tempo a pensare ad una risposta che andai a sbattere contro qualcuno, rovesciandogli il caffè addosso. "O mio dio, scusami!" dissi, mortificata.

Era un ragazzo. "Beh, ormai il danno è fatto", rispose il ragazzo ridendo.
Lo guardai meglio, era castano ed aveva gli occhi verdi, alto e carino.
"Mi dispiace tantissimo, davvero!" continuai a scusarmi, facendolo ridere sempre di più.
"Poteva capitare a chiunque, stai tranquilla... ehm... com'è che ti chiami?", rispose.
"Alison, ti comprerò una maglietta nuova", dissi allungando la mano.
"Dean. E non preoccuparti, per quanto continuerai?" rispose lui, stringendomi la mano.
"Hai ragione, solo che mi sento in colpa. Va bene, la smetto", risi.
"Allora ci vediamo in giro, Alison", disse guardandomi dalla testa ai piedi mentre pronunciò il mio nome.
"Sicuro, Dean. Scusa ancora", conclusi continuando a camminare.

Mi misi una mano sulla fronte, che figuraccia, come primo giorno fa schifo. Raggiunsi la mia camera e la aprii, trovandola vuota.

Mi sdraiai sul letto e presi il cellulare, scrivendo un messaggio a Cameron.
'Ehi Cam. Volevo sentirti, ma non mi rispondi. Quando leggi il messaggio chiamami, d'accordo? Mi manca la tua voce... mi manchi tu'

Bloccai la tastiera del telefono e lo lasciai sul letto, chiudendo gli occhi. Non resisterò a lungo, me lo sento.

Subito dopo sentii la porta aprirsi. "Pranzo! Dimmi che non hai già mangiato", disse Hayley chiudendo la porta.

Aveva due sacchetti in mano, me ne diede uno e lo aprii. "No, in realtà no. Wow, cinese! Grazie", risposi iniziando a mangiare.
"Allora? Com'è andato il primo giorno?" mi chiese, mangiando i suoi noodles.
"Pessimo. È iniziato bene, però poi è peggiorato", risposi ripensando alla figuraccia fatta poco fa.
"E cioè?" domandò.
"Ho versato il caffè addosso a un ragazzo", risposi scoppiando a ridere.

Hayley mi imitò. "Davvero? O mio dio! Sai chi era?" 
"Un certo Dean", risposi ed Hayley smise di ridere.
"Che c'è?" chiesi.
"Dean? Dean Geyer?" chiese lei.
"E che ne so?" risposi.
"Porca puttana, lui è troppo figo! In tutto il campus secondo me", disse.
"Si beh, bel ragazzo", risposi bevendo dell'acqua dalla mia bottiglietta.
"Come mai sei venuta qui? E da dove vieni? Se è una domanda troppo personale non sei costretta a dirmelo", disse interrompendo il silenzio.
"Tranquilla. È davvero una lunga storia, che vorrei raccontarti però ci vorrebbe tipo un anno. Diciamo solo che i miei mi hanno costretta. Io prima vivevo a Los Angeles, poi mi sono trasferita da mio fratello a Mooresville e ora sono qui", risposi con un pizzico di tristezza nella voce.
"Oh. Mi dispiace. Quando avrai tempo me la racconterai", mi rassicurò Hayley accarezzandomi la mano per confortarmi.

Le sorrisi e continuammo a parlare, stavolta della sua vita ed era una ragazza davvero interessante. Appena finito di mangiare, buttammo le buste rimanenti.
Presi il libro e gli appunti di matematica ed iniziai a studiare.
"Ehi, quasi dimenticavo, stasera c'è una festa in una confraternita, vuoi venire?" disse Hayley.
"Come mai fanno una festa?" risposi.
"Le fanno sempre, non c'è un motivo preciso", spiegò facendo spallucce.

Non volevo andare a nessuna festa, non ero dell'umore adatto. "Non lo so, Hayley. Ho ancora da studiare letteratura tedesca e l'idea non mi entusiasma", risposi.
"Dai! Ci vanno tutti. Siamo al college, devi divertirti e distrarti!" insistette e feci una smorfia.
"Non lo so, se faccio in tempo a finire di studiare allora prenderò in considerazione l'idea", continuai.
"Decidi in fretta", si raccomandò e tornò a fare le sue cose. Vidi il mio cellulare illuminarsi, era Cameron, così lo afferrai il telefono e uscii dalla stanza.

"Cameron!" dissi, sorridendo involontariamente.
"Piccola. Ho letto il messaggio. Come stai?" rispose.

Mi sedetti a terra, appoggiandomi alla porta della stanza.
"Tu che dici? Va male, Cam. Va tutto male", dissi sbuffando.

"Lo so, anche a me. Noi...  c'è una possibilità che ricominceremo il tour...", rispose lentamente.
"È fantastico, sono contenta per voi, davvero. Che fate in questi giorni?" chiesi.
"Niente, proprio niente. Siamo tutti tristi, sai... tu?" 
"Sì, lo so e mi dispiace. Io oggi ho iniziato il college e ho una coinquilina fantastica", confessai e qualche lacrima rigò le mie guance.
"È un buon inizio direi. Comunque odio doverlo dire ma devo andare dai ragazzi, dobbiamo fare un nuovo video. Ricorda, Alison, non ci separeremo, non così. Capito? Io non ti lascerò" 
"Nemmeno io ti lascerò, lo prometto. Ti amo" 
"Anche io ti amo", concluse.

Lo salutai un'ultima volta e attaccai, iniziando a piangere. Perché reagisco sempre così?
Quanto mi mancano, più di tutti mio fratello. Come faccio?

Mi asciugai velocemente le lacrime e mi alzai in piedi. Feci un ultimo sospiro e rientrai in stanza.
"Che hai?" mi chiese Hayley con voce preoccupata, probabilmente deve aver visto i miei occhi rossi e le mie guance bagnate.

Passai velocemente le mani sugli occhi e ripensai alle parole di Hayley 'Devi divertirti e distrarti', aveva ragione. Sarà divertente.
"Ho cambiato idea. Prenderò in considerazione l'idea di venire alla festa".


Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora