Capitolo diciannove.

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Dopo qualche ora tornai dai ragazzi, che si saranno sicuramente preoccupati. 
Avevo sbollito la mia rabbia momentanea. 
Sicuramente Cameron non ha pensato a cosa stesse dicendo, ma ci eravamo comunque lasciati, quasi.
"Grazie al cielo sei viva, dove sei stata?! Poteva succederti qualsiasi cosa!" mi rimproverò mio fratello.
"Lo so, scusami tanto, non lo farò più", risposi e vidi Cameron seduto sul divano con la testa bassa. Mi sedetti vicino a lui. "Cameron, non so cosa ti sia preso ma è meglio che ti chiarisci un attimo le idee, non ti rendevi conto di cosa dicevi", gli dissi e aspettai con ansia una sua risposta. "Ti chiedo un'ultima cosa: c'è una possibilità di tornare insieme?"
"Non lo so più Alison", rispose e mi irrigidii. No, non può essere.
"È la tua ultima parola?" domandai con voce tremolante e lui semplicemente annuì, così mi alzai di scatto e presi tutta la mia roba.

"Qualcuno mi accompagni all'aeroporto, subito", dissi seria e Taylor e Nash si offrirono volontari, senza proferire parola.

Cameron's point of view.

Ecco, l'ho persa di nuovo. Ma quanto sono cretino? Non so cosa mi abbia preso, mi odio per aver fatto quello che ho fatto ma meglio così, lei non vuole una persona come me al suo fianco.

Ad interrompere i miei penseri fu Matthew. "Cosa fai?" mi chiese.
"Nulla, pensavo..."
"No no, nel senso cosa fai ancora qui? È la tua ragazza Cameron, che cazzo ti sta succedendo? Dovresti correre da lei", disse serio Matt ed aveva ragione.
"È troppo tardi, starà già sull'aereo"
"Non è mai troppo tardi. Fatti venire qualche idea prima che vi lasciate sul serio", concluse e tornò dagli altri, così mi ritrovai di nuovo abbandonato a me stesso e ai miei pensieri, ma ebbi un'idea, sapevo cosa fare. Velocemente presi la giacca ed uscii, iniziando a camminare velocemente, per una lunga strada che portava all'albergo Novotel .

Entrai nella hall e presi velocemente il cellulare dalla tasca. "Ehi sono qua nella hall, scendi, ti devo parlare", parlai e attaccai. Dopo qualche minuto scese Zoe.
"Ciao dolcezza", disse cercando di baciarmi, ma io la respinsi.
"No, io ti devo parlare", dissi serio.
"Va bene", affermò cambiando subito espressione. Ci sedemmo su un divanetti di pelle la vicino e le presi le mani.
"Voglio parlarti della nostra presunta relazione"
"Che succede?"
"Credo che dobbiamo finirla qua prima che le cose diventino serie", confessai.
"Ma come?" ribatté incredula.
"Non voglio iniziare una relazione seria con te, Zoe. Sei bellissima ma..."
"Ma pensi ancora ad Alison", mi interruppe e annuii.
"Già. Spero che possiamo comunque essere amici", risposi.
"Certo, amici...", concluse a testa bassa, si alzò e iniziò a salire le scale per tornare nella sua camera. Mi sentivo in colpa, ma allo stesso tempo sapevo cosa fare.

***

Alison's point of view.

Finalmente è arrivato il giorno più aspettato: siamo agli inizi di aprile e partiremo per l'Irlanda. Sono tornata a Mooresville da sola e Jade, Bethany e Mary sono tornate qualche giorno dopo, volevano passare un po' di tempo con i ragazzi e a me andava bene così. 
"Ali sei pronta?" mi chiese Jade che stava scendendo le scale con la valigia.
"Credo di si, andiamo", risposi decisa e ci avviammo verso scuola. Una volta arrivate io e Jade salimmo sull'autobus e misi le cuffiette nelle orecchie.
Mi mancava Cameron. Non l'ho più visto né sentito da quel giorno; è passato tanto tempo neanche ha pensato di scrivermi o chiamarmi. Nonostante ciò, mi mancava tanto.

***

Dopo ore di viaggio, arrivammo all'aeroporto e dopo aver preso un altro autobus finalmente arrivammo in un hotel davvero bello: la stanza era grande, con le pareti bianco panna, un bagno molto largo e un letto matrimoniale che era davvero enorme. Ovviamente io e Jade eravamo in stanza insieme.

Posammo le nostre cose e tornammo nell'atrio, dove la professoressa doveva parlarci. "Allora ragazzi, siamo tutti stanchi, lo so. Avete due opzioni: o riposarvi nelle vostre stanze oppure potete uscire a vedere la città. Siete grossi e vaccinati per uscire da soli, basta che non vi perdete e portatevi un ombrello, il tempo cambia sempre qui", ci spiegò. e la maggior parte della classe decise di andare fuori, così in venti persone uscimmo per la bellissima Dublino, senza pensare che io e Cameron eravamo sotto lo stesso cielo.

***

"Sono le dieci e mezzo di sera e sono esausta, non ce la faccio più", mi lamentai buttandomi a peso morto sul letto, avevo camminato troppo ma almeno ho potuto visitare la città, anche essendo sera.
"Non dirlo a me, e pensare che domani ci dobbiamo alzare presto", ribatté Jade.
All'improvviso il suo cellulare squillò.

Jade's point of view.

"Chi è?" mi chiese Alison.
"Mia mamma", mentii: non era mia madre, era Cameron, così uscii dalla camera per non farmi sentire. "Ehi Cam, dimmi", dissi più piano possibile.
"Ciao Jade. Senti ho bisogno di sapere come si chiama il tuo hotel"
" The Merrion Hotel. Come prosegue il piano?" domandai.
"Molto bene. Dammi un paio di minuti e sono lì, tu convinci Alison ad uscire fuori"
"Ricevuto", conclusi ed attaccai, eora che cazzo mi invento?

"Alison, la prof vuole che vai di sotto con lei", mentii e mi guardò stranita. "E per quale assurdo motivo?"
"Vuole... fumare una sigaretta con te", risposi e mi pentii subito, ma come mi è venuto in mente?
"Ma la prof non fuma!"
"Eh, la vita ci riserva delle sorprese", ribattei e lo schermo del mio cellulare si illuminò: messaggio di Cam: 'sono qui, falla scendere'.

"Forza Alison, corri!" risi. Tutto andava secondo il piano, più o meno. Mi ammazzerà ma almeno si sarà rimessa con Cam.

Alison's point of view.

Quella si deve inventare scusi migliori, ma decisi comunque di scendere di sotto.

Uscii fuori ma non vidi nessuno. "Prof? È qui?" chiesi e sembravo scema.
"Alison", sentii dire e mi girai di scatto. Cameron?
"Cosa ci fai qui?" alzai la voce. Grandi gocce di pioggia iniziarono a scendere dal cielo.
"Io ho deciso", spiegò.
"Ti ci è voluto un po' di tempo per prendere questa fatidica decisione", risposi fredda.
"Io voglio te. So di averci messo tutto questo tempo ma è solo colpa mia, tu non centri niente. Il problema sono io e so che con le mie scuse non ci fai niente, ho fatto un grave errore e pensavo, anzi penso ancora, che io non ti merito Alison. E per quanto tengo a te ti avrei lasciata andare perché meriti di meglio, ma io ho capito di essere un egoista perché non ti lascerò andare via mai più, non ti allontanerò da me perché sei parte di me ormai. Ti amo più di me stesso, Alison, ormai sono tuo, ti appartengo, ti sei presa corpo e anima, che non voglio dare a nessun altra. Sono innamorato del tuo sorriso, della tua voce, del tuo corpo... io sono innamorato di te e lo sarò sempre", disse tutto d'un fiato e per poco non scoppio a piangere. "Mi avevi chiesto se c'è una possibilità di tornare insieme. Certo che c'è, c'è eccome", continuò sorridendomi, si avvicinò e mi baciò. Lì, sotto la pioggia. 
Dopo qualche minuto mi staccai. "Mi servirà del tempo per fidarmi di nuovo di te, ma questo è un grande passo", ammisi poggiando la fronte sulla sua.
"Tutto il tempo che vuoi, non vado da nessuna parte", rispose e mi baciò di nuovo.

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora