Capitolo cinquantadue.

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"Nash la prossima volta comprane di meno di pizze, ti prego, sennò mangio fino al 2067", mi lamentai massaggiandomi la pancia.

Quando sono entrati in casa Nash e Jade abbiamo subito iniziato a mangiare, e anche troppo.
"No Ali, è colpa mia, avevo troppa fame", intervenne Jade che stava ancora mangiando.
"Che donna di classe", dissi prendendola in giro. Jade mi fulminò con lo sguardo e scoppiai a ridere.
"Allora... che facciamo nel weekend?" chiese Nash, bevendo la sua birra.
"Io ed Alison andiamo al concerto di Ed", rispose Cameron mettendomi il braccio sulle spalle.

Lo guardai e sorrisi. "Wow! Che posti avete preso?" ci chiese Nash.
"Prato, non è il più comodo ma almeno staremo sotto al palco", rispose Cameron.
"Davvero? E non lo dite a nessuno?" gridò Jade.
"Dove andate?" intervenne Nash.
"Non è una cosa importante, credo. A Charlotte, è la città più vicina. Voi che fate?" risposi.
"Ancora non lo so. Se gli altri mi fanno sapere, magari", disse Nash sbuffando.

Ultimamente ognuno sta per conto proprio, è vero. "Ali andiamo a studiare letteratura inglese? Probabilmente domani interroga", disse Jade interrompendo il silenzio.

Annuii e andammo di sopra. Presi il libro e ci sedemmo a gambe incrociate sul mio letto.
"Allora, era da pagina..."
"Pensi che i magcon si scioglieranno?" mi interruppe Jade.
"Cosa? No, perché mai dovrebbero farlo?" risposi, inarcando le sopracciglia.
"Perché ognuno si fa i fatti suoi. Certo, stiamo ancora tutti insieme, però non come prima", spiegò fissando il vuoto.
"Ascoltami, non si scioglieranno. La loro amicizia è troppo forte per essere buttata all'aria così, credimi", risposi accarezzandole la mano.

Jade mi rispose con un sorriso e annuì, segno che avevo ragione. "Dai su, iniziamo a studiare sta roba", dissi.

Basta studiare, non ne posso più. La cosa positiva è che nel weekend andrò al concerto di Ed con Cam e sono così emozionata.

***

Ecco un altro noioso giorno di scuola.

Come al solito, mi alzai alle sette e mi vestii: indossai un paio di jeans neri strappati alle ginocchia, un maglione grigio e le mie amate Vans nere.

Non mi va proprio di mettermi a cercare i vestiti di prima mattina. Misi solamente il mascara, mi sistemai i capelli e scesi di sotto.
"Buongiorno", disse Nash alle mie spalle, era senza maglietta e sudato. Ma che cazzo? 
"Nash ti copri? Non mi interessa il tuo fisico", risposi.
"Ma sta zitta che lo ami! Hai un fratello troppo figo, pf. Comunque stamattina mi sono svegliato presto e sono andato a correre. Vado a farmi la doccia", disse salendo velocemente le scale.

Ma come faceva? Io a malapena riuscivo a svegliarmi alle sette!

Presi il mio solito caffè e mi appoggiai alla finestra, guardando di fuori, c'era una bellissima giornata, l'estate era sempre più vicina.

Il mio sguardo cadde sulla cassetta della posta, non era vuota. Uscii fuori e camminai verso la cassetta, prendendo quello che c'era dentro. Posta, lettere, solite cose.

Nash non le prendeva mai, perché non gli interessavano, diceva. Le guardai una dopo l'altra, ma due in particolare attirarono la mia attenzione.

Erano grandi ed una era indirizzata a Nash, l'altra a me. Mi girai per vedere se c'era Nash, ma per fortuna era ancora a farsi la doccia. Volevo vedere cosa c'era dentro quella di Nash, sono curiosa.

Aprii la grande busta e tirai fuori un foglio. Spalancai gli occhi e corsi subito dentro casa.

"Nash sei un coglione!", gridai e Nash si affacciò dalla sua stanza, con sguardo interrogativo.
"Che vorresti dire?" rispose.
"Da quanto non controlli la posta?" gli chiesi.
"Mai?" rispose.
"Nash lì dentro c'era la risposta alla tua domanda del college, ti hanno accettato!" dissi velocemente.

Nash rimase immobile e subito dopo gridò per mezz'ora. "C-cosa? Davvero? O mio dio", gridò scendendo velocemente le scale.

Si avvicinò a me e mi diede tanti baci sulla guancia. "Oddio Nash, spostati! Ew", dissi subito spostandolo. Decisi di aprire quella indirizzata a me.

La aprii e rimasi immobile, erano i biglietti per il concerto di Ed. Sono stati veloci.

Li presi e non potei non sorridere, ero troppo contenta.
"Dai andiamo, ti do un passaggio", disse Nash.
"Devo darti delle buone notizie più spesso", risposi facendogli la linguaccia.

Salimmo nella sua macchina e andammo a scuola, non riusciva a smettere di parlare del college.
"Chissà da quanto sta lì", continuò.
"Oddio Nash non ti sopporto più. Quanto vuoi per chiudere la bocca?" mi lamentai.

Nash rise, dandomi un bacio sulla guancia. "Ancora? Ma tutta sta confidenza?" dissi pulendomi la guancia.
"Se tu non avessi visto la dentro probabilmente quella lettera sarebbe rimasta lì per anni", spiegò, purtroppo lo sapevo bene.

Finalmente arrivammo a scuola e dopo che Nash parcheggiò, ci avviammo verso il nostro muretto. Scappai dalla sua macchina prima che parcheggiasse, non lo reggevo più! D'accordo, è mio fratello e gli voglio bene, ma mi ha fatto una testa grande quanto una palla da calcio con i suoi discorsi!

Appena vidi Cameron gli corsi incontro, saltandogli in braccio. Mi prese al volo e rise, facendomi girare un paio di volte. "Tutta questa felicità da dove viene?" chiese.
"Io sono sempre felice di vederti", risposi dandogli un bacio sulle labbra.
"Wowo, bionda, frena. Da quando sei dolce tu?" mi prese in giro.
"Ah ah, da sempre, più di quanto immagini!" risposi.
"Ne dubito", continuò Cameron.
"Smettila! Comunque, sono arrivati i biglietti per Ed", gli dissi rimettendo i piedi a terra.
"Davvero? Di già?" domandò.
"Che vuoi che ti dica, meglio cosi", risposi scrollando le spalle.

Cameron sorrise di nuovo e mi diede un altro bacio. "Adesso chi è quello dolce?" dissi io, posizionandomi fra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto.
"Amo abbracciarti", sussurrai.

Sentii Cameron fare una piccola risata, ricambiando l'abbraccio. "Lo vedo. Anche a me piace tanto", disse dandomi un bacio sulla fronte. Mi staccai dall'abbraccio e raggiunsi le ragazze.
"Scusate, ma sapete quando faranno il ballo di fine anno? Io ancora non l'ho capito", chiesi alle ragazze sedendomi vicino a Matt.
"Lo stesso giorno in cui ci diplomeremo. Voglio dire, in mattinata verranno i genitori e tutto il resto, poi la sera si festeggia", spiegò Jade.
"Quindi Alison...", cominciò Bethany.
"No, non cominciare quel discorso, per favore", la interruppe subito Jade.

Beth annuì silenziosamente, sapevo benissimo cosa stava per dire, la mia partenza.

Sospirai, non riuscivo a pensare ad altro. Ma a riportarmi sulla Terra fu il suono della campanella e una volta entrati nel grande edificio, entrammo ognuno nel proprio corso della prima ora.

Il migliore amico di mio fratello || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora